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Sabato, 30 Settembre 2023
Cronaca

Il carcere di Avellino è allo sbando, FP Cgil: "Non aspettiamo il martire, interveniamo ora!"

La situazione all'interno del carcere di Avellino continua a destare preoccupazione, con segnali di criticità che emergono dai racconti dei poliziotti penitenziari che lavorano ogni giorno per garantire la sicurezza all'interno degli istituti di detenzione: "La salute dei poliziotti penitenziari è una priorità"

La situazione all'interno del carcere di Avellino continua a destare preoccupazione, con segnali di criticità che emergono dai racconti dei poliziotti penitenziari che lavorano ogni giorno per garantire la sicurezza all'interno degli istituti di detenzione. Mirko Manna, Coordinatore Nazionale Polizia Penitenziaria FP Cgil, e Orlando Scocca, Coordinatore FP CGIL Regione Campania Polizia Penitenziaria, hanno espresso gravi timori riguardo alle condizioni di lavoro e alla gestione della casa circondariale di Bellizzi Irpino. Le loro testimonianze gettano luce su una realtà difficile e spesso trascurata "Siamo venuti appositamente da Roma per valutare la situazione reale. Stiamo parlando di turni massacranti che superano le 12 ore. C'è anche un continuo avvicendamento dei direttori, nonostante ce ne sia uno titolare impiegato dall'amministrazione del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Questo cambio frequente di dirigenti sta danneggiando l'amministrazione penitenziaria, e all'interno del carcere di Avellino, si nota una totale disorganizzazione delle unità operative”, afferma Mirko Manna.

La lunghezza dei turni e la rotazione dei dirigenti rappresentano un serio problema per la stabilità e l'efficienza delle carceri italiane. I poliziotti penitenziari devono affrontare un carico di lavoro estenuante, con conseguenze negative sulla loro salute fisica e mentale. "Oltre ai problemi legati ai turni, c'è una carenza strutturale di personale; mancano almeno 40 unità, come avevamo già segnalato in precedenza al capo DAP. Abbiamo richiesto l'invio del personale in modo da ripristinare i livelli minimi di sicurezza, ma ora la sicurezza è compromessa e il personale è costretto a coprire tre/quattro posti di servizio, il che è insostenibile", prosegue Manna.

La carenza di personale rappresenta una grave minaccia per la sicurezza all'interno delle carceri. I poliziotti penitenziari si trovano a operare in condizioni difficili e rischiose, senza le tutele necessarie per garantire la loro incolumità.

La violenza e il deterioramento delle condizioni di lavoro

"Come sindacato, ogni giorno affrontiamo atti di violenza nei confronti della polizia penitenziaria. Con una media di 20 eventi critici al giorno in tutta Italia, di cui circa 10 portano il poliziotto in ospedale. Abbiamo purtroppo registrato 80 suicidi nel nostro corpo negli ultimi 10 anni, tutti collegati allo stress correlato al lavoro, il che è inaccettabile", denuncia Manna.

La violenza all'interno delle carceri rappresenta una costante minaccia per i poliziotti penitenziari, che devono affrontare situazioni pericolose quotidianamente. Il deterioramento delle condizioni di lavoro, insieme alla mancanza di personale, rende la situazione ancora più grave. "Chiederemo al governo di rivedere la struttura penitenziaria, poiché le carceri sono obsolete e trattano gli individui in modo disumano. Oggi ci confrontiamo con la realtà che il Provveditore della Campania, la dottoressa Castellano, sembra non vedere. Il 15 agosto è venuta qui dicendo che tutto va bene, ma la realtà è diversa. Ieri c'è stata una rissa tra detenuti, quindi oggi approfondiremo ulteriormente anche questo ennesimo episodio di violenza”, conclude Manna.

La richiesta di riforme strutturali nelle carceri italiane è una richiesta urgente. È necessario investire nelle infrastrutture e migliorare le condizioni di detenzione per garantire un ambiente più sicuro per i detenuti e i poliziotti penitenziari.

ll problema della stabilità dei dirigenti

Gli fa eco Orlando Scocca Coordinatore FP CGIL Regione Campania Polizia Penitenziaria: 'Ho chiesto l'intervento del coordinatore nazionale per una ragione precisa, oltre al fatto che già ci rivolgemmo al provveditore: desideriamo che queste voci e questioni siano portate anche a livello nazionale. In caso contrario, non vediamo una soluzione'", sottolinea Scocca.

La mancanza di stabilità dei dirigenti all'interno delle carceri è un altro punto critico. La rotazione frequente dei dirigenti rende difficile l'attuazione di politiche coerenti e la gestione efficace degli istituti di detenzione.

Queste testimonianze mettono in luce una serie di problemi gravi all'interno del carcere del capoluogo irpino ma anche nel sistema penitenziario italiano. La carenza di personale, i turni massacranti, la violenza e la mancanza di stabilità dei dirigenti richiedono un intervento urgente da parte delle autorità competenti. È fondamentale garantire un ambiente di lavoro più sicuro e dignitoso per i poliziotti penitenziari e promuovere una riforma strutturale delle carceri italiane per migliorare le condizioni di detenzione dei reclusi. La situazione attuale non può essere ignorata, e il governo deve prendere misure concrete per affrontare queste sfide.

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