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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus in Campania, De Luca: "Abbiamo ancora 700 ricoverati, il problema non è cancellato"

Le parole del Presidente della Regione Campania: "Sento dire che i Pronto Soccorso della Campania sono stati chiusi. Quando mai? Solo Loreto Mare e San Giovanni Bosco, in quanto avevamo una valanga di malati Covid"

Nel corso del consueto appuntamento con la videodiretta del venerdì pomeriggio, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha fornito gli ultimi aggiornamenti sui provvedimenti adottati dalla Regione per imprese e cittadini, sull'epidemia Covid, sulle ultime questioni che riguardano la sanità, sull'emergenza Ucraina e su tutti gli altri importanti fatti che riguardano la Campania.

Covid: "Bisogna gestire il problema dei posti letto con prudenza"

Sull'emergenza coronavirus, il Governatore si sofferma su quanto accaduto al Pronto Soccorso del Cardarelli di Napoli: "Stiamo lavorando per cancellare quelle immagini che fanno male e che sporcano l'immagine della nostra sanità. Sento dire che i Pronti Soccorsi della Campania sono stati chiusi. Quando mai? Sono stati chiusi quelli del 'Loreto Mare' e del 'San Giovanni Bosco' perché avevamo una valanga di malati Covid che dovevamo accogliere da qualche parte. E, anche al Cardarelli, sono stati sacrificati alcuni reparti per accogliere pazienti Covid. Siamo in questa fase di transizione: noi dobbiamo riprendere alcuni posti letto, in quanto c'è stata una riduzione. Ma attenzione: abbiamo ancora 700 ricoverati Covid. Il problema non è cancellato, bisogna gestire anche questo problema dei posti letto con un po' di prudenza".

"Abbiamo approvato ieri l'ordinanza relativa all'obbligo della mascherina per quelli che sono a contatto con il pubblico, in particolar modo per i ristoranti, per chi lavora nelle cucina o serve i piatti ai tavoli" continua De Luca. "Dobbiamo essere prudenti e arrivare bene a settembre-ottobre, quando dovremmo avere un vaccino che riuscirà a resistere totalmente alle varianti Covid. Abbiamo dovuto reggere l'emergenza con il personale di cui disponevamo e lo abbiamo retto in maniera straordinaria, sicuramente con qualche battuta di arresto in qualche settore, ma abbiamo mantenuto gli impegni e i risultati".

Guerra in Ucraina: "Le parole non servono più a nulla, decideranno le armi sul campo"

Sulla guerra in Ucraina: "Non vale la pena di perdere tempo, perché discutiamo a vuoto, nel momento in cui è stata interrotta ogni azione diplomatica. Si tratta di aspettare soltanto l'esito della guerra. È un discorso amaro, ma la realtà è questa. Le parole non servono più a nulla, decideranno le armi sul campo. In questa settimana, una sola voce che ho ascoltato è quella di ragione e umanità, ossia quella di Papa Francesco. Dieci mesi fa, non si sapeva neanche dove fosse l'Ucraina. Dieci mesi fa, l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale era concentrata tutta sull'Afghanistan e sulla fuga degli occidentali da Kabul e dalle altre città afghane. Lì, c'era un governo fantoccio, messo su dagli Stati Uniti d'America, che non è durato nemmeno 24 ore. Si è sciolto senza neanche un colpo di fucile, a dimostrazione che era pura invenzione. Dieci mesi fa, non erano alle porte delle invasioni come quelle fatte in Ucraina, né ragionamenti sulla geopolitica. L'unica novità è stata la richiesta dell'Ucraina di entrare nella NATO e la risposta di piena disponibilità da parte dei Paesi occidentali ad accoglierla nell'Alleanza Atlantica. Questo è stato anche un pretesto per la Russia, che ha le sue responsabilità, ma ogni iniziativa dell'Europa per evitare quest'invasione è stata completamente assente. L'unico risultato di questa guerra, per ora, è la strage delle popolazioni civili. Ma questa strage, oltre che parlare a Papa Francesco, sembra non parlare più a nessuno".

Due sono le cose denunciate dal Pontefice, fa notare il Governatore: "Il bagno di sangue e le ricadute economiche, pesanti, ma che avremo in maniera molto più pesante tra qualche mese, in relazione alle forniture energetiche. Da questo punto di vista, ci sono stati due o tre Paesi (Ungheria, Bulgaria) che hanno cominciato a parlare di armi, dinanzi a ipotesi di sanzioni ulteriori alla Russia e blocco dell'acquisto di petrolio. Questi Paesi hanno detto, chiaro e tondo, che non avrebbero bloccato niente, perché sarebbe significato bloccare l'economia di quei Paesi. Vedrete che, nel giro di qualche mese, saremo costretti tutti a fare lo stesso ragionamento. Prima di tre anni, l'Italia non avrà nessuna autonomia energetica: sta andando in giro per il mondo, al fine di ampliare le forniture, ma stiamo parlando di massimo 5 miliardi di metri cubi di gas, mentre noi acquistiamo dalla Russia 30 miliardi di metri cubi. Stiamo andando incontro a uno scenario estremamente preoccupante".

Rischiamo di avere la seguente situazione: "Il PIL dei vari Paesi non cresce, e così nemmeno l'economia, il lavoro e, contemporaneamente, cresce l'inflazione, ossia si riduce il potere d'acquisto dei salari. In sostanza, abbiamo meno soldi nelle buste paga. Già adesso si sta verificando un aumento del costo della vita, ma l'inflazione galopperà. Nessuno, e dico nessuno, tranne il Papa, si sta impegnando sulla linea di un 'cessate il fuoco'. Non sarebbe difficile averlo per una settimana, al fine di far incontrare i responsabili politici del conflitto. Ma, per fare ciò, occorrono due cose: bisogna dire alla Russia di congelare ogni iniziativa occidentale; d'altra parte, bisogna dire ai Paesi occidentali di fermare l'invio di armi in Ucraina. È ovvio che se si continuano a inviare fiumi di armi, il 'cessate il fuoco' non arriverà mai ".

Stazione sciistica Laceno: "I lavori partiranno a breve"

Infine, sulle iniziative messe in campo della Regione Campania: "Partiranno a breve i lavori per una bella opera che abbiamo finanziato per 13 milioni di euro: la stazione sciistica del Lago Laceno. Vi ricordo che abbiamo già riattivato la funivia del Faito e di Montevergine. Andiamo avanti con gli investimenti nell'ambito dei trasporti e delle opere pubbliche". 

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