Avellino, sfondano una finestra e occupano abusivamente un appartamento
Sul posto è giunta anche una volante della Polizia di Stato ma, ormai, gli invasori avevano già preso possesso dell’appartamento: il bisogno di un alloggio, per quanto urgente possa essere, non giustifica mai l'illecito
Ad Avellino, precisamente in via Giulio Acciani, si è verificato un ennesimo e vergognoso caso di occupazione abusiva di una casa popolare. Un gruppo di individui ha sfondato una finestra, facendo irruzione in un appartamento in fase di completamento dei lavori di riqualificazione, poiché destinato a legittimi assegnatari. Sul posto è giunta anche una volante della Polizia di Stato, ma, ormai, gli invasori avevano già preso possesso dell'appartamento. Quanto accaduto ha privato la famiglia, che aveva atteso per anni di ottenere l'assegnazione di una casa, di ogni speranza. Questo episodio, purtroppo, rappresenta solo la punta dell'iceberg di un fenomeno sempre più diffuso e preoccupante: l'occupazione abusiva di case in Italia. Vediamo, quindi, cosa dice la legge italiana riguardo alle azioni da intraprendere in caso di casa occupata da estranei.
Violazione di domicilio e danneggiamento: cosa fare?
L'atto di trovare estranei nella propria casa, che chiaramente intendono occuparla stabilmente, costituisce un reato chiamato occupazione abusiva. In caso di occupazione abusiva, è fondamentale agire in modo adeguato. La prima azione da intraprendere è la denuncia-querela presso un commissariato di Polizia o una stazione dei Carabinieri. Questa denuncia chiede l'avvio di un procedimento penale nei confronti degli occupanti abusivi. Tuttavia, questa strada non garantisce lo sgombero immediato dell'immobile da parte delle Forze dell'ordine.
Azione davanti al giudice civile
Dopo aver presentato la denuncia-querela, il percorso più diretto per recuperare la proprietà dell'immobile è rivolgersi al giudice civile. Anche se non siete i proprietari legali, ma ad esempio inquilini o detentori legittimi, potete presentare un'azione di reintegrazione, chiamata anche "azione di spoglio," presso il Tribunale del luogo dove si trova l'immobile (articolo 1168 del Codice Civile). Avete un anno dalla data dell'occupazione o dalla sua scoperta per farlo.
Un avvocato incaricato preparerà un ricorso specifico per il Tribunale, chiedendo la reintegra nella vostra proprietà e il rilascio immediato da parte degli occupanti abusivi. Se sussistono le condizioni necessarie, il giudice emetterà un'ordinanza di reintegrazione. Successivamente, il giudice garantirà l'attuazione del provvedimento, inclusa l'eventuale assistenza delle forze dell'ordine per il rilascio forzato dell'abitazione in caso di resistenza da parte degli occupanti.
Se il termine di un anno dall'occupazione è scaduto, ma siete i proprietari formali dell'immobile, potete ancora intraprendere un'azione legale, chiamata "azione di rivendicazione" (articolo 948 del Codice Civile). Questo processo richiede la piena dimostrazione del vostro diritto di proprietà e può essere più complesso e lungo rispetto all'azione di reintegrazione.
Il bisogno di alloggio, per quanto urgente possa essere, non giustifica mai l'illecito
L'occupazione abusiva delle case è un problema serio e in crescita nel nostro Paese. È importante che la società riconosca che il bisogno di alloggio, per quanto urgente possa essere, non giustifica mai l'illecito. La legge italiana è chiara riguardo alle sanzioni per chi si rende responsabile di tali azioni. Per affrontare questo problema, è necessario un equilibrio tra il rispetto dei diritti di proprietà e la necessità di fornire alloggio alle persone in difficoltà. Tuttavia, questo deve avvenire attraverso canali legali e regolamentati, non attraverso occupazioni abusive che danneggiano sia i proprietari legittimi che gli stessi occupanti illegali.