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Sapore d'Irpinia

Sapore d'Irpinia

A cura di Rosa Iandiorio

L’Irpinia è una terra di sapori autentici, custode antica di vini pregiati e specialità gastronomiche ricche di gusto. Un luogo incantevole dove sedersi in silenzio per ammirare la sua anima più vera. L'anima di una terra dove per secoli la natura ha scandito i ritmi del tempo, lasciandoci in eredità un patrimonio agroalimentare immenso. È tempo di partire buongustai per riscoprire insieme questo ‘Sapore d'Irpinia’

Sapore d'Irpinia

Cosa bere a Natale: l'abbinamento giusto consigliato da Jenny Auriemma

Ad ogni piatto il suo nettare, i consigli della sommelier

La bottiglia giusta è un aspetto fondamentale della tavola di Natale.

Ogni piatto ha le sue caratteristiche e richiede un vino ideale, ma scegliere l'etichetta in abbinamento non è affatto facile e spesso si rischia l'errore che può compromettere la vostra esperienza sensoriale. 

Cibo e nettari: il connubio deve essere pensato affinché il brindisi non sia solo un simbolo augurale, ma un matrimonio di sapori, profumi e sensazioni tra i due elementi in gioco. 

Per aiutarvi in questo compito, abbiamo chiesto consiglio a Jenny Auriemma, ristoratrice irpina e stimata sommelier che ha stilato un carta di etichette irpine da affiancare ai piatti delle feste. 

Di seguito la carta dei vini suggeriti da Jenny Auriemma 

  • Spumante Brut Metodo Classico pas dosè "Dryas" - Cantina Dryas. Ottenuto con metodo classico da uve Fiano è espressione originale di un terroir unico, ottimo equilibrio e struttura elegante. Sboccatura dopo 24 mesi di sosta sui lieviti e 6 mesi di riposo in bottiglia prima di uscire dalla cantina. Ideale per aperitivi, la sua complessità lo rende perfetto anche per accompagnare un intero pasto base di pesce, in particolare frutti di mare.
  • Oppure Brut contadino metodo classico di Ciro Picariello. Accompagna antipasti d’entrata. È uno spumante non sboccato dai sentori agrumati, tostatura di nocciola e mineralità gessosa. Il perlage è sottile e ha una pronunciata vena acida, con richiami all’idrocarburo.
  • Natarosa 2017 di Cantine di Enza - Un rosato naturale di Enza Saldutti realizzato con solo uve di aglianico in purezza. Le caratteristiche che contraddistinguono Nata Rosa sono l'esser leggermente dolce e l'intensità dei profumi. Queste caratteristiche sono date innanzitutto dall' uva aglianico utilizzata, unica nel suo genere e dal processo di lavorazione fatto da un celere passaggio sulle buccette (poco meno di 24h), il successivo passaggio in botte di acciaio ed una leggera rifermentazione in bottiglia. Perfetto sul baccalà e altri pesci strutturati 
  • Vallissassoli 2017 di Paolo Clemente una rarità. Una piccolissima produzione della Cantina sita in Valle Claudina. Solo 2000 bottiglie realizzate con uguale percentuale di Fiano, di Greco e di Coda di Volpe. Sapido, balsamico e minerale dal sorso grosso e strutturato è consigliato sui primi di pesce. (Da sapere che l’intero ciclo produttivo, dalla vigna alla cantina, sposa i principi filosofici di Steiner, padre fondatore dell’agricoltura biodinamica. L’azienda è certificata Demeter). 
  • Giallo Darles - Greco di Tufo 2020 Quintodecimo. Come lo descrive lo stesso Luigi Moio "è un vino bianco con la struttura di un rosso, potente e raffinato, caratterizzato da una profonda mineralità fusa con note di albicocca e confettura di mela cotogna e da un gusto pieno e fresco". Da abbinare ai secondi di pesce. 
  •  Moscato di Baselice ‘Zingarella’. Per il Panettone ci spostiamo nel Sannio con questo nettare giallo oro antico, naso suadente di moscato, fresco, fiori gialli di fresia , albicocca. In bocca è morbido supportato da un vena di fresca acidità che lo rende eccellente, lungo e non stucchevole.
  • Spes metodo classico rosè di Cantine Mito. Da bere come aperitivo il 25 dicembre insieme ad un tagliere di salumi e formaggi. 
  • Fiano Venum di Marianna venuti. Venum è un vino bianco prodotto in modo naturale con uva biologica 100% Fiano, raccolta e selezionata a mano. Un vino elegante e longevo tanto da poter riposare tranquillamente in cantina anche per molti anni. Di grande struttura aromatica, morbido, corposo con una piacevole nota di freschezza e sapidità. Da bere con una zuppa o un primo in bianco come una pasta al tartufo bagnolese. 
  • Ognostro Aglianico di Marco Tinessa - Un’altra rarità: un vino di un giovane trapiantato a Montemarano che ha lasciato la carriera milanese e si è dedicato al mondo del vino. Affinato 18 mesi in un mix di anfore di gres e vasche di cemento. Un vino profondo, intenso e ricco ma spiazzante per quella sua bevibilità, così impropria per il più classico degli Aglianico se non dopo anni e anni di evoluzione. Da bere sui secondi 
  • Ratafià di Nonna Erminia - Di Meo Vini. Un liquore ottenuto con vino Taurasi affinato in barriques per circa sei anni con foglie di diverse varietà di ciliegio. Sapore dolce senza essere stucchevole, al palato è avvolgente, caratteristico e molto persistente. Da bere con mostaccioli, roccocò, torrone e struffoli. 

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