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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Violenza di genere: "Richieste di aiuto aumentate durante la pandemia. Serve più sostegno dalle istituzioni"

Al Circolo della Stampa la prima tappa del percorso territoriale di sensibilizzazione sulla violenza di genere proposto da Confcooperative Campania

A pochi giorni dalla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, presso il Circolo della Stampa di Avellino si è tenuto l'incontro “Programmazione e sostenibilità delle azioni contro la violenza di genere”, prima tappa del percorso territoriale di sensibilizzazione sulla violenza di genere proposto da Confcooperative Campania, attraverso la Commissione Dirigenti Cooperatrici e Confcooperative Federsolidarietà.

L’evento ha l’obiettivo di porre l'attenzione sugli impegni presi attraverso il protocollo del 2016 e sensibilizzare sul ruolo degli interlocutori istituzionali nel contrasto alla violenza di genere e sui percorsi pubblico-privati da incentivare per sostenere le vittime di violenza ed i minori coinvolti.

Aumento delle richieste d'aiuto durante il lockdown

"Dalla firma del protocollo abbiamo continuato a lavorare, nonostante le difficoltà causate dalla pandemia - afferma la Coordinatrice del Centro Antiviolenza “Alice e il Bianconiglio” di Avellino, Caterina Sasso, che sostiene la necessità di una maggiore attenzione ai centri antiviolenza e alle case rifugio da parte delle istituzioni - purtroppo i riparti nazionali e regionali non arrivano, sono fermi dal 2017 e, quindi, abbiamo continuato a lavorare con il volontariato dei lavoratori e dei professionisti che accompagnano e supportano le donne vittime di violenza. Chiediamo un sostegno da parte delle istituzioni ed il riconoscimento del lavoro che ogni giorno svolgiamo a favore delle donne".

Violenza di genere

"Nel 2021, abbiamo registrato più di 200 richieste di aiuto. Ciò si traduce in accoglienza, sostegno psicologico, sociale e di orientamento lavorativo, supporto legale. Siamo reperibili h24 e collegati al 1522 - spiega Caterina Sasso - giorno e notte riceviamo richieste d'aiuto che, rispetto agli anni precedenti, sono aumentate. Spesso le donne ci chiamano nascondendosi nelle camere o mentre sono fuori a fare la spesa. La pandemia ha fatto emergere situazioni già esistenti. Grazie al Codice Rosso le donne vengono ascoltate dopo tre giorni dall'avvenuta denuncia. Questo attiva anche una messa di protezione più immediata. C'è ancora tanto da fare come dare continuità e spazio ai centri anti violenza, rafforzare la rete che si è creata fra i centri anti violenza, le forze dell'ordine, l'Asl, i Servizi Sociali ed il Pronto Soccorso" sottolinea la coordinatrice del centro antiviolenza "Alice e il Bianconiglio".

"Le istituzioni devono investire sulle risorse a favore delle donne"

"Occorre stanziare risorse, farle arrivare ai territori e garantire che vengano spese a favore delle donne - sostiene il presidente della cooperativa sociale La Goccia di Avellino, Rosario Pepe - noi questo impegno lo portiamo avanti dal 2015 e, indipendentemente dalle risorse, stiamo investendo sul territorio per offrire spazi qualificati. Abbiamo aperto un nuovo spazio di accoglienza in città per garantire alle donne una maggiore capacità di ascolto e professionalità da parte degli operatori". 

“L’evento di oggi è parte di un tour di sensibilizzazione territoriale e nasce dalla campagna nazionale #fattisentirecontrolaviolenza - afferma il presidente della Commissione Dirigenti Cooperatrici Confcooperative Campania, Raffaella Ruocco – dobbiamo informare la società su un problema che non può più essere ignorato. Su scala nazionale più di cento cooperative lavorano sui servizi per le donne vittime di violenza. Il fenomeno della violenza sulle donne è presente in tutto il paese. La regione Campania deve fare i conti anche su questo dato. Abbiamo come asse portante la “punizione” ma troppo spesso viene evasa. Deve essere incentivata la “protezione” e dobbiamo fare in modo che le risorse nazionali debbano trovare continuità anche nelle realtà locali. Fare una programmazione congiunta è necessaria per dare continuità a questi progetti”.

Politiche sociali d'inclusione per aiutare le donne vittime di violenza

“Queste iniziative servono a sensibilizzare ma dobbiamo fare altro, dobbiamo cercare di arrivare alle nuove generazioni – dichiara la consigliera di Parità della Provincia di Avellino, Vincenza Luciano – solo così possiamo prevenire il fenomeno. Dobbiamo arrivare nelle scuole e spero di riuscire a portare avanti un progetto per inserire tra le materie di studio anche “l’educazione di genere”. L’idea è d portare questa idea sperimentale in quindici scuole irpine. Io spesso ho incitato le donne vittime di violenza a denunciare. Purtroppo, però, può capitare d’incontrare l’operatore di polizia giudiziaria impreparato a accogliere una donna vittima di violenza. Si dovrebbe lavorare anche sul primo soccorso, attivando i “percorsi rosa” all’interno degli ospedali. Ma c’è anche la fase successiva: una volta entrate nelle case rifugio, le donne riescono a essere tutelate dagli operatori. Una volta passato il periodo di stallo nella casa rifugio, cosa succede? Riescono, con le loro gambe, ad andare avanti? Non dimentichiamo l’importanza del “reddito di libertà”. Una somma pari a 400 euro che sarà riconosciuta alle vittime di violenza per consentire, almeno, di pagare un affitto. Lo strumento principale per aiutare le donne vittime di violenza, infine, rimane il lavoro. Noi viviamo in una società dove il tasso di disoccupazione femminile altissimo. Soltanto attraverso politiche sociali d'inclusione possiamo aiutare le donne vittime di violenza”.

“La violenza di genere non è un fatto privato ma è una responsabilità collettiva - conclude il Prefetto di Avellino, Paola Spena – nel periodo del Covid, la situazione di lockdown ha indotto le donne verso un atteggiamento di maggiore chiusura ma non dobbiamo dimenticare che esiste già una rete operativa tra le forze dell’ordine e i centri anti-violenza. C’è un percorso protetto che aiuta le donne. Ci sono tante forme di violenza che vanno combattute. Sul territorio esiste un protocollo che sarà rivitalizzato in virtù di queste iniziative importanti. Noi dobbiamo evitare che ci sia una escalation. Già al primo episodio di violenza bisogna chiedere aiuto. Prima di Natale convocheremo anche un nuovo tavolo di lavoro. Le donne devono sapere di potersi affidare alle istituzioni. Noi abbiamo anche dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Questo potrebbe essere un percorso importante per assistere le donne vittime di violenza attraverso l’ausilio dell’imprenditoria. Abbiamo molte forze da mettere in campo. La denuncia non deve essere visto come un episodio formale e di esposizione. Deve essere visto come l’inizio di un percorso d’aiuto. Deve essere fatto un percorso rivolto a tutti”.

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