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Sabato, 20 Aprile 2024
Sapore d'Irpinia

Sapore d'Irpinia

A cura di Rosa Iandiorio

L’Irpinia è una terra di sapori autentici, custode antica di vini pregiati e specialità gastronomiche ricche di gusto. Un luogo incantevole dove sedersi in silenzio per ammirare la sua anima più vera. L'anima di una terra dove per secoli la natura ha scandito i ritmi del tempo, lasciandoci in eredità un patrimonio agroalimentare immenso. È tempo di partire buongustai per riscoprire insieme questo ‘Sapore d'Irpinia’

Sapore d'Irpinia

San Martino: la storia del mosto che diventa vino

L’11 Novembre è il giorno che gli agricoltori dedicano al Santo e in cui si assapora il vino novello

L'11 novembre è il giorno di San Martino. Una giornata simbolica per il mondo dell'agricoltura che segna la fine del ciclo di raccolto. 

L'antico adagio "A San Martino ogni mosto diventa vino” è appunto legato indissolubilmente ad una data che tutt'oggi è dedicata all'assaggio del vino novello e all'inizio di una nuova fase per la stagione agricola. 

Questo è dovuto principalmente a due motivi: da un lato la leggenda, secondo cui il santo trasformò l’acqua in vino, dall'altro perché a San Martino si tirano le somme. 

L'11 novembre è il giorno dei bilanci e un tempo si rinnovavano gli affitti dei fondi agricoli e ci si appellava al cielo per l'inizio di un nuovo ciclo. Un momento che coincideva anche con la festa e i mosti messi da parte durante la vendemmia, diventati vini novelli potevano finalmente essere assaggiati per la prima volta.

Questo è il motivo che ha reso San Martino protettore dei vigneron e perché nasce il detto “a San Martino ogni mosto diventa vino“. Oggi si continua la tradizione rurale bevendo e godendo del lavoro delle stagioni passate nel nome del santo che trasformò l’acqua e portò l’estate in pieno autunno.

Le leggende

La storia narra che San Martino fosse un ubriacone che ogni sera rincasava ad ora tarda e privo di senno. Ma in una notte di bufera, al suo rientro decise di passare la notte in una nicchia dietro la botte del vino in cantina per non dar disturbo alla moglie in procinto di partorire. Al mattino lo trovarono privo di vita, ma dalla sua bocca era spuntata una vite che aveva fruttificato uva che diventava vino dentro la botte miracolosamente sempre piena.

Un'altra storia racconta che San Martino, impietositosi nel vedere un povero viandante patire il freddo, aveva tagliato il suo mantello in due per fargliene dono. Dio non permise che Martino soffrisse per la sua generosità e gli regalò una splendida giornata di sole.

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