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Sapore d'Irpinia

Sapore d'Irpinia

A cura di Rosa Iandiorio

L’Irpinia è una terra di sapori autentici, custode antica di vini pregiati e specialità gastronomiche ricche di gusto. Un luogo incantevole dove sedersi in silenzio per ammirare la sua anima più vera. L'anima di una terra dove per secoli la natura ha scandito i ritmi del tempo, lasciandoci in eredità un patrimonio agroalimentare immenso. È tempo di partire buongustai per riscoprire insieme questo ‘Sapore d'Irpinia’

Sapore d'Irpinia

Lunghe attese per bianchi straordinari: l'imponderabile longevità dei vini Di Meo

"Il valore dei vini bianchi nel tempo" è stato il tema della degustazione organizzata a Roma e che ha visto tra i principali protagonisti i vini della Cantina di Salza Irpina

Cosa hanno in comune tre realtà enologiche come Terlano/Andriano, Villa Bucci e Di Meo? Tre differenti “Italia”: Alto Adige, Marche e Campania, così come differenti sono i vitigni, i suoli ed i microclimi d’appartenenza; eppure un fil rouge lega queste cantine: l’imponderabile e sorprendente longevità dei loro vini a bacca bianca. 

A tal proposito, lunedì 13 giugno si è tenuta a Roma, presso il Cavalieri Hilton, sede della Fondazione Italiana Sommelier, una eccezionale degustazione in due turni che ha visto le tre Cantine protagoniste di: “Il valore dei vini bianchi nel tempo”. 

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Sfatato (per fortuna!) il falso mito che solo i “rossi” possono invecchiare o, ancor peggio, che i “bianchi” vanno bevuti giovani, oggi si riscontra una nuova consapevolezza rispetto alle potenzialità di affinamento di alcuni vini italiani. Il consumatore, il wine lover o l’operatore del settore, come dir si voglia, si muove con sempre maggiore curiosità ed attrazione in un paesaggio delineato dalla pazienza e dall’attesa dei tempi del vino.

Per la longevità italiana vista dal nord, è intervenuta Alexandra Erlacher, responsabile commerciale di Andriano, narrando in primis le caratteristiche ed i legami che passano, non solo a livello societario, tra la cantina di Andriano e quella di Terlano e, successivamente, la vocazione di entrambe le aziende per i vini bianchi da lungo affinamento. Non si parla solo delle note "Rarità", ma di una vera e propria missione che parte da lontano, quando un lungimirante enologo del gruppo alto atesino, già alla fine degli anni cinquanta, sottraeva al mercato e nascondeva, nel vero senso della parola, alcune promettenti annate di chardonnay, per destinarle al tempo ed ai miracoli che a volte può compiere. 

Ampelio Bucci, istrionico winemaker marchigiano-milanese, ha coinvolto la platea con stralci della sua storia rivoluzionaria, che lo ha visto testimone di passaggi cruciali sul piano della valorizzazione dei vitigni autoctoni in Italia e all’estero, oltre che protagonista attivo di un cammino di sempre maggiore qualità per il Verdicchio dei Castelli di Jesi, comprensivo dell’eccezionale attitudine all’affinamento. 

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Emerito rappresentante della longevità del Fiano e del Greco nel Sud Italia, alla guida, con il fratello Generoso, dell’azienda vitivinicola di famiglia in Irpinia e Presidente di Assoenologi Campania, Roberto Di Meo ha concluso l’intervento con la sua esperienza nel campo delle “lunghe attese”. Alla guida di un progetto nato alla fine degli anni novanta, la Linea Tempo, Di Meo produce vini da lungo affinamento solo in annate peculiari ed in quantità limitate, come il Greco di Tufo Riserva Vittorio 2008, bianco pluripremiato in Italia e all’estero, in commercio dallo scorso maggio e candidato ai prossimi Oscar del Vino italiano, o il Fiano di Avellino Erminia 2000, prototipo e limite estremo dell’Irpina della longevità. 

Daniela Scrobogna, colonna portante della Fondazione Italiana Sommelier, in maniera puntuale ed impeccabile ha condotto l’appassionante degustazione, composta dai seguenti vini:

- Alto Adige Nova Domus Terlaner Riserva, 2003 - 2008 (Cantina Terlano);

- Alto Adige Sauvignon Blanc Andrius 2019 - 2009 (Cantina Andriano);

- Castelli di Jesi Verdicchio Classico Villa Bucci Riserva 2016 - 2012 - 2008 - 2004 (Villa Bucci)

- Greco di Tufo Riserva Vittorio 2008 - 2007 (Di Meo);

- Fiano di Avellino Riserva Alessandra 2013 (Di Meo);

- Fiano di Avellino Erminia 2000 (Di Meo).

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Nella folta platea pomeridiana e serale, composta dalle nuove leve della sommellerie italiana e da vari appassionati del “genere”, numerose le voci di sorpresa, stupore e apprezzamento per queste tre espressioni territoriali della longevità: bianchi eccezionalmente brillanti e luminosi, con maglie olfattive tutte da sbrogliare e ricostruire ed una intrigante complessità che si rinnova ad ogni sorso… Vini che lasciano trapelare volti ancora tutti da scoprire: i bianchi del futuro!

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