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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Immigrazione, un problema sentito tra i cittadini, meno tra i sindaci

Qui in Irpinia, gli extracomunitari al momento sono 1047 suddivisi in 33 centri di accoglienza sparsi in 22 comuni.  Se il tema immigrazione è sentito tra i cittadini, non può dirsi lo stesso tra le Istituzioni. Infatti al convegno organizzato dal Comune di Avellino la presenza dei sindaci si contava su una sola mano

Il fenomeno dell’immigrazione suscita grandi dibattiti e prese di posizione contrapposte da parte di partiti politici, organi di informazione e, soprattutto, da parte della popolazione stessa.  Rispetto alle percezioni negative,  la comunicazione può essere un fattore determinante, nel momento in cui enfatizza la nazionalità negli episodi di cronaca (penalizzando, evidentemente, le nazionalità più numerose). Anche la percezione generalizzata dei migranti come persone povere, anche laddove gli stipendi medi siano piuttosto alti, è effetto dello stereotipo diffuso dell’immigrato in fuga dalla miseria e senza alcuna competenza. Qui in Irpinia, gli extracomunitari al momento sono 1047 suddivisi in 33 centri di accoglienza sparsi in 22 comuni.  Se il tema immigrazione è sentito tra i cittadini, non può dirsi lo stesso tra le Istituzioni. Infatti al convegno organizzato dal Comune di Avellino la presenza dei sindaci si contava su una sola mano. Le fasce tricolori avranno anche le loro giuste motivazioni a non esserci (non sono coinvolti nella gestione/autorizzazione tutta in capo alla Prefettura) ma su un tema così importante è necessario fare rete. 

Un concetto che ha ribadito il sindaco di Avellino Paolo Foti: "è necessario rendere gli Enti locali protagonisti nel processo di accoglienza e di gestione dei migranti. Attraverso la creazione di un sistema di rete si potrà realizzare una vera integrazione".

Ai lavori ha partecipato l’associazione culturale “Africa Revolution Sound Family” per illustrare il progetto agricoltura e sviluppo il cui obiettivo è quello di creare occasioni concrete di lavoro per i tanti migranti che vivono in questa provincia. Attraverso la coltivazione dei molti terreni demaniali in stato di abbandono, immigranti e popolazione locale oltre a generare occupazione possono far nascere una grande fratellanza, un esempio per tanti altri paesi.

“Negli ultimi tempi – ha detto l’assessore al Comune di Avellino Teresa Mele – i nostri territori hanno dovuto fronteggiare il fenomeno dei flussi migratori. L’accoglienza dei profughi è un compito irrinunciabile di questo Paese e pertanto siamo convinti che si possa e si debba promuovere un sistema stabile ed ordinario di accoglienza, che garantisca condizioni di vita dignitose, servizi i qualità e che sia soprattutto finalizzato a rimettere al centro l’essere umano proveniente da altri continenti,  alla ricerca di condizioni minime e dignitose di esistenza. Per accoglienza – ha chiarito ancora l’assessore Mele – si deve intendere non solo la messa in atto di interventi di sussidio materiale di base (vitto e alloggio), ma anche di servizi a supporto di percorsi di inclusione sociale e funzionali alla conquista dell’autonomia individuale degli assistiti”.

A chiudere l’incontro è stato il Vice prefetto Elvira Nuzzolo che ha ricordato l’esistenza di un Protocollo di Intesa siglato qualche tempo fa in prefettura, tra i pochi nel paese, tra le cui finalità c’è appunto la volontà di avviare occasioni di incontro per individuare iniziative in cui coinvolgere gli immigrati ospiti della provincia di Avellino in attività anche di volontariato. “Si tratta di un problema di tutti – ha concluso il Vice Prefetto – e va affrontato in una prospettiva che ci vede come una popolazione multietnica capace di trovare una soluzione condivisa sulla questione. Rispetto alla disorganizzazione iniziale comunque la situazione è migliorata anche grazie ai tavoli svolti con sindaci, sindacati, Asl e Direzione Provinciale del Lavoro per il protocollo volto a mettere in campo azioni di volontariato, demandate agli enti locali, che possano coinvolgere gli ospiti che per i primi sei mesi di permanenza non possono svolgere attività lavorative. Mi auguro che l'iniziativa di oggi abbia un prosieguo e che le amministrazioni ritrovino la giusta sensibilità visto che l'articolo 10 della Costituzione ricorda proprio il diritto di Asilo".

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