Coronavirus, i docenti dell'ex 2^Circolo scrivono a Festa: "Non riapra le scuole"
"LASCI CHIUSE LE SCUOLE! Almeno fino alla agli inizi del nuovo anno"
Sp. Le Sindaco,
in un frangente storico inedito e convulso legato alla situazione pandemica, che sta coinvolgendo anche la comunità avellinese in tutte le sue componenti, anche noi DOCENTI dell'ex 2^Circolo (Primaria - Infanzia) avvertiamo il dovere /diritto di esplicitare la nostra posizione. Tanto, scevri da ogni atteggiamento che sappia di partigianeria faziosa e pregiudiziale, ma spinti da autentico spirito di collaborazione istituzionale e civica.
Una collaborazione responsabile che, facendo proprio il timore paventato dalle famiglie in ordine all'imminente riapertura delle scuole in presenza,e condividendolo in ogni sua implicazione, muove anzitutto da "un'operazione di verità" su quali siano le effettive dinamiche di una didattica nelle aule normali, quanto queste concorrano alla diffusione del contagio e quale distorsioni inverano, ostativamente, rispetto ad un sano benessere e apprendimento.
La Scuola, Sindaco, basa tutto sulle categorie della VICINANZA, della RELAZIONALITA', della CONDIVISIONE (anche di materiali), del CONTATTO, della COMUNICAZIONE efficace. Soprattutto, origina i suoi gesti da presupposti di benessere PSICO- FISICO - EMOTIVO ; in assenza di tali requisiti, essa fallisce miseramente nel suo intento di crescita e formazione personali.
Ciò premesso e richiamato, in relazione all'utenza minore, si chiarisca come tanto possa attuarsi :
- portando la mascherina per 4-5 (o oltre) ore, specialmente considerando la tenera età dei discenti ;
-avendo l'obbligo di immobilismo sulla propria sedia per la stessa durata, in barba alle più normali e fisiologiche esigenze di movimento, almeno saltuario ;
-avendo l'imperativo di non approssimarsi a compagno alcuno, neanche in spazi di pausa, né di condividerne oggetti, materiali giochi, strumenti...
-essendo nell'impossibilità di una visione /correzione /feedback /del proprio prodotto, in quanto condannato alla distanza anche dai docenti e alla loro scrivania ;
-in entrata e uscita,dovendo comporre e rispettare ordini di fila da automi e assolutamente impraticabili ;
-dovendo condividere, per forza di cose, spazi igienici con compagni compresenti, anche solo per accidentalita'(i bisogni non sono programmabili...)
-dovendo permanere in spazi chiusi per ore, in quanto la stagione invernale non consente la giusta areazione...
-rimarcando che, più di qualche allievo, per ragioni legate a salute o fattori personali, non può garantire l'uso della mascherina costantemente.
- soffermandosi doverosamente su casi di diversabilita' per i quali è impensabile qualsiasi fissità o sussidio sanitario??...
In tutto ciò, dunque in una tensione strisciante, non perdiamolo di vista, si dovrebbe apprendere, assimilare, costruire sapere e provare a crescere...
In tutta onestà, le sembra questo uno scenario EDUCATIVO?
Sul fronte sanitario, realisticamente, si diverrebbe solo complici di ciò che si vorrebbe evitare.
Oggettivamente, con tutte le precauzioni del caso, prontamente implementate dai Capi di Istituto, è pensabile che quanto prescritto sia attuabile? Si ha a che fare con "esseri viventi" o manichini?!??
Da ultimo, ma non per importanza, quale e dove la sicurezza per noi operatori? Quali e quante situazioni sono state effettivamente monitorate ad oggi? E con quale tempistica ed esito!???
Per quanto sopra, e tanto altro ancora, noi educatori intendiamo affiancarla in una decisione difficile, ma necessaria responsabile, etica :
LASCI CHIUSE LE SCUOLE! Almeno fino alla agli inizi del nuovo anno. Si avrà modo di spezzare circuiti di contagio che, al momento, sono vivi e operanti ; si vigilerebbe con cautela sull'andamento epidemiologico effettivo ; si darebbe una mano alle strutture sanitarie. Non escluso, si salverebbero vite umane. E tanto sarebbe sufficiente.
Sig. Sindaco, la storia di questa collettività la sta chiamando. Risponda, ispirandosi ai valori universali e primari della SALUTE, del BENESSERE, della VITA!
E i suoi cittadini, ne sia certo, sapranno apprezzare.
I DOCENTI (cittadini, genitori, membri della "sua" città).