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Sapore d'Irpinia

Sapore d'Irpinia

A cura di Rosa Iandiorio

"Il caffè non si nega a nessuno", il rito del sospeso rivive da Bar Italia

La famiglia D'Urso rilancia l'antica tradizione partenopea del caffè sospeso

Il rito del caffè sospeso rivive a Solofra, da Bar Italia. L’usanza è antica e risale a metà dell’Ottocento, quando a Napoli il “sospeso” era la norma. Le persone piú benestanti usavano offrire un caffè ai poveri della città per permettere anche ai meno fortunati di poter godere di uno dei piaceri della vita: il caffè espresso servito al bar. Col boom economico, il fenomeno del ‘sospeso’ si andò un po' perdendo, ma negli ultimi anni, complice la crisi economica, sta ritornando prepotentemente in voga.
Varie le iniziative in tutta Italia di baristi e ristoratori che per aiutare i più bisognosi hanno rilanciato l'antica tradizione. A Solofra, ad esempio, ci ha pensato Bar Italia che ha appoggiato la campagna del caffè sospeso con la speranza che l'idea possa diffondersi a macchia d'olio a tutti i bar della città della Concia sino ad Avellino. 
Come funziona? È semplice: ogni cliente può lasciare un caffè pagato. I gestori scriveranno poi di volta in volta, su una lavagnetta, quante tazzine gratis rimangono da sfruttare e le cancellano man mano che queste vengono consumate.
“Non è molto, ma pensiamo che anche un piccolo contributo come quello del caffè sospeso, possa essere d'aiuto ai più sfortunati – spiegano i titolari – In questi giorni sono tantissimi i solofrani che stanno partecipando all'iniziativa del ‘sospeso’. Questo dimostra il buon cuore dei cittadini. Ora speriamo che anche le altre attività della zona possano aderire a questa campagna: del resto un buon caffè è un piacere che non si deve negare a nessuno”.
 

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