Sua maestà la Pizza Chiena: ecco cosa dice la tradizione
Un piatto cult che segna la fine del digiuno quaresimale
La pizza chiena, insieme alla pizza con l’erba, è il simbolo della Pasqua avellinese. Ma, a differenza di quest'ultima, è molto più ricca e calorica, ecco perché il nome piena che richiama all'abbondanza della farcitura, segno della fine del digiuno quaresimale.
Il rustico della tradizione irpina, fino agli anni '80 del secolo scorso, veniva preparato tra il giovedì e il Venerdì Santo presso i forni comuni. Ogni quartiere o paese dell'entroterra aveva il suo forno di fiducia. Ore ed ore trascorse nell'attesa tra chiacchiere e profumi prima di poter infornare i propri manicaretti.
Una volta pronte, le pizze si portavano a casa e si lasciavano in dispensa a riposare per essere consumate dal giorno dopo fino a Pasquetta. Il Sabato Santo, infatti, sciolte le campane, esplodeva la gioia e si poteva dare il via al lauto banchetto ricominciando a mangiare cibi grassi e a base di carne.
La ricetta
Per quanto riguarda gli ingredienti, l'involucro ha un impasto simile a quello della pizza: farina, acqua, lievito, ma anche strutto. Il ripieno è ghiottissimo: a fare da collante sono le uova che accolgono un mix di prodotti tra cui, primosale, formaggi di vario tipo, salumi e sua maestà la soppressata. Anche in questo caso parliamo di una ricetta di recupero quindi si utilizzavano gli ingredienti più facilmente reperibili, senza distinzione tra formaggi di mucca, pecorini o caprini.