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Cronaca

Il Dpcm con le regole fino a Pasqua e le nuove restrizioni

Sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile il nuovo decreto Covid

Anche la Pasqua 2021 sarà una pausa blindata a causa del Covid-19. Il nuovo Dpcm che entrerà in vigore il prossimo 6 marzo sarà infatti in vigore per un mese, fino al 6 aprile e il Governo non prevede nessun allentamento delle restrizioni in vigore. Inoltre è bene ricordare come sia in vigore da oggi il nuovo decreto legge che proroga le zone a colori che suddividono le regioni in diversi livelli di rischio, e il divieto di spostamento tra le regioni fino al 27 marzo. Pasqua salva per i ricongiungimenti familiari e per una breve vacanza fuori regione? Troppo presto per dirlo: una nuova proroga delle restrizioni agli spostamenti non è esclusa anche per via del progressivo peggioramento della situazione pandemica come evidenziato anche dall'ultimo bollettino coronavirus.   

Il Dpcm con le regole per Pasqua

Sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile il nuovo Dpcm che il governo sta limando in queste ore. Dopo lo scetticismo espresso dal Comitato Tecnico Scientifico in merito alle possibili riaperture, il ministro della Salute Roberto Speranza nei suoi interventi in Senato e alla Camera ha spiegato che il quadro epidemiologico rende impossibile allentare le misure.

Quello che è certo è che la suddivisione in fasce resterà così come non ci sarà una zona arancione nazionale, ma dopo la richiesta dei goverantori si discute se rimodulare i parametri che decidono le fasce dei colori. Cosa cambia quindi? Ben poco. L'esecutivo proseguirà con la deliberazioni di decreti legge che forniscano un quadro normativo e Dpcm che dettaglino le misure specifiche in base all'andamento epidemiologico. Le Regioni sperano di ottenere il via libera al servizio serale per i ristoranti in area gialla, invece è certo che non vi sarà a breve nessuna riapertura di cinema e teatri, né tantomeno delle palestre. Inoltre se le raccomandazioni del Cts troveranno spazio dal decisore politico si renderà più facile l'ingresso in zona arancione e rossa. Resta l'intento, già preannunciato dal premier Draghi, di migliorare la tempistica degli annunci per dare più tempo a cittadini e operatori economici di prepararsi alle eventuali chiusure. 

Quanto alle festività è impossibile prevedere già ora se sarà una Pasqua (4 aprile) e Pasquetta (il 5)"in rosso" come lo scorso Natale: "L'evoluzione del quadro epidemiologico - ha detto Speranza - merita di essere seguita con la massima attenzione. Dovremo verificare, passo dopo passo, se le misure siano adeguate a fronteggiare la situazione che va delineandosi".

"La bussola, per me, nella scrittura del prossimo Dpcm, che sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, deve essere sempre il principio di tutela e salvaguardia del diritto fondamentale alla salute, come sancito dalla nostra Costituzione, all'articolo 32".

Oggi si registra infatti un rapido incremento dei contagiati dal Sars-Cov-2 mentre salgono a 389.433 le persone attualmente positive. Di queste 2.157 lottano per la vita nei reparti di terapia intensiva degli ospedali italiani, 11 in più di ieri al netto di 178 nuovi ingressi. E in alcune regioni gli ospedali sono sotto stress: sette le regioni che hanno superato già da alcuni giorni la soglia critica delle terapie intensive mentre è stato ripristinato il meccanismo della Cross che permette il trasferimento dei pazienti più gravi sui mezzi della protezione civile dagli ospedali che hanno esaurito i posti disponibili. Se anche oggi si registrano 318 morti, dato purtroppo stabile da giorni, da segnalare è il rapido aumento della curva dei contagi in Campania e il muro dei 3mila contagi sfondato in Lombardia, "colpa" in particolare della provincia di Brescia colpita da quella che potrebbe essere l'inizio della terza ondata.

Secondo quanto spiegato dal ministro Roberto Speranza oggi in Parlamento gli ultimi dati sono preoccupanti poiché l'indice Rt si appresterebbe a superare l'1. "La presenza delle varianti condizionerà la situazione nel suo complesso. La variante inglese è ormai presente diffusamente in gran parte del territorio nazionale - spiega Speranza - a causa di una sua maggiore velocità di trasmissione, di circa il 35-40% rispetto al ceppo originario. Questa variante sarà presto prevalente nel nostro Paese, come lo sta già diventando negli altri Paesi europei".  Fortunatamente però questa variante non compromette l'efficacia dei vaccini. Ma altre due varianti, la brasiliana e la sudafricana, sono "maggiormente insidiose" in quanto potrebbero ridurre, seppur parzialmente, l'efficacia vaccinale.

La luce in fondo al tunnel però c'è: il piano vaccinale infatti potrà proseguire grazie anche all'arrivo di milioni di dosi da parte di Astrazeneca mentre i risultati del vaccino di J&J sono più che promettenti. "Sei decessi su dieci nel nostro Paese sono avvenuti tra persone con più di ottant'anni. Vaccinare quelle persone significa metterle in sicurezza e salvare loro la vita" ha spiegato Speranza.

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