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Cronaca

Falsi incidenti stradali, 16 avvisi di chiusura indagine

L’operazione dei carabinieri lo scorso giugno

In data odierna, la Procura della Repubblica di Avellino ha firmato 16 avvisi di chiusura delle indagini per l'inchiesta relativa ai falsi incidenti stradali. L’operazione dei carabinieri lo scorso giugno: accertata truffa da 600mila euro con 267 indagati. Coinvolti anche medici, avvocati e titolari di studi di infortunistica.

La maxi operazione scattata nel giugno scorso 

Grande clamore destò la scoperta della maxi truffa alle compagnie assicurative: almeno 74 i falsi incidenti stradali, che avrebbero consentito all'organizzazione, smantellata dal blitz dei carabinieri del comando provinciale di Avellino, di incassare almeno 600mila euro (270mila circa già liquidati a favore delle false vittime degli incidenti.

Il 22 giugno 2022, i carabinieri hanno dato esecuzione a un'ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 11 persone (delle quali 4 destinatarie della misura coercitiva carceraria, 4 della misura degli arresti domiciliari, una dell'obbligo di dimora e due della sospensione dall'esercizio della professione di consulente per infortunistica stradale) emessa dal Gip presso il Tribunale di Avellino, su richiesta della Procura della Repubblica, in quanto gravemente indiziate, allo stato delle indagini, di "associazione per delinquere" finalizzata alla "truffa in danno di istituto di assicurazione", nonché di "falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici". L'attività di indagine ha consentito di scoprire l'esistenza di tre distinti gruppi criminali, operanti prevalentemente ad Avellino, dediti all'organizzazione di una notevole quantità di falsi sinistri stradali, con il concorso di diversi complici, di varia estrazione sociale e professionale. Sotto inchiesta almeno 267 persone. Il piano truffaldino era sempre lo stesso: i falsi sinistri erano inscenati in aree prive di sistemi di videosorveglianza e le lesioni, procurate al fine di supportare le richieste risarcitorie, andavano dalle ipotesi più lievi delle ecchimosi o delle abrasioni fino a quelle più gravi della rottura dei denti o delle lesioni agli arti. A tal fine, gli indiziati assoldavano soprattutto persone in precarie condizioni economiche, in alcuni casi anche minorenni o soggetti affetti da gravi patologie. Questi ultimi acconsentivano a subire lesioni di particolare gravità, con la promessa che il risarcimento assicurativo sarebbe stato tanto più consistente quanto più gravi fossero state le lesioni. Coinvolti nella maxi truffa 17 medici (indagati per aver rilasciato attestazioni false circa le lesioni subite dalle vittime), di 3 avvocati (due dei quali destinatari della misura restrittiva degli arresti domiciliari) e di 2 titolari di studi di infortunistica stradale (destinatari del provvedimento di inibizione all'esercizio dell'attività professionale).

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