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Cronaca

Gli adolescenti e il vaccino: 2 su 3 favorevoli all'obbligo, e in famiglia non mancano le liti

Per 4 ragazzi su 10 l'immunizzazione è stata causa di discussioni con i genitori, tanto che ad alcuni di loro è stata vietata. Il sondaggio Ipsos per Save the Children

Di vaccini si è parlato soprattutto in famiglia, ma tra adolescenti e genitori non sono mancati i contrasti. Quasi 2 adolescenti su 3 si dicono favorevoli all'obbligo vaccinale anti Covid. Ma per 4 ragazzi su 10 l'immunizzazione è stata causa di discussioni con i genitori, tanto che ad alcuni di loro è stata vietata. Questa la fotografia degli adolescenti tra i 14 e i 18 anni, intervistati per l'indagine sulla 'Cittadinanza scientifica' realizzata da Ipsos per Save the Children, contenuta nella XII edizione dell'Atlante dell'infanzia a rischio in Italia, in uscita l'11 novembre 2021 in libreria con Ponte alle Grazie editore.

Proprio loro, i ragazzi che nei mesi più duri della pandemia sono stati spesso additati come responsabili del contagio, oggi sono quelli che affermano con forza la loro fiducia nella scienza. Del resto lo dicono anche i dati sulle immunizzazioni che documentano una buona adesione nella fascia tra i 12 e 19 anni (il 69,7% ha ricevuto almeno una dose) e tra i 20 e i 29 (83,1% di parzialmente vaccinati).

I contrasti in famiglia sull'utilità dei vaccini

Il sondaggio di Ipsos si concentra in particolar modo sugli adolescenti. I contrasti sull'utilità dei vaccini sono scoppiati in 4 famiglie su 10, 'almeno qualche volta'. E' quanto espresso dai ragazzi, tra i 14 e i 18 anni, intervistati per l'indagine sulla 'Cittadinanza scientifica'. Tra chi lo dichiara, ben 6 giovani su 10 sostengono che la principale ragione di contrasto è stata il loro essere a favore dei vaccini, mentre nel 36% la situazione è stata all'opposto, ovvero sono stati i giovani ad esprimere i dubbi sulla vaccinazione. 

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Tuttavia, solo in pochi casi il contrasto si è tramutato in divieto al vaccino. I giovani che volevano vaccinarsi sono stati liberi di farlo nella maggioranza dei casi (7 su 10) anche se non tutto è filato sempre liscio. Tre su 10, infatti, sono i minori che hanno avuto contrasti in famiglia perché volevano vaccinarsi e hanno dovuto insistere per farlo o si sono trovati in una situazione di impedimento effettivo.

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Quasi due adolescenti su tre favorevoli all'obbligo vaccinale

Gli adolescenti si sono informati di più sulle questioni scientifiche in questi mesi di pandemia (67%), ma nonostante questo, spesso si sono sentiti confusi dalle informazioni trasmesse dai mezzi di comunicazione (62%). Eppure hanno le idee chiare: nonostante più della metà degli intervistati (59%) affermi che sia comprensibile che le persone siano spaventate dal vaccino, quasi due giovani su tre (64%) sono favorevoli all'introduzione dell'obbligo vaccinale. Una scelta - quella del vaccino - sulla quale sono coerenti anche nelle proprie scelte personali: solo uno su 10 afferma di non avere alcuna intenzione di vaccinarsi, gli altri o lo hanno già fatto (60%) o dichiarano di volerlo fare (30%) nel momento della rilevazione, ad agosto di quest'anno.

Di vaccini e ricerca scientifica in ogni caso si è discusso per lo più tra le mura di casa. Solo il 17% del campione afferma di averne parlato principalmente a scuola con gli insegnanti, mentre il 45% dichiara di averlo fatto in famiglia, tra amici (17%), a scuola ma con i compagni (il 13%), oppure on line (8%). 

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"Gli adolescenti hanno pagato il prezzo più alto della pandemia: non è stata sottratta loro solo la libertà di muoversi negli spazi, ma quella di pensare al futuro con delle certezze. Si sono trovati tagliati fuori dalla scuola, dalla socialità e da tutti quei punti di riferimento in cui erano cresciuti. Ma hanno mostrato ancora una volta di avere forza e di essere capaci di resilienza", spiega Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children. "La loro fiducia nella scienza è un segnale di grande importanza, che dimostra la loro voglia di guardare al futuro costruendolo su solide certezze. E a quella fiducia, bisogna dare risposte altrettanto concrete perché a questo punto non c'è più tempo: le scelte che farà il Paese oggi delineeranno irrimediabilmente il suo futuro. Un futuro che per i nostri ragazzi è già qui".

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