Impedisce all'ex marito di vedere la figlia, emessa la sentenza: "Puoi venire anche con i carabinieri, la bambina non te la do"
Il Tribunale di Avellino, Seconda Sezione Penale, in persona del dr. Lucio Galeota in qualità di Giudice Monocratico, ha emesso sentenza nei confronti di una giovane avellinese, difesa di fiducia dall'avv. Giovanna Perna
Il Tribunale di Avellino, Seconda Sezione Penale, in persona del dr. Lucio Galeota in qualità di Giudice Monocratico, ha emesso sentenza nei confronti di una giovane avellinese, difesa di fiducia dall'avv. Giovanna Perna. La donna è finita a processo perché, con singole azioni, ripetute nel tempo, eludeva l'esecuzione del provvedimento del Presidente del Tribunale di Avellino – disposto nel 2021 - con il quale erano state stabilite le condizioni per l'affidamento ed il mantenimento della figlia minorenne nata dal matrimonio con l’ex - difeso dall'avvocato Giuseppe Di Gaeta - e non consentendo al predetto di esercitare il proprio diritto di affidamento e visita della bambina nei giorni e con le modalità in esso indicate.
"Puoi venire con chi vuoi, tu la bambina non la vedi!"
Il Tribunale, infatti, aveva disposto che la piccola fosse affidata in custodia alla madre e che il padre avesse il diritto di trascorrere del tempo con la figlia. L'ordinanza dava atto del "clima di ostilità esistente che non consente alcun tipo di collaborazione", atteso che vi era stata una separazione giudiziale tra i coniugi, ha dichiarato nelle due querele acquisite - su richiesta del PM e senza opposizione della Difesa, confermate in aula, che la donna aveva assunto un contegno sempre più aggressivo nei suoi confronti, tradottosi in espressioni offensive quali "bastardo, pezzo di me**a, tua madre è una pazza, siete malati tu e la tua famiglia", che erano profferite con messaggi, telefonicamente e personalmente (davanti al cancello della casa della donna), anche in presenza della bambina. Ed in più occasioni, disattendendo il provvedimento della autorità giudiziaria, le aveva impedito di vedere la giovanissima figlia e, dal balcone dell'abitazioni in cui risiedeva, gli aveva anche urlato: "puoi venire pure con i carabinieri, hai la testa dura, non hai capito che la bambina non te la do, puoi venire con chi vuoi". Il papà, quindi, stava solo esercitando i diritti riconosciutigli dall’autorità giudiziaria al fine di mantenere il rapporto affettivo con la figlia, che l’ex moglie ha invece inteso mettere in discussione sulla base di personali valutazioni.
Affermata la responsabilità della madre
Pertanto, è stata affermata la penale responsabilità della madre per il delitto in contestazione, integrato sotto il profilo oggettivo e soggettivo, stante la sua consapevole volontà di non eseguire quanto stabilito in sede giudiziale circa il diritto di visita del padre di sua figlia, e, valutati gli elementi, riconosciute le attenuanti generiche perché - in seguito - l'imputata ha di nuovo consentito al padre l'esercizio del suddetto diritto, il giudice l’ha condannata al pagamento di 500 euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali. L'imputata è stata altresì condannata al risarcimento dei danni morali patiti dalla costituita parte civile, da liquidare in separata sede, ed alla rifusione delle spese di costituzione in giudizio, pari a mille euro.