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Cronaca

Aggressione a Micovschi post Avellino-Foggia, revocato obbligo di dimora per tre tifosi biancoverdi

Il Gip ha accolto l'istanza dei legali di tre dei quattro ultras che, la notte dello scorso 4 maggio, si resero protagonisti dell'aggressione al calciatore dell'Avellino

Nella giornata di ieri, è stato revocato l'obbligo di dimora nei confronti dei tre giovani tifosi dell’Avellino accusati dell’aggressione al calciatore Claudiu Micovschi (avvenuta lo scorso 4 maggio al termine del match contro il Foggia) ed identificati dalle indagini di Procura della Repubblica e Digos.
Il Gip del Tribunale di Avellino, Fabrizio Ciccone, ha accolto l’istanza dei legali dei tre tifosi, i penalisti Gaetano Aufiero, Nicola D’Archi e Fabio Tulimiero, ritenendo possibile la revoca della misura cautelare, anche in virtù dell’interrogatorio reso dopo l'applicazione delle misure stesso e la richiesta di patteggiamento a un anno e dieci mesi accolta dalla Procura.

Aggressione a Claudiu Micovschi: gli avvenimenti

I fatti risalgono alla sera del 4 maggio scorso, allorquando presso lo stadio Partenio Lombardi di Avellino si è svolto l’incontro di calcio tra l’US Avellino 1912 e il Foggia. L’incontro terminava con la vittoria della squadra ospite, che comportava l’eliminazione dell’Avellino calcio dalla fase dei play off di serie C, motivo per il quale frange di ultras si assembravano all’altezza della “Tribuna Terminio”, per tentare di raggiungere la porta carraia dello stadio e contestare i calciatori all’uscita, proposito non realizzato per effetto dell’attività di mediazione posta in essere da personale D.i.g.o.s. e della contestuale presenza delle Forze dell’Ordine. Allontanati tutti i tifosi, i calciatori potevano lasciare lo stadio alla spicciolata a bordo delle proprie autovetture. Poco dopo personale della D.i.g.o.s. apprendeva che un calciatore dell’Avellino, mentre rincasava con la propria autovettura, aveva subìto un’aggressione fisica da un gruppo di ultras.

Vittima dell’azione era il calciatore rumeno Claudiu Micovschi, classe 1999, che, mentre viaggiava alla guida della sua auto insieme con un compagno di squadra, veniva affiancato da un’auto con a bordo tifosi ultras, cui se ne univa subito un’altra dal senso opposto di marcia, che lo costringevano a fermarsi. Seguivano fasi concitate con pesanti offese, minacce e violenze fisiche, all’esito delle quali gli ultras si impossessavano della tuta indossata dal calciatore, che pertanto rimaneva pressoché nudo.

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