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Cronaca

Covid a scuola e caos burocratico all’Asl, la rabbia di una madre: “Quando mia figlia potrà tornare in classe?”

Ecco la vicenda raccontata ai microfoni di Avellino Today e che, ancora una volta, sottolinea quanto sia assurdo che un semplice caso di positività possa aver impantanato un’intera famiglia in una palude di burocrazia

Il 4 dicembre, presso la scuola L'I.C. "Perna-Dante" si verificava un caso di positività tra gli alunni. La scuola prese i consueti provvedimenti per il contenimento della pandemia di Covid-19. Il bambino positivo, però, ha un contatto anche al di fuori della scuola con un’altra bambina. I genitori di quest’ultima hanno deciso di non mandare la bambina a scuola per motivi precauzionali, denunciando anche l’extra-contatto.

Dopo che i genitori scelgono di contattare l’Asl di Avellino per capire come muoversi e consentire alla bambina di ritornare a scuola ricevono la comunicazione che, essendo la piccola un contatto extra-scolastico, dovrà obbligatoriamente rispettare l’isolamento fiduciario. Nel frattanto, però e fortunatamente, la bambina si sottopone al tampone di verifica e risulta negativa.

Gli altri bambini della classe, intanto, seguono le lezioni in DAD e gli insegnanti, dopo sette giorni, effettuano il tampone. La scuola, però, non riceve comunicazione alcuna da parte dell’Asl relativamente alla piccola protagonista di questa storia che, quindi, non solo non può tornare in classe, ma non può neanche seguire le lezioni in DAD.

Nella giornata di ieri, 12 dicembre, la scuola manda la comunicazione che tutti i bambini devono sottoporsi a tampone di verifica e la bambina, esattamente come i suoi compagni, risulta ancora completamente negativa. La madre, a questo punto, raccoglie la documentazione che ne attesta la negatività e la inoltra sia alla scuola sia all’Asl di Avellino chiedendo di poter far tornare la figlia a scuola.

“Quando mia figlia potrà tornare a scuola?”

La scuola non ha dubbi e risponde: la bambina, adesso, può seguire le lezioni in DAD ma domani, essendo trascorsi dieci giorni, la bambina può uscire. La madre si presenta al drive-in dell'Asl chiedendo se la bambina dovesse effettuare il consueto tampone con il resto della classe o farne uno diverso perchè extra-contatto. L'Asl conferma che basta il test effettuato con il resto della classe. La madre, nel rispetto delle regole, ha acconsentito ma, a questo punto, la situazione s'ingarbuglia ulteriormente. Perchè, di fatto, l'Asl ha chiesto un "doppio-tampone", per poter liberare la bambina dalla quarantena, impedendo alla stessa di ritornare in classe ma, fino a questo momento, nessuno ha contattato la famiglia per effettuare il secondo test. Un passaggio che risulta anche difficile da immaginare, dato che la bambina ne ha effettuato un altro in data 12 dicembre e ricevendo risposta (ovviamente negativa) nella mattinata odierna. 

 A questo punto, la donna, come ovvio che sia, sottolinea all’Azienda Sanitaria Locale la totale inutilità di un ulteriore tampone ma, quest’ultima, afferma che, nel caso non fosse effettuato test di verifica, la bambina avrebbe dovuto trascorrere altri quattro giorni in quarantena. La piccola, quindi, rimane ancora imprigionata dalla burocrazia voluta dall'Asl che impone un doppio (e inutile) tampone ma che non ha la forza di verificare che un altro test è stato effettuato appena 24 ore prima. 

Al termine di questa trista e confusa vicenda, la madre di questa bambina ha una sola richiesta per l’Asl di Avellino: “Quando mia figlia potrà tornare a scuola?”.

Appare anche assurdo che un semplice caso di positività possa aver impantanato in questa palude burocratica un’intera famiglia. La bambina, intanto, è ampiamente negativa (come dimostrato dalle verifiche) ma non può tornare a scuola. L’Asl si è impuntato sulla realizzazione di un nuovo tampone a distanza di sole 24 ore da quello precedente (e che, ad ogni modo, sempre nel rispetto delle norme Covid, impedirebbe alla piccola di tornare a scuola per altre 48 ore). Quindi, in sostanza, una bambina del tutto negativa, per tornare in classe, ha una sola strada: effettuare l'ennesimo e superfluo tampone. 

Non possiamo fare altro che sollecitare l’Azienda Sanitaria Locale a trovare in tempi rapidi una soluzione che possa consentire a questa bambina di tornare quanto prima in classe, risparmiandole ulteriori e inutili stress (ennesimo tampone e lezioni in DAD); anche in virtù del fatto che le festività natalizie sono dietro l’angolo e, un ulteriore ritardo, non farebbe altro che posticipare all’anno venturo un ritorno in classe che, chiaramente, sarebbe già potuto tranquillamente avvenire.

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