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Cronaca Quindici

Don Ciotti: "A Quindici gente meravigliosa", Bindi: "Fare sempre meglio"

Inaugurato ufficialmente il maglificio di Quindici, sorto all'interno di una villa del boss Graziano confiscatA

Il maglificio di Quindici inaugura sotto un buon auspicio: "Se si uniscono i forti e gli onesti, si diventa una forza. Qui si è realizzato un noi." Sono le parole di don Ciotti che ha trascorso l'intera giornata in provincia di Avellino. Prima al trentennale della Casa sulla Roccia poi l'appuntamento più atteso a Quindici, comune del vallo di lauro, teatro di faide sanguinose tra i clan Graziano e Cava. L'episodio dei colpi di pistola al cancello di ferro dell'ex villa confiscata, oggi divenuta una realtà imprenditoriale, non lo meraviglia: "le mafie hanno sempre risposto, per dimostrare che sono più forti". 

La presenza massiccia di gente comune, capeggiata dal sindaco Eduardo Santaniello è un segnale fondamentale per dare una iniezione di fiducia ad una collettività che ha sempre dovuto condividere con la piaga della camorra.  Don Ciotti ha parole di conforto :"C’è gente meravigliosa, generosa e onesta. Vive sotto una cappa di disorientamento, di fragilità, di ricatto e di paura ma vorrei far emergere la positività di questa gente. I ragazzi hanno bisogno di trovare parole di calma, parole vere, hanno bisogno di trovare dei punti di riferimento".

Non mancano i politici al taglio del nastro: c'è anche Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare Antimafia: "Ci auguriamo con la nuova legge di riuscire a fare meglio di quanto abbiamo fatto sinora. Il Parlamento sta discutendo in questi giorni la nuova legge sui beni confiscati, alla quale come Commissione Antimafia abbiamo dato un forte impulso. Il lavoro principale di questi ultimi due anni e' stato appunto una riforma radicale del settore dei beni confiscati sia per quanto riguarda la fase giudiziaria del sequestro, sia per quanto riguarda soprattutto la loro riassegnazione e il loro riutilizzo".

Sperando che quell'affetto dimostrato da tutti nelle 24ore successive a quei colpi di arma da fuoco al cancello di ingresso non restino un mero ricordo e la comunità di Quindici non si debba di nuovo rimboccare le maniche e lottare da sola.

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