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Cronaca

La Campania in zona arancione da oggi: nei bar solo acqua a partire dalle 11

L'ordinanza di De Luca inasprisce i divieti e ferma la vendita di alcolici dal mattino per stoppare il rito dello scambio dei doni in strada

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha pubblicato ieri l'ordinanza che porta il suo territorio in zona arancione a partire da oggi, domenica 20 dicembre. E già che c'era il governatore ha anche aggiunto altre regole per rendere ancora più stringenti le limitazioni. Così la regione si è trovata prima con la beffa del decreto 18 dicembre n. 172 che ha certificato la zona gialla per soli quattro giorni (dal 20 al 23) e poi con l'annullamento anche di quei giorni con l'ordinanza di De Luca. 

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Il governatore, tra le prime ipotesi, meditava anche la chiusura di pescherie e generi alimentari per il giorno 24. Un modo per fermare assembramenti e folla di gente per i rituali aperitivi natalizi. Ma con l’ordinanza di ieri pomeriggio non c’è alcun passaggio da zona arancione a quella gialla, con molte meno restrizioni e comune a tutte le regioni d’Italia, tranne l’Abruzzo. Nell'ordinanza sono previste le seguenti misure di prevenzione e contenimento del contagio da Covid-19. Con efficacia dal 20 dicembre 2020 e fino al 23 dicembre 2020:

  • 1. Confermate tutte le misure vigenti alla data odierna per effetto di disposizioni statali - ivi comprese quelle di cui all'art.2 del DPCM 3 dicembre 2020 (cd. "zona arancione") - nonche' regionali (Ordinanza n. 96 del 10 dicembre 2020 su controlli degli arrivi e limitazioni alla mobilita' sul territorio regionale).
  • 2. Divieto per i bar e gli altri esercizi di ristorazione, dalle ore 11,00 del mattino, di vendita con asporto di bevande alcoliche e non alcoliche.
  • 3. Per tutto l'arco della giornata, divieto di consumo di cibi e bibite, anche non alcoliche, nelle aree pubbliche ed aperte al pubblico, ivi comprese le ville e i parchi comunali;
  • 4. Per tutti gli esercizi commerciali, obbligo di misurazione della temperatura corporea agli avventori all'ingresso dei propri locali e di inibire l'ingresso laddove la temperatura risulti superiore a 37,5 ° C.
  • 5. Raccomandazione ai Comuni e alle altre Autorita' competenti di intensificare la vigilanza e i controlli sul rispetto delle disposizioni vigenti, in particolare nelle zone della cd. "movida"
  • 6. Raccomandazione ai Comuni ai fini dell'adozione, laddove necessario, di provvedimenti di chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, ai sensi delle disposizioni vigenti, nonche' delle disposizioni di cui al precedente punto 3. 

In particolare l'ordinanza è molto chiara in merito a uno dei riti delle feste, sia per Natale che per Capodanno, l'abitudine di decine di migliaia di persone di tutte le età di riversarsi nelle strade principali del proprio Comune per fare aperitivi con gli amici scambiandosi gli auguri e piccoli doni. Una tradizione degli ultimi anni che parte di solito di mattina con enormi e festosi assembramenti in tutti in centri urbani, dalle città ai piccoli Comuni e contro cui l'ordinanza infligge uno stop assoluto con il divieto di vendita di qualsiasi bevanda anche non alcolica in strada dalle 11 del mattino in poi. 

Ma a Capri vale la zona gialla (per ora)

Ma c'è chi reagisce. I comuni di Capri ed Anacapri dispongono, con due ordinanze, che da domani sull'isola si applichino le norme della fascia gialla e non quelle della zona arancione disposta oggi per la Campania dal governatore Vincenzo De Luca. Pertanto i ristoranti potranno aprire e svolgere servizio ai tavoli fino alle 18: "I sindaci ritengono che la particolare condizione dell'isola e i controlli agli imbarchi garantiscano a sufficienza la sicurezza senza bisogno di ulteriori restrizioni, e intendono adeguarsi alle disposizioni del ministero della Salute (che prevederebbe da domani per la Campania la zona gialla) invece che a quelle della Regione". A questo punto De Luca farà probabilmente ricorso e il Tribunale Amministrativo Regionale darà ragione all'uno o agli altri. 

Intanto a Napoli è arrivata la revoca dell'ordinanza anti assembramenti firmata oggi dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris che prevedeva, in caso di assembramento in 49 luoghi della città a rischio, l'interdizione delle aree per il tempo necessario a ripristinare le condizioni di sicurezza. Nell'atto di revoca si legge che "tale ordinanza si giustificava per il fatto che alla regione Campania, e quindi alla città di Napoli, da domani e fino al 23 dicembre 2020 si sarebbero dovute applicare le misure di contenimento dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 previste dall'articolo 1 del Dpcm 3 dicembre 2020 e valide sull'intero territorio nazionale (cosiddetta "zona gialla"), le quali non prevedono la chiusura delle attività produttive né il divieto di spostamento all'interno del Comune". 

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Ieri intanto la protesta è partita dai ristoratori del lungomare cui si sono uniti nel pomeriggio anche operatori di altre zone della città. Sul posto, carabinieri e polizia. Il sit-in dovrebbe concludersi nelle prossime ore, ma non si escludono nuove manifestazioni domani mentre le associazioni di categoria si appellano al prefetto di Napoli per una revoca dell'ordinanza regionale.

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