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Cronaca

L'emergenza Coronavirus in Irpinia rischia di aggravare il problema dell'usura: non c'è tempo da perdere

È stato l’unico reato a crescere in questi mesi di emergenza Covid-19. In molte prefetture da nord a sud si susseguono focus sul disagio economico-sociale. L'onda lunga è attesa in autunno

La pandemia di Coronavirus rappresenta uno shock violento per l'economia, in Irpinia come nel resto d'Italia. L'allarme usura è altissimo. Ai tempi della crisi economica generata dal Covid-19, "le organizzazioni mafiose esercitano la loro pervasività attraverso l'usura, la rilevazione delle attività in crisi e l'intercettazione dell'enorme flusso di denaro pubblico - ha ricordato due giorni fa la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, nel messaggio in occasione della giornata della legalità, che ricorda la strage di Capaci - che poi porta anche ad alimentare fenomeni di corruzione e collusione e l'infiltrazione nel settore degli appalti. Ora più che mai, in questa situazione senza precedenti, lo Stato deve tenere alta la guardia. Le istituzioni e la società civile hanno tutti gli anticorpi necessari per impedire alla mafia di approfittare di questa gravissima emergenza".

L'usura è stato l’unico reato a crescere in questi mesi di emergenza Covid-19. Il rapporto del Viminale parla di un aumento quasi a doppia cifra percentuale nei primi tre mesi dell'anno. Una conferma e un allarme già previsto da in investigatori e  analisti.  Ma le denunce sono poche ed è difficile fornire numeri esatti.

Sostanzialmente si rischia di assistere a due fenomeni: o i criminali si offrono all'imprenditore come "semplici" finanziatori (con richiesta di restituzione dei contanti ovviamente a tassi di usura), o utilizzano il mezzo più subdolo: diventare soci dell’imprenditore, di fatto controllandone l’attività e di fatto obbligandolo a fare precise scelte o costringendolo ad assumere determinato personale. Purtroppo però sarà sempre il titolare a dover rispondere in caso di attività che diventino penalmente rilevanti. C'è anche terza forma, la più  complessa da individuare per gli investigatori, quella che vede il finanziatore esterno mettere i fondi necessari nella ditta, di fatto riducendo il titolare ad un mero prestanome.

"L'usura non si è mai fermata. L'usura arriva tempestiva, ti dà i soldi che vuoi e non chiede garanzie, se non la tua vita. Sa che se anche non hai una casa di proprietà, quando la minaccia dell'usura incombe, tu muoverai ogni cosa possibile per ridare quei soldi. È l'unico reato che è aumentato nella fase di pandemia, +9%". Così Roberto Saviano domenica sera a Che tempo che fa su Rai2. "In questi mesi l'usura ha un meccanismo davvero subdolo, ha abbassato gli interessi: prima 400, 500%, adesso 10, 5%, a volte non chiedono neanche interessi. Finita la pandemia si prenderanno quello che vorranno. C'è una fretta a prendere negozi, aziende. Perché questa urgenza? Sanno che prima o poi gli aiuti arriveranno, quindi vogliono prendere il negozio o l'azienda per poi prendersi anche gli aiuti che arriveranno dall'Europa e dal Governo. Vogliono guadagnare due volte".

Antonio Decaro, sindaco di Bari e Presidente dell'Anci, ha di recente sottolineato quanto sia delicata la fase che stiamo vivendo per molte imprese. "Cominciano le prime tensioni sociali che sono diverse da quelle della prima fase" dice. "Basta vedere le manifestazioni dei titolari delle partite Iva che si susseguono nelle nostre città, tendono ad aumentare all'interno di quelle manifestazioni che magari all'inizio della fase 2 erano più circoscritte e non mostravano particolari vivacità. Oggi invece ci sono situazioni in cui durante le manifestazioni si alzano i toni e spesso sono i sindaci a dover gestire la tensione sociale. E' successo a Roma, a Firenze, all'Assessore al Commercio alla città di Milano. Dobbiamo stare attenti".

Il problema della tensione sociale, secondo il presidente dell'Anci, non è l'unico per il nostro Paese in questo momento: "C'è anche un altro problema - spiega Decaro - perché alle manifestazioni, in particolare quelle dei gestori delle attività economiche, si presentano persone legate alla criminalità organizzata che probabilmente all'interno di quelle manifestazioni individuano le persone più fragili che sono i titolari di attività economiche che hanno difficoltà a ripartire o famiglie che ancora non hanno ottenuto la cassa integrazione in deroga e hanno difficoltà dal punto di vista economico. Diventa facile per la criminalità, che è resiliente, cercare di entrare all'interno dell'azienda tramite l'usura per togliere l'azienda al titolare oppure offrire soldi in prestito alle famiglie magari incensurate per chiedere in cambio di nascondere droga o armi".

C’è bisogno di liquidità e gli usurai, come le organizzazioni criminali, hanno molti soldi “cash” da offrire, presentandosi alle loro vittime come i 'benefattori' che offrono un sistema di 'welfare alternativo', denunciava Libera il mese scorso: "La nuova modalità dell'usuraio, specie in questo periodo, è di non guardare tanto all'interesse al quale offre il 'prestito', anzi, ora può permettersi di fare anche lo stesso interesse che applica la banca. Con la differenza che l'usuraio, a differenza della banca, si presenta come amico e all'inizio non fa alcun problema. Questo perché l'obiettivo degli usurai, più che riavere i soldi, è quello di appropriarsi delle attività delle loro vittime, bar e ristoranti, innanzitutto".

E' reale il rischio che la mancanza di liquidità o il ritardo nell'attuazione degli interventi di sostegno costituisca un'occasione d'oro per la criminalità organizzata. 30 miliardi di euro l’anno. È il giro d’affari nel nostro paese. Più di un terzo controllato dalla criminalità organizzata. Cifre approssimative se solo si pensa al sommerso. Il Viminale - nell'ultima Relazione annuale firmata dal commissario straordinario antiracket e antiusura, Annapaola Porzio - disegna un fenomeno criminale che conserva "una dimensione preoccupante", favorito da "un atteggiamento tendenzialmente reticente delle vittime, ora per paura, ora per un malriposto sentimento di sudditanza o gratitudine nei confronti dell'usuraio, ora per una forma di indifferente connivenza, ora per la sottovalutazione di quanto sta accadendo". 

Agevolare il più possibile le misure per la ripartenza, e farlo in fretta. In alcune prefetture italiane da nord a sud si sono svolti in questi giorni focus sul disagio economico-sociale conseguente agli effetti della attuale situazione epidemiologica: vi partecipano telematicamente a secona dei casi forze dell'ordine, imprenditori, politici, amministratori e rappresentanti degli istituti di credito e rappresentanti di numerose associazioni di categoria. Emerge la necessità di accelerare le procedure di accesso al credito per cittadini ed imprese al fine di dare ossigeno al tessuto produttivo, ma anche l'urgenza di garantire che l’ingente flusso di risorse siano utilizzate in un contesto di piena legalità: è una delle sfide più difficili dei prossimi mesi. Forse, la più complessa. L'onda lunga del rischio usura è attesa in autunno secondo molti autorevoli osservatori, quando le conseguenze della crisi economica già incominciata potrebbero mettere in ginocchio molte aziende.

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