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Cronaca

Targa a De Pascale, pagò con la vita sotto le bombe la sua generosità

Nell'anniversario dei bombardamenti una targa per il maestro pasticciere

“Sabino De Pascale è stato certamente un esempio autentico per la nostra comunità, vicino alla popolazione sofferente, ha rischiato la propria vita diverse volte per potersi approvvigionare di farina oltre i limiti previsti dal regime fascista per poi poter dare pane agli indigenti. La famiglia De Pascale rinnova ancora oggi questa tradizione con lo storico bar e la pasticceria che insistono sul Corso. Ritengo che questa manifestazione, giusta e doverosa, possa essere un esempio per la nostra comunità di grande senso civico e di appartenenza alla nostra città”.  
Così il sindaco Paolo Foti nel corso della cerimonia pubblica, che si è tenuta questa mattina in città nella Corte interna dello stabile di Corso Vittorio Emanuele denominato “Palazzo Pascale, Corpo 9/A”, per ricordare la figura del concittadino Sabino De Pascale e nel corso della quale è stata scoperta la targa di intitolazione dello spazio a lui dedicato con la seguente dicitura “PIAZZETTA SABINO DE PASCALE – MAESTRO PASTICCIERE”.

La scelta di tenere la cerimonia di intitolazione del cortile allo stimato commerciante avellinese non è stata casuale. Infatti oggi ricorre il 63esimo anniversario dei violenti bombardamenti aerei del 14 settembre 1943 che colpirono la Città di Avellino  e nel corso dei quali  l’alimentarista e panificatore Sabino De Pascale rimase nel suo negozio di Corso Vittorio Emanuele per far fronte ai bisogni della popolazione, pagando questo suo eroico gesto con la morte. Degnamente meritò la Medaglia d’Oro al Valore Civile conferitagli con la seguente motivazione: “Per il coraggio ed il forte altruismo dimostrato il 14 settembre 1943 quando, con grande senso di civismo, nonostante la città di Avellino fosse gravemente bombardata, rimase nel suo negozio di alimentarista per soccorrere la popolazione, offrendo ad essa generi di prima necessità. Il suo sacrificio pagato con la vita, rimane un fulgido esempio di indelebile testimonianza nella storia di Avellino”.
 

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