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Cronaca San Martino Valle Caudina

Camorra a San Martino Valle Caudina, ricercato Salvatore Di Matola

Gli investigatori sono sulle tracce del 35enne fratello di Gianluca Di Matola, l’uomo che uccise il boss Orazio De Paola

Non si è placato l’eco degli spari che, venerdì mattina, hanno sconvolto San Martino Valle Caudina. Stando a quanto si apprende, gli investigatori sarebbero sulle tracce di Salvatore Di Matola, 35enne, fratello di Gianluca Di Matola, l’uomo che uccise il boss Orazio De Paola. Sarebbe stato lui a fare fuoco contro Fiore Clemente, 63 anni, elemento di primo piano del clan Pagnozzi e poi contro le altre persone presenti nei pressi del Supermercato, tra Via Dorso e San Martino Vescovo. Ora bisogna capire il movente dell’agguato, ma tutto lascia pensare che le motivazioni siano da ricercare nella tensione accumulata dopo il delitto Orazio De Paola e, soprattutto, dopo la decisione dei giudici, emessa a fine dicembre nei confronti di Gianluca Di Matola che, in primo grado, è stato condannato dalla Corte di Assise di Avellino a 18 anni di carcere.

Le condizioni di Fiore Clemente si sono aggravate

Giungono notizie dal San Pio di Benevento relativamente alle condizioni di Clemente. Quest’ultime non sembrano essere affatto incoraggianti. Ieri mattina, infatti, a causa del proiettile che ha perforato l’intestino, è stato necessario intubare Clemente, che ora si trova ricoverato in Terapia Intensiva. Il suo quadro clinico, in base alle comunicazioni giunte dal "Rummo" di Benevento, è in evoluzione. 

La dinamica dell'agguato

L'agguato è avvenuto l'11 febbraio, in pieno giorno in Valle Caudina. È successo davanti a un supermercato pieno di gente a San Martino Valle Caudina: nel mirino zio e nipote che sono rimasti gravemente feriti. Ma l'obiettivo di chi ha fatto fuoco era Fiore Clemente, tornato da poco in libertà, ritenuto dagli investigatori uno degli uomini di punta del clan Pagnozzi che negli anni ha sempre controllato gli affari illeciti nella zona al confine tra Avellino e Benevento. Ferito anche il nipote, Giovanni Pacca, che lavora in quella zona e che stava accompagnando lo zio all'auto. I proiettili avrebbero potuto raggiungere anche i numerosi clienti che si trovavano nei pressi del supermercato di via San Martino Vescovo.  

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