Il mondo dell'arte e del business riunito per il ventennale del Calendario Di Meo
Personaggi del mondo della cultura e dell’imprenditoria si sono incontrati a Torino per la presentazione del calendario Di Meo di Generoso e Roberto Di Meo
Dopo Firenze città culla del Rinascimento, la Fondazione Di Meo sceglie Torino capitale del Regno Sabaudo per il ventennale del suo calendario.
In una serata di gala nelle sale della Reggia di Venaria Reale, sabato 30 ottobre «Di Meo vini ad arte» ha presentato a un parterre internazionale il Calendario Di Meo 2022, dedicato a Torino, la cui politica fu decisiva per la nascita della moderna nazione italiana.
Il motivo è spiegato da Generoso Di Meo che ha voluto porre l'accento sugli ideali Risorgimentali, in quanto come lui stesso ha affermato "mai come in questo periodo appare necessario tornare a riflettere sugli ideali e sulla storia del nostro Paese, per ritrovare le ragioni in parte appannate di unità e per riuscire a reagire alle angosce di un difficile presente".
Il celebre almanacco, in particolare, si concentra quest’anno sul legame tra Napoli e Torino. Sfogliando il calendario, sarà possibile ammirare foto di luoghi emblematici della capitale sabauda, a partire dalla Palazzina da caccia di Stupinigi sin al Castello del Valentino, passando dalla Sala del Senato di Palazzo Madama alla Cappella della Sacra Sindone e il Castello di Racconigi. Ad accompagnare le immagini, i testi di illustri studiosi e di personaggi del mondo della cultura.
Saranno le foto di Massimo Listri e i contributi critici di illustri studiosi a indagare le più allusive corrispondenze tra Napoli e Torino. Listri, con i suoi scatti, celebra il capoluogo piemontese quale capitale di arte, cultura, dialogo tra le genti. La ricerca finalizzata al contributo critico invece coinvolge studiosi, autori e personalità del mondo della cultura del calibro di Alessandro Barbero, Giovanni De Luna, Angela Tecce, Maurizio de Giovanni, Evelina Christillin, Mario Martone, Fernando Mazzocca, Vittorio Del Tufo, Mario Epifani, Arabella Cifani, Pietro Passerin d’Entreves, Sergio Pace, Maria Gabriella di Savoia e Andreina Galleani d’Agliano.
Il senso generale di questa iniziativa e il suo significato più profondo risiedono nella ricerca di assonanze tra le città di Napoli e Torino, finalizzata a realizzare una migliore conoscenza reciproca e ad affermare l’importanza del dialogo tra popoli e culture.
"Ad ispirarmi la scelta di Torino e di un possibile confronto con una realtà così diversa come Napoli, è stato il ricordo di un frammento di una famosa commedia di Eduardo De Filippo: Napoli Milionaria - chiosa Di Meo - Il protagonista prigioniero in Germania, riesce finalmente a tornare a Napoli, dove il ricordo della guerra è già svanito, e nessuno vuole ascoltare i suoi racconti, in particolare, quello dell'incontro con un ebreo, terrorizzato dalla prospettiva di essere di nuovo catturato dai tedeschi. Analoga indifferenza, come tutti sappiamo, accolse in quegli anni, almeno all'inizio, il tentativo di un chimico torinese, primo Levi, di pubblicare i suoi ricordi di prigionia nei lager, ricordi che divennero poi libri molto citati, e forse poco letti, Se questo è un uomo e la Tregua.
"Odio gli indifferenti" scriveva un altro meridionale, Antonio Gramsci, trapiantato a Torino, ecco mi piacerebbe che questa pubblicazione, nel suo piccolo, sia di aiuto ad arginare l'indifferenza verso la memoria e la cultura, e di sostegno alla valorizzazione del nostro patrimonio. Un contributo a considerare come nel corso della loro storia due città, entrambe ex Capitali, siano riuscite a cambiare e a reagire alla perdita di importanza e di centralità, rinascendo ogni volta diverse e pure in continuità con le proprie tradizioni".
La storia del Calendario Di Meo, tra arte e vino
La storia del Calendario Di Meo inizia nel lontano 2002 con la mostra “Fotografi in Cantina” realizzata dai fratelli Di Meo nella loro casa gentilizia e azienda vinicola a Salza Irpina (AV). Da queste immagini naque il Calendario Di Meo 2003, il primo di una lunga serie. Arte e vino è da allora il binomio che guida il progetto a cui, negli anni, hanno partecipato tanti artisti, tra i quali Lello Esposito, Ivan Theimer, Alexander Creswell. Dal Calendario 2013 è Massimo Listri, maestro della fotografia d’architettura, l’autore delle 12 fotografie d’arte che scandiscono il lunario Di Meo che, con l’edizione 2022, celebra il suo ventennale.