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Sapore d'Irpinia

Sapore d'Irpinia

A cura di Rosa Iandiorio

L’Irpinia è una terra di sapori autentici, custode antica di vini pregiati e specialità gastronomiche ricche di gusto. Un luogo incantevole dove sedersi in silenzio per ammirare la sua anima più vera. L'anima di una terra dove per secoli la natura ha scandito i ritmi del tempo, lasciandoci in eredità un patrimonio agroalimentare immenso. È tempo di partire buongustai per riscoprire insieme questo ‘Sapore d'Irpinia’

Sapore d'Irpinia Castelfranci

Al Vecchio Mulino di Castelfranci gli incantesimi d'autunno di “Terra Mia”

In una delle location più suggestive d’Irpinia, la triade Del Polito Pisaniello e Vazza, si è esibita in una cena degustazione per assaporare i sapori del territorio con metodi di cottura accurati ed ingredienti di prossimità nel rispetto della biodiversità

Il Vecchio Mulino di Castelfranci spegne cinque candeline. Per celebrare l'anniversario il patron Daniele del Polito ha organizzato un viaggio nell'eccellenza del terroir locale. Una food experience declinata nelle sue più stuzzicanti sfumature da due interpreti eccellenti dei sapori di una terra florida e rigogliosa, da scoprire e da gustare.
Un accattivante spettacolo gastronomico raccontato da due voci d'autore, lo stellato Antonio Pisaniello e lo chef emergente Vincenzo Vazza. Due firme ricercate nelle diverse cromature di una filosofia culinaria fortemente ispirata alla loro casa: l'Irpinia.
“Terra mia”, una cena che ha colpito il palato e l'occhio, perché il Vecchio Mulino di Castelfranci è una delle location più suggestive della nostra provincia, immerso nella natura lussureggiante del Bosco Baiano, bagnato dal fiume Calore, illuminato dai candidi raggi lunari che si immergono nelle acque limpide tra imponenti massi tondeggianti e una ricca vegetazione.
In una serata in due atti, l’inedita coppia ai fornelli si è esibita in un alternarsi di piatti preparati con metodi di cottura accurati ed ingredienti di prossimità nel rispetto della biodiversità del territorio. Il sipario si è alzato in dehor, sotto un cielo squarciato da nuvole e stelle, un caciocavallo impiccato abbinato alle bollicine di Milena Pepe ha catturato le attenzioni dei presenti, segno che un entrè rustico e tradizionale può colpire e affondare nella sua accomodante semplicità.
Le intuizioni gourmet dei due chef si sono invece esibite al massimo della forma, nelle antiche stanze in pietra della struttura ottocentesca elegantemente restaurata. Per iniziare un salmistrato di podolica con olio ravece, insalatina di campo e lime, seguito da una rivisitazione dell'insalata bagnolese, ovvero una bruschetta di pane di saragolla con papacelle in aceto, maionese di lime e tartufo. 

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Tra i primi fa da apripista una confortevole, quanto prelibata pasta e fagioli realizzata con taccole di pastificio Antica Maccaroneria, fagioli quarantini di Volturara dell'azienda agricola Casa Maddi, peperoni cruschi e pane prezzemolato. Qui è tangibile la sensibilità e la tecnica di una mano sapiente capace di emozionare anche in una pietanza povera e rurale.IMG_20181029_082657-2
 A seguire uno dei piatti più acclamati della serata, un'esecuzione contemporanea seppure di forte connotazione territoriale, ecco in tavola i raffinati tortelli lavorati a mano ripieni di broccoli di Paternopoli con fonduta di caciocavallo di Montella e peperone crusco, un’amalgama di consistenze armoniose e ben calibrate.

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Si prosegue sulla stessa riga con un bocconcino di pancia di maiale nero all'aglianico adagiato su un letto di purea di castagne e rosmarino. Raggiunto bene il punto di equilibrio al palato tra la saporita carne magra e la morbida consistenza della parte grassa. Infine per concludere in dolcezza, la carezza del  melagodo, un dessert dalle note dolci ma ben contrastate dal sapore agreste della castagna. In abbinamento a questo percorso di prelibatezze i vini delle cantine Boccella, Perrillo, il Cancelliere e Cavaliere Pepe con le loro produzioni tipiche Doc e Docg di assoluta qualità.

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Terra mia è stata una bella prova con punte di tradizione e modernità, accenti estetici familiari, ma intriganti. In sala e in cucina emerge il lavoro di squadra coniugato e stimolato da tre belle menti, Del Polito, Pisaniello e Vazza, una triade ben assortita, contaminata dalle diverse esperienze europee, ma unita nel DNA dall'amore per Mamma Irpinia.

La triade del polito vazza pisaniello-2

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