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Cronaca

Inchiesta Clan Sangermano, il Tribunale del Riesame ha disposto la scarcerazione di Angelo Grasso

Quest’ultimo è coinvolto nell’inchiesta che ha decapitato il Clan Sangermano e che ha portato alla luce l’attività del clan anche in Irpinia

I magistrati dell’Ottava Sezione del Tribunale del Riesame di Napoli hanno annullato la misura cautelare firmata dal Gip Fabrizio Finamore nei confronti di Angelo Grasso, 43enne di Avellino. Quest’ultimo è coinvolto nell’inchiesta che ha decapitato il Clan Sangermano e che ha portato alla luce l’attività del clan anche in Irpinia. Nello specifico, Angelo Grasso rispondeva al reato di estorsione nei confronti del ristorante ò Pagliarone di Monteforte. Accolta, quindi, la tesi difensiva dell’avvocato Gaetano Aufiero.

Angelo Grasso è il cugino di Sangermano e rispondeva dell’estorsione a "O' Pagliarone"

Secondo l’ipotesi accusatoria, Sepe Salvatore e Grasso Angelo, in concorso tra loro, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, attraverso minacce e intimidazioni, imponevano che Salvatore Sepe doveva lavorare ed essere presentato al ristorante per portare la mozzarella, costringendo l'esercizio commerciale "O' Pagliarone" all'acquisto di prova di due/tre chili di mozzarella prodotta dal caseificio San Giacomo srl di Saviano. Ancora, poi, compivano atti idonei a procurarsi un rapporto di fornitura di mozzarelle con il ristorante, evento non verificatosi per la resistenza della vittima. Tutto questo con le aggravanti delle minacce avvenute avvalendosi della forza d'intimidazione derivante dall'appartenenza a sodalizi di tipo camorristico e della condizione di assoggettamento che ne derivava, nonché al fine di agevolare l'associazione camorristica denominata clan Sangermano, operante in San Paolo Belsito, Liveri e comuni limitrofi. 

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