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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Accusato di violenza sessuale, rapina e maltrattamenti: assolto

Nella giornata di oggi è stata emessa la sentenza

Le gravissime accuse mosse dalla moglie, poi rivelatesi false, lo avevano condotto direttamente in una cella di Poggioreale, dove era stato per ben 6 mesi, abbandonato da tutti, amici e parenti, tranne che dal suo difensore, l'Avvocato Rolando Iorio, che ha sempre creduto nella sua innocenza. Nel pomeriggio di ieri il Tribunale Collegiale di Nola, Presieduto dalla Dott.ssa Mariangela Luzzi, giudici a latere Dott.ssa Sicoli e Dott. Muzzica, ha mandato assolto K.M. dai numerosi reati contestati, in particolare da quelli di Violenza sessuale, Maltrattamenti, Rapina e Lesioni personali commesse a danno di minori. I fatti risalgono al mese di Ottobre 2021 allorquando a seguito della ennesima denuncia sporta dalla moglie i Carabinieri della Stazione di Terzigno procedevano all'arresto del quarantenne, di professione sarto. Le discussioni in famiglia erano sorte qualche mese prima allorquando K.M. veniva a sapere di una presunta relazione extraconiugale della giovane moglie. Di lì la decisione di lasciare la Città di Avellino, dove la coppia risiedeva con i due figli, e di trasferirsi a Terzigno dove l'uomo proseguiva la sua attività lavorativa di sarto e la moglie apriva una piccola merceria. Il trasferimento in altra città non sortiva però gli effetti sperati. Nel mese di ottobre 2021 la donna sporgeva una serie di denunce contro il quarantenne accusandolo non solo di violenza sessuale, ma anche di maltrattamenti e lesioni, nonchè di averle sottratto, con violenza, una somma in contanti di 5.000 euro che la donna custodiva in casa. Tutto falso secondo i giudici nolani che non hanno creduto al racconto della donna, messo in crisi dalle incalzanti domande della difesa di K.M. il quale, dopo 6 mesi trascorsi in carcere e tre trascorsi agli arresti domiciiari ha visto finalmente terminare un incubo. Per il sarto quarantenne, assolto da tutte le accuse più gravi ed infamanti, una sola condanna (ad un anno con pena sospesa), per il reato di lesioni personali commesse nei confronti della donna, documentato da certificazione medica, e per porto in luogo pubblico di una arma impropria, documentato da immagini videoriprese. K. M., tornato ora definitivamente libero, in considerazione delle accuse mosse dalla Procura, rischiava una condanna di oltre 6 anni.

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