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Cronaca Cervinara

Coronavirus a Cervinara, i genitori scrivono al Ministro Bianchi per la scuola in presenza

"Occorre aprire perché i nostri figli hanno bisogno che gli venga (ri)data fiducia. Non sarà certamente la chiusura perenne delle scuole ad evitare i focolai"

Un gruppo di genitori di Cervinara ha deciso di scrivere alle Istituzioni per esprimere il proprio disaccordo in merito alla chiusura della scuola e al perdurare della didattica a distanza, misura che è stata adottata in seguito all'escalation di casi di positività da Covid-19 al fine di contenere l'emergenza epidemiologica nel comune irpino. Di seguito riportiamo la lettera inviata al Ministro dell'Istruzione Bianchi, al Sindaco Caterina Lengua e alla Dirigente dell'Istituto "F. De Sanctis" Prof.ssa Antonia Marro nella quale i genitori sostengono chiaramente la necessità per il bene dei loro figli di ritornare alla didattica in presenza.

 "Egregie Istituzioni,

siamo un nutrito gruppo di genitori di Cervinara, AV, favorevoli alla scuola in presenza ed in sicurezza.
Vi scriviamo per porvi delle riflessioni nate dal perdurare della didattica a distanza nel nostro paese.
Consapevoli della delicatezza del momento, sappiamo che la decisione della didattica a distanza ricade tra le misure di contenimento che un Sindaco può prendere in seguito ad una relazione ASL sul quadro epidemiologico del paese e quale garante della salute pubblica.
Siamo consapevoli, altresì, che tutti siamo chiamati ad una corresponsabilità affinché la curva dei contagi scenda; ma poiché non è possibile prevedere se e quando questo accadrà, vi poniamo delle domande alle quali vorremmo siano date delle risposte chiare.

La decisione sulla chiusura delle scuole è avvenuta quando nel paese i contagi erano circa 30, quindi, quando l’indice di contagiosità non era ancora considerato preoccupante. Inoltre, i casi verificatisi a scuola sono stati gestiti seguendo la normativa nazionale, ovvero con le quarantene. Dallo screening fatto in data 28 ottobre, su 107 persone, oltre alle classi messe in quarantena, anche ai docenti e al personale, non sono emerse altre positività, ma sono state confermate  quelle di 2 studenti.Tutto ciò ha confermato il funzionamento dei protocolli di sicurezza a scuola e, soprattutto, che la Scuola è un luogo SICURO, ma è stata comunque chiusa e ad oggi lo è ancora.
Il rientro in classe al momento è previsto per il 23 novembre. Ma chiediamo se i contagi dovessero risalire nuovamente e se si dovesse verificare un nuovo focolaio Covid, sarà sempre la Scuola a pagarne le conseguenze?
Saranno sempre i nostri figli a dover rinunciare ad un loro DIRITTO e a restare chiusi in casa in Dad, mentre il paese continua la sua vita normale?
Noi crediamo che oggi ci voglia un atto di fiducia verso la scuola e verso gli studenti. Occorre aprire perché i nostri figli hanno bisogno che gli venga (ri)data fiducia. Non sarà certamente la chiusura perenne delle scuole ad evitare i focolai. L’Istituto Superiore di Sanità ci ripete che il virus ci accompagnerà ancora per anni e, dunque, chiudiamo la scuola definitivamente?
La scuola, lo ripetiamo, è un luogo sicuro, in cui i protocolli di sicurezza vengono rigorosamente rispettati, è quel luogo in cui i nostri figli, i docenti, il personale tutto, indossano per sei ore consecutive la mascherina, si distanziano, usano i dispositivi di igienizzazione. L’efficacia  di tali misure l’abbiamo sperimentata  perché hanno consentito il non diffondersi del contagio tra gli studenti.
Oggi in questo paese come in tutta Italia non è vietato fare feste, non è vietato prendere un caffè con un amico, situazioni che  sappiamo bene essere ad alto rischio di contagio. La scuola è definita per legge un luogo a basso rischio quindi crediamo che si possa riaprire la scuola, crediamo che con un atteggiamento di corresponsabilità si possa riaprire in sicurezza.
Autorevoli pedagogisti hanno scritto che il perdurare della Dad ci porterà a pagare un conto salato. Gli effetti della DAD sono deleteri sullo sviluppo neurocognitivo dei bambini e ragazzi, creano distonie sociali, accentuano il divario sociale. La DAD è stata uno strumento temporaneo ed emergenziale non può diventare la prassi o la soluzione più semplice, come accade in questo paese.
Noi genitori abbiamo difficoltà oggettive, come chiedere continui permessi a lavoro o addirittura scegliere se seguire l'istruzione dei figli oppure il lavoro; per i bambini più piccoli, di infanzia e primaria, è necessaria la presenza di un adulto, non possono stare soli in casa a seguire la Dad.

La Scuola non bisogna toccarla più. Essa va tutelata e garantita a tutti e in egual modo. I nostri figli devono avere le stesse possibilità e lo stesso accesso all’ istruzione dei figli di altre terre.
La Scuola deve essere il fulcro di tutte le azioni comunali atte a preservarla.
La Scuola, è inclusione, è famiglia, è gioco, è società, è vita, è identità ed è anche territorio.
Mettiamola al centro, facciamola diventare, come succede in altri contesti attorno a noi, il motore educativo, formativo, sociale ed etico della nostra comunità. Ne avremo beneficio tutti, riconoscendo un DIRITTO che bambini/ragazzi, madri e padri non dovrebbero implorare, come sta avvenendo oggi, qui.
Chiediamo, pertanto, che venga data voce anche a noi, alle nostre legittime considerazioni.
Chiediamo che la SCUOLA SIA PRESERVATA e chi ne ha il dovere istituzionale deve assumersi anche qualche responsabilità".

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