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Giovedì, 25 Aprile 2024
Benessere

Al Sud le persone sono più felici: una ricerca svela il modello "mediterraneo" che allontana la tristezza

L'Osservatorio Sòno ha chiesto ad un campione rappresentativo della popolazione tra i 18 e i 75 anni di fare il punto sulla propria vita e di esprimere con un voto da 1 a 10 quanto si sentivano felici

Quanto sono felici gli italiani?Esistono degli indicatori per misurare la felicità?Quali sono i fattori socio-demografici e socio-economici che determinano il grado di soddisfazione o d’infelicità?Quanto è cambiata la felicità in questi ultimi tre anni?

Queste domande trovano risposta grazie alla ricerca demoscopica promossa dall'associazione di promozione sociale Sòno, fondata dal sociologo di fama internazionale Enrico Finzi. Lo studio è stato realizzato da AstraRicerche con 1.415 interviste online rivolte ad un campione rappresentativo della popolazione tra i 18 e i 75 anni. A loro è stato chiesto di fare il punto sulla propria vita e di indicare con un voto da 1 a 10 quanto si sentivano felici.

Al Sud le persone sono meno stressate e più attente ai rapporti interpersonali

Dalla ricerca è emerso che il 14,4% degli italiani è profondamente infelice mentre il 26% si descrive come poco felice. Il 21,3% si colloca tra i moderatamente felici, invece la maggioranza relativa (37,6%) si definisce molto o totalmente felice. Pertanto, quasi il 59% degli italiani offre di sé un’immagine di discreta o grande felicità. 

Il dato più sorprendente dell'analisi demoscopica sulla felicità riguarda un'evidente differenza di benessere esistenziale tra il Nord ed il Sud del Paese. "Nonostante la crisi economico-finanziaria e il divario in aumento rispetto al Centro Nord, il Sud è più felice - afferma Enrico Finzi, presente questa mattina al Circolo della Stampa per esporre lo studio effettuato - abbiamo chiesto ai meridionali come fanno ad essere più felici. E' venuto fuori che esiste un modello mediterraneo della felicità, che non è iperproduttivistico come quello del Nord, quindi non prevede stress e ritmi frenetici ma è basato sulla disponibilità di tempo, l'amore per i contatti sociali, il ruolo decisivo della famiglia, il piacere di godersi la vita".

Un altro dato importante che ha evidenziato il sociologo riguarda il sesso: i meridionali fanno l'amore il 12% in più rispetto alla media nazionale. Inoltre, la popolazione al di sotto dei 55 anni riesce a coniugare nel migliore dei modi il tempo dedicato al web e quello volto alla coltivazione dei rapporti interpersonali.

L’evoluzione della felicità nell’ultimo triennio

Dall'indagine è scaturito che gli italiani sono meno felici rispetto al periodo antecedente la pandemia. “La pandemia e gli anni che ne sono seguiti sono stati sicuramente un momento di grandi trasformazioni sociali, economiche e tecnologiche capaci di impattare fortemente sulla felicità delle persone, a volte creando momenti di confusione e blocchi interiori” spiega il sociologo.

Un 39% del campione intervistato si è dichiarato, infatti, più infelice rispetto all’autunno 2019, ma c'è anche un 30% che ritiene migliorata la propria soddisfazione esistenziale, seguito da un 31% che non percepisce differenze. Un ruolo importante nella diminuzione del benessere si deve alla mancanza o riduzione delle relazioni sociali e affettive durante il lockdown e le zone rosse del 2020 e 2021. I coniugati o stabilmente conviventi, infatti, risultano meno esposti all’infelicità (-167%) e più propensi a dichiararsi intensamente felici (+70%) rispetto ai single. Inoltre, la famiglia si conferma motore di serenità, con i nuclei composti da quattro più componenti che evidenziano un tasso di infelicità sotto la media nazionale (-50%).

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