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Giovedì, 25 Aprile 2024
Sapore d'Irpinia

Sapore d'Irpinia

A cura di Rosa Iandiorio

L’Irpinia è una terra di sapori autentici, custode antica di vini pregiati e specialità gastronomiche ricche di gusto. Un luogo incantevole dove sedersi in silenzio per ammirare la sua anima più vera. L'anima di una terra dove per secoli la natura ha scandito i ritmi del tempo, lasciandoci in eredità un patrimonio agroalimentare immenso. È tempo di partire buongustai per riscoprire insieme questo ‘Sapore d'Irpinia’

Sapore d'Irpinia Solofra

Gambero Rosso premia l'arte pasticcera solofrana, le colombe di Romano e Vignola tra le migliori in Italia

Le due pasticcerie sono state premiate dalla rivista gastronomica nell'annuale classifica dedicata alle colombe

Farina, burro, uova, zucchero, vaniglia, agrumi, lievito naturale, glassa di mandorle e granella di zucchero. È la Colomba il dolce più ricercato nel periodo di Pasqua. I grandi amanti dei lievitati non rinunciano alla tradizionale caccia alla migliore colomba 2021 e il Gambero Rosso come ogni anno dà una mano ai gastronomi d'Italia con la classifica delle migliori proposte artigianali.

Ottimi nomi della pasticceria tra cui spicanno due solofrani. La città della Concia da tempo si è fatra strada per l'arte pasticcera trovando in Gran Caffè Romano e Bar Vignola due ambasciatori del gusto.

Le due pasticcerie oltre ad aver vinto premi nazionali per il Miglior Panettone, si confermano una opzione sublime anche per la Colomba.

Ecco cosa dice di loro il Gambero Rosso

Gran Caffè Romano

Si chiama “Venus” la colomba di Raffaele e Gianfranco Romano, perché era l’animale prediletto della dea Venere. Un dolce dalla glassa chiara e compatta (con farina, farina di riso, amido, armelline), le grandi mandorle nude e gli zuccherini big size. La colomba, una di quelle a corpo unico, ovvero lavorate tutte insieme, e non in tre pezzi separati, ha un impasto giallino acceso e gli alveoli grandi, ben distribuiti a suggerire una buona fermentazione. Timida al naso, dove prevalgono note mandorlate e agrumate, è un dolce che richiama l’infanzia, per via di quel tono candy, giocato sulla dolcezza: zucchero, vaniglia e di nuovo mandorla sono i protagonisti all’assaggio, insieme a una trama leggera, morbida e setosa e molto masticabile, con il morso animato da canditi di corretta struttura.

Vignola

Brunita, gonfia, orgogliosamente piena. A vederla sembrerebbe porsi esattamente a metà tra un prodotto da forno e uno da pasticceria. Per via di quella cupola ben brunita, in cui si percepisce, sotto la glassa regolare e ben croccante (farina di mandorle, di nocciole e di riso), quella buccia che rivela un’ottima cottura e richiama a una certa nobile rusticità. Gli zuccheri grandi, le mandorle integrali non spellate, confermano. Al taglio regala una bella emozione: colore giallo acceso, brillante e naturale, vibrante, bella alveolatura, struttura ben sviluppata, con quell’occhiatura vitale e ben controllata. Al naso non esplode, ma il burro si avvicina per poi prendere il suo posto, e insieme a quello la vaniglia (bourbon del Madagascar), l’arancia (in doppia versione: canditi home made e zest) a conquistare la giusta intensità aromatica. La degustazione prende la strada della compostezza: gli aromi, estremamente coerenti, sono puliti, in equilibrio, persistenti: burro, vaniglia e poi la mandorla, fresca e naturale. A dare la spinta vincente è la struttura soffice e setosa, corretta nella sua umidità. 

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