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Venerdì, 29 Marzo 2024
Sapore d'Irpinia

Sapore d'Irpinia

A cura di Rosa Iandiorio

L’Irpinia è una terra di sapori autentici, custode antica di vini pregiati e specialità gastronomiche ricche di gusto. Un luogo incantevole dove sedersi in silenzio per ammirare la sua anima più vera. L'anima di una terra dove per secoli la natura ha scandito i ritmi del tempo, lasciandoci in eredità un patrimonio agroalimentare immenso. È tempo di partire buongustai per riscoprire insieme questo ‘Sapore d'Irpinia’

Sapore d'Irpinia

Dal sangue di maiale al semolino: la lunga storia del migliaccio

La prima ricetta risalirebbe all'anno 1000 e, probabilmente, è stata inventata da qualche contadina. A conferme questa tesi sarebbe uno degli ingredienti necessari per la preparazione della torta: il sangue di maiale

Il migliaccio è un piatto semplice, povero e gustoso della  cucina campana.

Nei comuni della Valle Caudina (divisa tra le province di Benevento e Avellino), il migliaccio è una specie di polenta cotta al forno o semplicemente fritta e rappresenta il piatto principe del martedì grasso (Carnevale), nelle varianti dolce e salata. 

La variante dolce è forse la più conosciuta. Nel gusto ricorda la sfogliatella napoletana e al ripieno della sfogliatella si avvicina parecchio, non a caso questa torta viene chiamata nella Valle Caudina anche "sfogliata".

La ricetta ha origini antiche, pare risalire al medioevo e come spesso accadeva fu inventata da qualche contadina per riciclare gli avanzi del giorno prima. 

In origine l'ingrediente principe del migliaccio era il sangue di maiale, un alimento molto nutriente utile ai contadini per sostenere il lavoro duro nei campi. Poi la Chiesa Cattolica , pare che spinse a cambiare la versione originale, ritenendo il sangue del maiale qualcosa che evocasse le tradizioni pagane. Dunque intorno al 1700 il sangue venne sostituito dallo zucchero, cannella, farina e uova, e la semola prese il posto della farina di miglio. Inseguito, qualcuno per renderlo ancora piú buono e soffice, dovette pensare alla ricotta per dargli la consistenza di una pastiera senza frolla.

Va specificato che la scomparsa del sangue di maiale non fu rapida: per alcuni secoli, nei luoghi più poveri del Regno di Napoli, il sangue venne sostituito dai cigoli del maiale. E ancora tutt’oggi, è possibile trovare alcune versioni in cui il dolce si prepara con la parti più grasse di questo animale. La tradizione vuole che il migliaccio sia alto e che venga cotto in un tegame di rame, in alternativa si può anche utilizzare un tegame in alluminio.

Di seguito la ricetta

INGREDIENTI

200 g semolino

500 ml latte

150 ml acqua

1 noce di burro

200 g zucchero

350 g di ricotta

2 uova

2 bustine di vanillina

1 limone

zucchero a velo

PROCEDIMENTO

Scaldate il latte in un pentolino aggiungendo la buccia di un limone, l’acqua e il burro. Quando il latte sarà arrivato ad ebollizione, abbassate la fiamma, togliete la buccia del limone e aggiungete il semolino molto lentamente, evitando i grumi. Una volta amalgamato il tutto, spegnete il latte e lasciate raffreddare. Proseguite sbattendo le uova in una bacinella. Aggiungete lo zucchero, la vanillina e la ricotta. Una volta amalgamato il tutto e sciolta bene la ricotta, aggiungete pian piano il composto di semolino. Se rimangono dei grumi schiacciare per bene con la forchetta. Prendete una teglia, imburratela e versate l’impasto. Infornate a 180° per circa un’ora finchè il dolce non sarà dorato. Sfornate, e una volta raffreddato, ricoprite la superficie con una spolverata di zucchero a velo.

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