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Zona gialla, arancione e rossa: le regioni che cambiano colore e la situazione della Campania

Oggi il report dell'Iss e le decisioni del ministero della Salute che potrebbe lasciar decadere i provvedimenti di due settimane fa per le aree e i colori nelle regioni. Il nodo spostamenti dal 15 febbraio e il nuovo governo alla prima prova con l'emergenza

Oggi il report #38 dell'Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute sull'emergenza coronavirus nelle regioni italiane sarà la base per le decisioni della Cabina di Regia Benessere Italia sulla zona rossa, arancione e gialla e dell'ordinanza, oppure sulla "liberazione" senza rinnovi delle restrizioni maggiori, del ministero della Salute. Intanto tra dieci giorni sarà il 15 febbraio, data di scadenza del divieto di spostamento tra regioni ed è estremamente probabile che non sarà il "vecchio" governo a decidere ma il nuovo su una eventuale proroga.

Zona gialla, arancione e rossa: le regioni che cambiano colore, gli spostamenti dal 15 febbraio e l'ordinanza (?) di oggi

Ovvero: il governo Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza sono orientati a non prendere decisioni che riguardano restrizioni della libertà dei cittadini visto che l'esecutivo è dimissionario. Alla data di scadenza mancano dieci giorni e per il 15 febbraio potrebbe essersi già insediato il nuovo governo Draghi. Per rinnovarlo dovrebbe essere seguito lo stesso iter legislativo del 14 gennaio scorso. E quindi sarebbe in teoria necessario un decreto legge (che deve essere approvato dal consiglio dei ministri), seguito da un Dpcm. Ma, ha scritto l'agenzia di stampa Ansa, il governo dimissionario non intende prendere decisioni che vanno ad incidere sulle libertà personali dei cittadini, anche se in teoria visto che rimane in carica per gli "affari correnti" potrebbe farlo. 

Sarà quindi il governo Draghi e non quello di Conte a stabilire il percorso da stabilire e se questo non dovesse essersi ancora insediato per quella data (cosa che appare comunque improbabile) il provvedimento decadrà automaticamente. Invece, scrive Repubblica, se nel nuovo governo dovessero essere confermati il ministro della Salute Roberto Speranza e il responsabile degli Affari Regionali Francesco Boccia è probabile che una decisione venga presa e che la restrizione venga mantenuta, come aveva consigliato nelle scorse settimane il Comitato Tecnico Scientifico. Con la possibile scadenza dal 15 febbraio si potrà tornare a circolare liberamente tra regioni, senza l'autocertififcazione per ragioni di lavoro necessità e salute o per far ritorno alla propria residenza, domicilio o abitazione. 

E i numeri?

Ieri il bollettino della Protezione Civile sull'emergenza coronavirus segnalava 421 morti e 13659 contagi. Oggi arriverà il monitoraggio settimanale e il Corriere della Sera scrive che le regioni in zona arancione come Puglia e Sardegna potrebbero approdare in zona gialla. In Italia comunque arriveranno presto le micro zone rosse a causa dei focolai creati dalle varianti del virus. Due province potrebbero finire in lockdown: Perugia e Chieti. 

Secondo Il Messaggero invece l'Umbria potrebbe diventare zona rossa anche se i numeri per ora non indicano la necessità di un cambio d'area: (Rt a 1,14, occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in area medica sopra la soglia critica e un rischio complessivo alto per 3 o più settimane). E questo proprio a causa della diffusione della variante brasiliana. Anche l'Abruzzo è in bilico per lo stesso motivo. 

Gli spostamenti "liberati" dal 15 febbraio?

È importante sottolineare che, come la scorsa settimana, le decisioni sul passaggio alle aree a maggior restrizione (ora possibili, dopo la nuova interpretazione del decreto e Dpcm, anche dopo sole due settimane), possono essere anche presi semplicemente lasciando scadere l'ordinanza che colloca la regione interessata in zona arancione o (in teoria, ma oggi non ce n'è nessuna) rossa. Non dovrebbero cambiare colore la provincia di Bolzano e il Friuli-Venezia Giulia: il primo rimarrà in zona arancione e il secondo in zona gialla. In base alle ultime ordinanze firmate dal ministro della Salute Roberto Speranza lo scorso 29 gennaio, le regioni italiane sono suddivise così:

Zona gialla: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, provincia autonoma di Trento, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto;   

Zona arancione: provincia autonoma di Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria;

Area rossa: 0 regioni.

Montoraggio Gimbe

Ieri il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe ha evidenziato che nell'ultima settimana è risalito l'incremento dei nuovi casi in 9 regioni e in 5 si registra un aumento dell'incidenza su 100mila abitanti. Una delle nove è la Campania e la regione sta valutando un nuovo stop per le lezioni in presenza, che sono riprese solo il 1 febbraio. Le altre sono Abruzzo, Liguria, Molise, Piemonte, Trento, Bolzano, Toscana e Umbria. I maggiori incrementi sono a Bolzano (+10,1%), Molise (+6,1%), Umbria (+6%), Trento (+5,1%).

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La situazione in Campania 

L'ultimo bollettino registra 1.544 positivi su 18.514 tamponi effettuati, cinque in più di mercoledì con 915 tamponi in meno processati. In percentuale, significa che è positivo l'8,34% dei test, poco più di quando l'indice di contagio era al 7,92%. Di tutti questi nuovi contagiati, 1.360 sono asintomatici e solo 83 presentano sintomi in un bollettino che però non tiene conto dei casi identificati con test antigenici rapidi. ​Più complessivamente, il totale dei positivi sale a 227.181 su 2.489.654 tamponi processati mentre sale a 3.856 il numero di vittime con i 36 decessi registrati ieri, anche se l'unità di crisi si affretta a precisare che «si tratta di deceduti in precedenza». 

In calo i numeri dei ricoveri ospedalieri: 1.468 ricoverati con sintomi, sette in meno di ieri, e 100 malati in terapia intensiva, gli stessi di ieri. Di contro, cresce il numero di pazienti guariti, da 159.700 a 160.976 con 1.276 negativizzati in 24 ore.

La Campania, nell’ultima settimana, è al secondo posto in Italia dopo il Trentino Alto Adige per numero di contagi per 100 mila abitanti con picchi d’incidenza che si registrano nella provincia di Napoli a est e nord del capoluogo e incrementi puntiformi nel mondo scolastico o ad esso strettamente collegato questi ultimi registrati soprattutto nella fascia di età tra 0-9 anni in correlazione agli adulti tra 55 e 65 anni.

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