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Cronaca Pratola Serra

Fca di Pratola Serra, dipendenti positivi a lavoro? I sindacati fanno chiarezza

Avellino Today ha raccolto le dichiarazioni di Giuseppe Zaolino, Segretario della Fismic Avellino

All’inizio di questo mese di novembre, presso la Fca di Pratola Serra, l’Asl di Avellino comunicava la presenza di 24 soggetti positivi e 16 in quarantena. In data odierna, ci giungeva la segnalazione che, presso la suddetta fabbrica, in questo momento, sarebbero impiegati dipendenti positivi a Sars CoV. 2. Lavoratori che, invece di rimanere presso le proprie abitazioni per svolgere il consueto periodo di quarantena, si recano regolarmente sul luogo di lavoro. 

Avellino Today ha cercato di fare luce sulla faccenda e ha contattato Giuseppe Zaolino, Segretario della Fismic Avellino:

“I casi registrati e ufficializzati, attualmente, sono 35 – afferma Zaolino – e questi sono numeri che arrivano dal comitato Anti-Covid, composto dal direttore dello stabilimento, il capo del personale, il comitato esecutivo composto da 5 componenti delle varie organizzazioni sindacali -compresa Fismic – e i delegati alla sicurezza. Possiamo dire, quindi, che la fabbrica è rappresentata nella sua totalità in questo organismo. Stiamo applicando in modo rigoroso il "Protocollo Burioni" che, all’interno di tutto il gruppo nazionale Fca, sta dando buoni risultati. Si sta mettendo in piedi un percorso in cui la sicurezza è l’elemento principale. Dobbiamo cercare di fare convivere l’economia con la pandemia. In fabbrica ci sono 450 dipendenti che, quotidianamente, producono 12 milioni di mascherine e questo è un progetto della Protezione Civile”. 

Ritiene possibile che, in questo momento, presso la Fca di Pratola Serra possano essere impiegati dipendenti positivi al Covid?

“Nella fabbrica abbiamo stabilito un protocollo che deve essere osservato da tutti; dal direttore fino all’ultimo dei dipendenti. Se non lo avessimo, la situazione sarebbe ingestibile. Gli asintomatici riconosciuti da un tracciamento sono in quarantena presso le proprie abitazioni e, in questo momento, ce ne sono una 50ina a casa. I dipendenti Fca, inoltre, vengono dal Napoletano, dal Casertano, da Salerno, da Benevento; se vogliamo lavorare in sicurezza bisogna osservare le regole. Dentro la fabbrica tutti hanno il dovere di denunciare, eventualmente, casi specifici. Proprio mentre cresceva la curva dei contagi, due settimane fa, noi abbiamo fatto una convenzione per consentire due tipi di tamponamento all’esterno, a una cifra molto bassa (20 euro n.d.r.) per capire subito chi ha contratto il virus. Dentro i grandi agglomerati industriali possiamo soltanto avere questo tipo di accortezze. I dipendenti positivi devono rimanere a casa in quarantena. Stiamo affrontando la questione con la massima razionalità”. 

Ci sarà la possibilità di fare uno screening di massa ai dipendenti della Fca?

“Lo screening di massa, nel protocollo della Fca, non è previsto. Inoltre, io non penso che questo sia il metodo giusto per combattere la pandemia. È più una risposta psicologica che pratica. Proprio per questo noi abbiamo offerto la possibilità agli iscritti di effettuare il tampone a un prezzo certamente abbordabile. L’attenzione maniacale deve essere nel tracciamento. E quando un dipendente scopre di essere venuto a contatto con un soggetto positivo, IMMEDIATAMENTE deve adoperarsi per fare il tampone; togliendosi, poi, anche un peso dallo stomaco. Diamo razionalità ai comportamenti. Un lavoratore non deve aspettare che l’azienda gli faccia il tampone. Un lavoratore deve fare il tampone, in primis, per rispetto nei confronti dei propri cari e, poi, anche verso i propri colleghi”.

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