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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Agenti penitenziari arrestati, anche Liberato Piscitelli resta ai domiciliari

Il Tribunale del riesame ha rigettato la richiesta di attenuazione della misura cautelare degli arresti domiciliari avanzata dall’avvocato Gennaro Santorelli

Resta ai domiciliari anche Piscitelli Liberato, l’agente penitenziario arrestato lo scorso 8 dicembre dai carabinieri di Avellino. Il Tribunale del riesame ha rigettato la richiesta di attenuazione della misura cautelare degli arresti domiciliari avanzata dall’avvocato Gennaro Santorelli. Esattamente come Liberato, anche la richiesta di attenuazione della misura che l'avvocato Gaetano Aufiero aveva avanzato per Giuseppe Iovine era stata rigettata. Il 13 dicembre scorso, dinanzi al gip Fabrizio Ciccone, sono iniziati gli interrogatori di garanzia degli indagati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Giuseppe Iovine, Moffa Ugo e Piscitelli Liberato - difesi, rispettivamente, dagli avvocati Gaetano Aufiero, Claudio Mauriello e Gennaro Santorelli - hanno scelto tutti di avvalersi della facoltà di non rispondere. 

L'attività trae origine dal violento pestaggio patito da un detenuto

L’8 dicembre 2022, i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di tre Agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria – Giuseppe Iovine, Moffa Ugo e Piscitelli Liberato - in servizio presso la Casa Circondariale di Avellino. Gli stessi sono ritenuti gravemente indiziati - allo stato delle indagini - dei reati di "lesioni personali aggravate", nonché "falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici". 

Il provvedimento è stato disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Avellino, su richiesta della Procura della Repubblica di Avellino che ha coordinato le indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Avellino, congiuntamente con personale della Polizia Penitenziaria di Avellino. L'attività trae origine dal violento pestaggio patito da un detenuto all'interno della propria cella. Acquisita la notizia di reato, l'Autorità Giudiziaria ha delegato una serie di accertamenti che hanno permesso l'identificazione dei responsabili. 

Hanno falsificato le relazioni di servizio per depistare le indagini

Le indagini hanno accertato - compatibilmente con la fase del procedimento penale in corso - che i predetti agenti - difesi dagli avvocati Gaetano Aufiero, Claudio Mauriello e Gennaro Santorelli - hanno consentito l'aggressione del detenuto da parte di altri quattro reclusi (indagati nel medesimo procedimento), permettendo a questi ultimi di accedere alla sua cella. Dagli accertamenti è inoltre emersa l'attività compiuta dai tre poliziotti penitenziari diretta alla falsificazione delle relazioni di servizio prodotte dagli stessi in merito ai fatti in questione, allo scopo di depistare le indagini in corso. Ancora da chiarire il movente che ha scatenato la violenta aggressione, le cui dinamiche sono emerse nell'ambito di accertamenti di più ampio respiro che questo Ufficio ha avviato con riferimento alla struttura carceraria irpina. 

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