rotate-mobile
Sapore d'Irpinia

Sapore d'Irpinia

A cura di Rosa Iandiorio

L’Irpinia è una terra di sapori autentici, custode antica di vini pregiati e specialità gastronomiche ricche di gusto. Un luogo incantevole dove sedersi in silenzio per ammirare la sua anima più vera. L'anima di una terra dove per secoli la natura ha scandito i ritmi del tempo, lasciandoci in eredità un patrimonio agroalimentare immenso. È tempo di partire buongustai per riscoprire insieme questo ‘Sapore d'Irpinia’

Sapore d'Irpinia Lapio

Il Taurasi 'd'oro' di Scuotto, il vigneron: "Sogno un'Irpinia punto di riferimento dell'enologia mondiale"

Tripla vittoria per Tenuta Scuotto alla manifestazione Decanter Awards

Il Taurasi è l'unico vino campano a ricevere l'oro nel prestigioso premio Decanter Wine Awards 2020. L'Irpinia ancora una volta traina il comparto vitivinicolo regionale con la sua punta di diamante: il rosso più prestigioso e opulento di tutto il Sud Italia.

Ad emergere è il Taurasi 2015 di Tenuta Scuotto che con i suoi vini singolari, puliti ed eleganti è riuscito a conquistare il podio anche con Oi 2016 (argento) e il Fiano di Avellino 2018 (bronzo). 

"La Campania arricchisce il suo medagliere totalizzando 62 medaglie e 14 “commended” di cui poco più del 50% totalizzate in Irpinia - giosce il vigneron Adolfo Scuotto - Sono contento che la mia azienda abbia conseguito un importante e gratificante risultato, facendo salire sul podio tutti e tre i vini iscritti. La gioia poi è stata amplificata dalla circostanza per la quale il nostro Taurasi ha ricevuto l'unica medaglia d'oro campana. Un risultato sperato, ma sicuramente non scontato per la difficoltà di affermazione di questa denominazione, soprattutto sul palcoscenico internazionale". 

Decanter Wine Awards è, infatti, un concorso severo che deve il suo prestigio alla professionalità e alla competenza dei giudici chiamati ad analizzare e selezionare alla cieca 16.518 vini. Parliamo di una giuria di esperti provenienti da 30 diversi paesi del mondo, tra cui 37 Masters of Wine e nove Master Sommelier. 

Un elemento che potenzia il sapore della vittoria e dà credito maggiore al lavoro svolto sia dall'enologo Angelo Valentino, sia alla determinazione di Adolfo che sceglie di privilegiare la vocazione del terroir. Un terroir che con fatica, ma grandissimo orgoglio e dignità incalza quelli più blasonati e di tendenza. Un dato importante, ma sui cui bisogna essere fortemente critici per proseguire nel solco di una strada tutta in salita come ben sottolinea Scuotto. 

"Non possiamo non evidenziare come ci siano 13 Taurasi “medagliati” e ci siano invece ben più di 140 Barolo. Non si tratta solo di un dato isolato e contestualizzato, ma è lo specchio di uno scenario che si ripropone anche nelle vendite (per quantità e valore), dove Piemonte e Langhe fanno registrare performance sensibilmente diverse rispetto a Campania ed Irpinia. Circoscrivendo l'osservazione al Taurasi (prima docg del Sud italia) e al vitigno di riferimento, possiamo senza dubbio affermare che l’Aglianico pur avendo una certa storicità, solo recentemente ha fatto parlarne di sé oltreconfine come vitigno importante con una forte identità (soprattutto se rapportato ad un territorio di produzione non molto esteso). Nonostante anche la stampa internazionale di livello (Parker ad esempio) avesse iniziato a puntare i riflettori su questo vitigno, come promessa "rossa" di livello per tutti gli enoappassionati, il percorso di affermazione/riconoscibilità tra il grande pubblico è ancora all'inzio. Siamo di fronte ad un “gap” di percezione tra “Qualità offerta e Qualità percepita” e solo la “comunicazione” può aiutarci a colmarlo". 

L'appello dell'imprenditore va quindi al mondo istituzionale affinché faccia propria la battaglia della viticoltura con politiche di sviluppo serie e mirate nell'interesse del territorio e non del singolo. 

"É importante sottolineare che gli strumenti di comunicazione non potranno essere circoscritti alle sole iniziative dei signoli produttori che sono tanti, ma devono essere anche gli attori istituzionali e consortili a intraprendere azioni efficaci di promozione e valorizzazione esportando anche la denominazione al di fuori dei confini regionali". Manifestazione come il Decanter sono quindi la riprova che l'Irpinia gode di una ricchezza che si esprime benissimo nel calice, ma resta poi celato tutto il suo eco economico, culturale e turistico. 

"Non possiamo isolare il “prodotto” dal territorio che lo origina. Lo sviluppo crescente del turismo enogastronomico nazionale ed estero, guarda caso, sta registrando dei trend incredibili proprio in quei territori dove le denominazioni hanno rafforzato la loro “presenza” diventando degli autentici brand: penso ad Etna, Primitivo, Amarone, etc. Le dinamiche sono assolutamente “circolari” e un flusso che arricchische e si travasa l'uno nell'altro: il turista è, o sarà consumatore di quella denominazione, il consumatore è, o sarà Turista di quel Territorio. Mi chiedo quando saremo inseriti in questo circolo virtuoso anche noi? Spero al più presto, perchè sono un quarantenne che vorrebbe vedere realizzato il suo sogno: un'Irpinia tra le prime mete del turismo di qualità e riferimento assoluto per la viticoltura mondiale".

FB_IMG_1600878109702-2

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il Taurasi 'd'oro' di Scuotto, il vigneron: "Sogno un'Irpinia punto di riferimento dell'enologia mondiale"

AvellinoToday è in caricamento