Coronavirus in Campania, De Luca: "In guerra bisogna correre, chiedo la distribuzione equa dei vaccini"
Le dichiarazioni del Governatore nel corso dell'appuntamento odierno: "L'obiettivo è portare la Campania fuori dall'emergenza entro la fine di quest'anno. Dovremmo fare almeno 4.600.000 somministrazioni, intese come prime dosi, perché ciò rappresenta già uno scudo alla diffusione del contagio"
Coronavirus in Campania. Nel corso del consueto appuntamento con la videodiretta del venerdì pomeriggio, il Governatore Vincenzo De Luca traccia il punto della situazione sull'epidemia nella nostra regione.
"In guerra bisogna correre, nessun formalismo"
Il Presidente ritorna sulla questione vaccini: "Draghi ha detto che quella di ieri è una giornata di dolore, ma anche di speranza. Noi siamo stati la prima regione d'Europa a essere investita dal contagio, ma sicuramente molte cose si potevano evitare, con scelte più responsabili e, in qualche territorio, con decisioni da prendere con più coraggio: istituire zone rosse subito, per evitare che si contassero decine di morti a causa del contagio. Abbiamo assistito a cose sbagliate, al mercato nero dei vaccini: cosa che ha danneggiato in particolar modo la Campania. Abbiamo scontato la mancata decisione su punti fondamentali come, ad esempio, la produzione di vaccini: avremmo impiegato 6 mesi, ma avremmo dotato l'Italia di vaccini. Credo sia stato l'errore principale. E, poi, abbiamo scontato anche problemi di burocratismo assurdo. Per aprire un centro vaccinale, ci vogliono protocolli, interventi di Nas e Carabinieri mentre, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Israele si facevano anche nei parcheggi. In guerra, non bisogna rispettare i protocolli delle Asl che, qui, funzionano come se niente fosse. Finalmente, si sta capendo che in guerra bisogna correre e non bisogna dare vita a formalismi".
La richiesta, poi, al Commissario Straordinario Figliuolo: "Di ripristinare, ad aprile, una distribuzione equa dei vaccini. La popolazione della Campania ammonta a circa il 9,6% del totale nazionale. Quindi, la Campania deve avere il 9,6% di vaccini. Nulla di più, nulla di meno. Dovremmo avere circa 126.000 in più. Abbiamo, invece, 30.000 vaccini in meno rispetto all'Emilia-Romagna, molti vaccini in meno rispetto al Lazio che ha la stessa popolazione della Campania, mentre la Lombardia ha più del doppio dei vaccini della nostra regione. Ci è stato chiesto di privilegiare altre regioni perché avevano una popolazione più anziana. Abbiamo fatto finta di accettare questo criterio, ma con la condizione che, ad aprile, si sarebbe ripristinato il principio 'un cittadino, un vaccino'. Per questo, mi sono rivolto al Commissario Straordinario. Ovviamente, chiedo che questa percentuale venga rispettata anche rispetto alle diverse tipologie di vaccini: anche qui, vi è stata una sperequazione. L'obiettivo ve l'ho detto: è quello di portare la Campania fuori dall'emergenza Covid entro la fine di quest'anno. Questo significa che dovremmo fare almeno 4.600.000 somministrazioni, intese come prime dosi, perché ciò rappresenta già uno scudo alla diffusione del contagio".
Caso AstraZeneca chiuso: "Vi invito a vaccinarvi"
Chiusa la questione AstraZeneca: "Con questo vaccino, abbiamo vaccinato già 140.000 persone: 120.000 nell'ambito scolastico, 20.000 nelle Forze Armate. Per ora, non abbiamo avuto particolari casi. Dobbiamo procedere con ragione. So che il Governo vuole assumere dei testimonial per dimostrare che ci si può vaccinare con AstraZeneca: mi auguro che a Totti non capiti di diventare vittima di una campagna di sciacallaggio. A dicembre dello scorso anno, c'era un clima più o meno analogo: allora, in relazione all'unico vaccino disponibile (Pfizer) c'erano No-Vax scatenati. Bisogna avere fiducia ed essere responsabili, freddi. Vi invito a vaccinarvi".
"Siamo al 27% con le terapie intensive, stiamo attenti"
Sull'emergenza Covid-19 in Campania: "Dobbiamo stare attenti, perché abbiamo la maggiore densità abitativa d'Europa, oltre che d'Italia, per cui la diffusione delle varianti nella nostra regione può essere alta. Il primo valore è la vita da difendere, non possiamo scherzare su questo. Abbiamo, ancora una volta, oggi, un grande numero di sintomatici, di cui un 10-15% che richiede ricoveri ospedalieri. Questo significa trovare almeno 50 posti in più nelle nostre strutture ospedaliere. Stiamo reggendo con le terapie intensive e con le degenze in area medica. Contrariamente a quanto accaduto in Piemonte, non stiamo chiudendo altri reparti, stiamo facendo il possibile per reggere. Vogliamo dare assistenza medica anche a chi non ha problemi di Covid. Per le terapie intensive, siamo al 27%, la soglia critica è al 30%. Se si va oltre il 30-35%, diventerà inevitabile chiudere altri reparti".
"Abbiamo pensato di vaccinare gli studenti delle scuole over 16, ma..."
Sulle vaccinazioni in Campania: "Abbiamo vaccinato in totale, almeno con la prima dose, 633.000 nostre concittadini cittadini: prime dosi 422.000, seconde dosi altre 211.000. Nella sanità, abbiamo completato con la seconda dose la vaccinazione di tutto il personale ospedaliero e sanitario, per avere strutture sicure. Per gli over 80, abbiamo dato la prima dose al 73%, 122.000 dosi, 63.000 over 80 hanno fatto anche la seconda dose. Nel mondo della scuola, hanno avuto la prima dose pressoché tutta la popolazione scolastica. Questo è un obiettivo strategico in Campania. Abbiamo condotto una verifica anche sulla possiiblità di vaccinare i ragazzi sopra i 16 anni, in quanto questo avrebbe permesso di riaprire le scuole, ma, viste le limitate dosi di Pfizer, queste vanno a personale sanitario e pazienti fragili, a cui dobbiamo salvare la vita. Quando dovesse essere disponibile un vaccino anche per i ragazzi, noi daremo priorità a tutto il mondo della scuola: docenti, non docenti e alunni. Capiamo che le scuole chiuse sono un problema, per le famiglie, per i ragazzi e per le ragazze. Faremo di tutto per riaprire il prima possibile, ma in sicurezza. Abbiamo dei ragazzi in terapia intensiva: parliamo di ragazzi di 16-18 anni, situazioni delicate. Abbiamo il dovere di garantire la vita per chi insegna, per chi lavora e per i ragazzi che rischiano di portare il contagio in famiglia. Anche per il personale delle Forze Armate, siamo al 73% con la somministrazione della prima dose, mentre per gli over 70 siamo già a 2.000 dosi somministrate".
De Luca chiarisce anche la questione delle categorie fragili: "Nell'ambito dei pazienti fragili abbiamo due sottocategorie: una prima categoria di persone con malattie respiratorie, cardiocircolatorie, neurologiche, problemi di diabete, fibrosi cistica e insufficienza renale, malattie autoimmuni ed epatiche, cerebrovascolari, pazienti oncologici, con sindrome di Down, pazienti che hanno subito trapianti, che soffrono di obesità grave o immunodeficienza da HIV, per i quali noi contiamo sull'aiuto dei medici di famiglia, al fine di consentirci di vaccinare in tempi rapidi questa categoria; una seconda categoria con disabilità grave, che rientrano nell'art. 3 comma 3 (disabilità fisica, intellettiva, psichica), che graverà sulle strutture pubbliche. Oggi, dobbiamo avere una corsia preferenziale per i pazienti fragili. Poi, abbiamo da completare il resto delle vaccinazioni. Credo che, finalmente, anche il Governo si stia orientando per fasce di età, e non più per categorie. Si inizierà dagli over 70. Quando, in Campania, abbiamo deciso di vietare l'accesso alle seconde case, è perché la situazione è delicata, e qualsiasi provvedimento contro la mobilità venga in più, è motivato da tale situazione".
"Ieri una giornata triste, mi auguro che non si dimentichi la gerarchia dei valori"
Il Presidente ha inaugurato la sua videoconferenza, rievocando la Giornata delle Vittime del Covid, celebrata ieri: "Una giornata triste. Una giornata di ricordo per le vittime del Covid. Voglio rinnovare il mio saluto affettuoso alle famiglie che hanno perduto i loro cari e che hanno vissuto momenti drammatici. Abbiamo rivisto immagini che rimarranno incancellabili nella nostra memoria e nella storia del nostro Paese. Abbiamo vissuto giornate in cui si respirava un clima di tragedia, smarrimento, paura, dolore e solitudine. Tanti, anche nel mondo sanitario, facevano fatica a capire la dimensione del problema. Abbiamo rivisto immagini che ci hanno portato alla tragedia di tante persone anziane, le vittime più drammaticamente colpite in quest'emergenza sanitaria. Abbiamo rivisto anche la condizione di solitudine di tutti quelli che, pur essendo guariti, venivano guardati con sospetto anche da persone vicine. Sono immagini che hanno rinnovato in noi questo sentimento di dolore. Mi auguro che quello che abbiamo imparato in quelle giornate drammatiche non ci faccia dimenticare la gerarchia dei valori, la vita prima di tutto, da difendere".