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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Aggressione a Micovschi dopo Avellino-Foggia: identificata anche la donna

Questa mattina, i tre tifosi ritenuti gravemente indiziati, allo stato delle indagini, del delitto di rapina aggravata, violenza e minaccia si sono presentati davanti al Gip del Tribunale di Avellino

Sviluppi per quanto riguarda l'aggressione ai danni del calciatore biancoverde Claudiu Micovschi, avvenuta la sera del 4 maggio scorso dopo l'incontro di calcio tra l’US Avellino 1912 e il Foggia. La Digos ha identificato la ragazza dai capelli lunghi e neri che insieme ai tre tifosi ha partecipato all’aggressione. Si tratta di una giovane del '98.

I tre tifosi davanti al Gip 

Intanto, questa mattina, i tre giovani ultras biancoverdi finiti ai domiciliari si sono presentati davanti al Gip del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone, assistiti dai propri legali Fabio Tulimiero e Nicola D’Archi i quali hanno dichiarato: "La valutazione che vi sia stata una rapina aggravata dalle persone riunite perchè si intendeva umiliare il giocatore non ci convince dal punto di vista giuridico, benchè la rispettiamo. Lo abbiamo detto anche all'esito dell'interrogatorio chiedendo la revoca e la sostituzione della misura. Non è condivisibile ma è rispettabile la valutazione del giudice che ritiene che l'ingiusto profitto della rapina, nello specifico, sarebbe dato dalla volontà di umiliare il calciatore nel farsi consegnare la tuta".

"L'intenzione non era quella di impossessarsi della tuta ma di contestare"

"A nostro avviso è una valutazione giuridica non convincente - ribadiscono gli avvocati - per quello che è emerso dall'interrogatorio e per quello che si vede dalle immagini la volontà non era quella di umiliare, era quella di contestare. A nostro avviso lo dimostra il fatto che nei giorni successivi ci sono state le scuse dei ragazzi al calciatore ed una forma di risarcimento accettata da quest'ultimo".

"La vicenda andrebbe ridimensionata e ricondotta entro limiti di maggiore congruità, lasciando da parte proclami retorici e ridondanti - sostengono i legali dei tre ultras biancoverdi al termine dell'interrogatorio di garanzia di questa mattina - sono tre incensurati, tre ragazzi perbene che lavorano, hanno commesso un errore sicuramente e ne sono dispiaciuti e provati. Non ci sembrano delinquenti che meritano questa gogna mediatica. I fatti sono gravi ma andrebbero riqualificati per quello che sono".

I tre tifosi sono gravemente indiziati, allo stato delle indagini, del delitto di rapina aggravata, perché, in concorso e riunione tra loro, con violenza e minaccia, costringevano il calciatore dell’U.S. Avellino Micovschi a spogliarsi e a consegnare loro la tuta ufficiale, perché ritenuto indegno di indossarla.

L'aggressione

I fatti risalgono alla sera del 4 maggio scorso, allorquando presso lo stadio Partenio Lombardi di Avellino si è svolto l’incontro di calcio tra l’US Avellino 1912 e il Foggia. L’incontro terminava con la vittoria della squadra ospite, che comportava l’eliminazione dell’Avellino calcio dalla fase dei play off di serie C, motivo per il quale frange di ultras si assembravano all’altezza della “Tribuna Terminio”, per tentare di raggiungere la porta carraia dello stadio e contestare i calciatori all’uscita, proposito non realizzato per effetto dell’attività di mediazione posta in essere da personale D.i.g.o.s. e della contestuale presenza delle Forze dell’Ordine. Allontanati tutti i tifosi, i calciatori potevano lasciare lo stadio alla spicciolata a bordo delle proprie autovetture. Poco dopo personale della D.i.g.o.s. apprendeva che un calciatore dell’Avellino, mentre rincasava con la propria autovettura, aveva subìto un’aggressione fisica da un gruppo di ultras.

Vittima dell’azione era un giovane calciatore straniero, classe 1999, che, mentre viaggiava alla guida della sua auto insieme con un compagno di squadra, veniva affiancato da un’auto con a bordo tifosi ultras, cui se ne univa subito un’altra dal senso opposto di marcia, che lo costringevano a fermarsi. Seguivano fasi concitate con pesanti offese, minacce e violenze fisiche, all’esito delle quali gli ultras si impossessavano della tuta indossata dal calciatore, che pertanto rimaneva pressoché nudo.

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