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Cronaca

Cade la condanna all'ergastolo per il boss dei Casalesi Augusto La Torre

Accolte in pieno le argomentazioni difensive prospettate dai nuovi difensori del boss dei Casalesi Augusto La Torre

Questa mattina, nell'aula della Terza Sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli, si è concluso il procedimento a carico del boss dei Casalesi, Augusto La Torre, condannato il 28 Ottobre 2019 dal Tribunale di Napoli alla pena dell'ergastolo, comminata per i fatti relativi alla strage di Pescopagano, dove perirono sotto i colpi dei mitra di La Torre e dei suoi uomini ben 5 persone, ed altre 8 furono ferite. Un eccidio di stampo camorristico avvenuto in data 24 Aprile 1990 nel Bar "Il Centro" di Pescopagano, una frazione di Mondragone, voluto dal Clan dei Casalesi per porre fine ad una attività di spaccio di sostanze stupefacenti posta in essere contro il volere del Clan. Per questi fatti Augusto La Torre, oggi cinquantottenne, ritenuto mandante ed esecutore materiale della strage insieme ai suoi uomini, aveva ottenuto in abbreviato la massima pena. Secondo la ricostruzione della Procura il boss, a bordo di una moto enduro guidata da un suo fedelissimo, si sarebbe posto, mitra alla mano, alla testa di una colonna di macchine con all'interno i suoi uomini armati di tutto punto. Giunti dinanzi al Bar "Il Centro" di Pescopagano il commando avrebbe fatto fuoco all'impazzata contro i soggetti ritenuti colpevoli della attività di spaccio presa di mira. Tra le vittime anche molti innocenti, semplici avventori del bar. In particolare il La Torre, allora ventottenne, entrato per primo nel Bar, avrebbe iniziato a fare fuoco, salendo addirittura sopra il bancone dove venivano servite le consumazioni. Uscito dal bar, sempre a bordo della motocicletta e seguito in macchina dai suoi uomini, il La Torre avrebbe continuato l'eccidio, prendendo di mira questa volta altri extra - comunitari, presunti spacciatori, che si trovavano in una macchina parcheggiata in una stradina laterale. Solo alcuni degli occupanti dell'auto riuscirono a salvarsi, scappando nei vicini campi. Questa mattina, in accoglimento delle tesi difensive, sostenute dall'avvocato avellinese Rolando Iorio e dall'avvocato Laura Lopatriello del Foro di Roma, subentrati nel secondo grado di giudizio, la Corte di Assise di Appello di Napoli, Terza Sezone, presieduta dalla Dott.ssa Del Balzo, concedendo le attenuanti generiche, ha riformato la sentenza di condanna inflitta in primo grado, riducendo la pena ad anni 20 di reclusione. Il Procuratore generale, invece, aveva chiesto la conferma della condanna all'ergastolo comminata in primo grado. Augusto La Torre ha assistito al processo in video collegamento dal carcere di massima sicurezza ove è detenuto.

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