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La vertenza sulle “casette asismiche” di Aquilonia, ecco la svolta

L'incontro fra il gruppo di maggioranza Aquilonia-Carbonara e il comitato civico Palazzine Bene Comune avvia il dialogo

Si è svolto ad Aquilonia (Av) un incontro tra il comitato civico Palazzine Bene Comune, nato nel dicembre 2017 per opporsi alla demolizione, deliberata dall'Amministrazione comunale, di 6 “casette asismiche” del 1930 ancora esistenti nel centro del paese (dette anche “palazzine”), e l'associazione Aquilonia-Carbonara, gruppo politico che sosteneva allora, e tuttora sostiene nella nuova consiliatura, il sindaco Giancarlo De Vito. L'incontro è stato richiesto da Aquilonia-Carbonara per consentire un confronto diretto tra le rispettive impostazioni dopo due anni di prese di posizione pubbliche e di interventi sui media. L'invito è stato accolto con favore dal comitato Palazzine Bene Comune, che fin dalla sua costituzione richiede di potere esporre le proprie ragioni al cospetto di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella decisione sulla sorte delle “casette”.

Aquilonia-Carbonara, rappresentata tra gli altri dall'avv. Lello Gala e dal consigliere comunale Vito Maglione, ha dichiarato con nettezza che si debba soprassedere all'attuazione dei provvedimenti di demolizione almeno finché non si sia svolto un confronto costruttivo che superi le polemiche in corso e affronti il tema nel merito, ed ha riferito che di questa impostazione il Sindaco è già informato. Tale posizione, hanno ribadito gli esponenti Gala e Maglione, è indipendente dagli esiti della procedura di Verifica dell'Interesse Culturale richiesta dal Comune di Aquilonia alla competente Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, che dovrà pronunciarsi in merito al valore storico-culturale dei 6 edifici in base a quanto disposto dagli artt. 10 e 12 del D.Lgs 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio). In altri termini, Aquilonia-Carbonara ha assicurato che la posizione esposta nel corso dell'incontro resterebbe valida anche qualora la Soprintendenza non dovesse riconoscere formalmente l'“interesse culturale” degli edifici in questione. Ciò fermo restando che la valutazione che l'Amministrazione comunale è tenuta a fare in merito alla sorte delle “casette” dovrà necessariamente tenere conto di aspetti tecnico-amministrativi che secondo Aquilonia-Carbonara sono ancora da chiarire, e di ogni altra esigenza e aspettativa della comunità, al fine di perseguire il bene comune.

Il comitato Palazzine Bene Comune, rappresentato dal regista Michele Citoni, dagli architetti Angelo Castucci, Katia Fabbricatti ed Enzo Tenore e dall'ingegnere Virginio Tenore, ha accolto tale presa di posizione con sorpresa e interesse, considerandola come una novità che può costituire premessa di una svolta nel dibattito. I rappresentanti del comitato hanno tuttavia osservato che i formali e chiari pronunciamenti per la demolizione – contenuti in una deliberazione di Giunta, in una determinazione dell'Ufficio tecnico e nella Relazione inviata dal Comune alla Soprintendenza e accompagnati da quanto dichiarato in passato dal Sindaco alla stampa – costituiscono un'emergenza di fatto ancora non superata, e hanno ribadito che ritengono comunque necessaria la formale decadenza dei provvedimenti di demolizione, che, a loro giudizio, oltre a essere errati nel merito contrastano con quanto disposto dalle norme sui Beni Culturali sopra citate proprio in quanto emanati dall'Amministrazione prima della necessaria Verifica dell'Interesse Culturale. I rappresentanti del comitato Palazzine Bene Comune hanno inoltre sottolineato che solo una volta sgomberato il campo dalla suddetta emergenza la questione delle “casette asismiche” del 1930 potrà essere considerata dalla comunità non come un problema ma come una possibilità: un'occasione, attraverso la conservazione di un brano del tessuto storico originario del paese di Aquilonia, sia per rafforzare l'identità del paese e il radicamento dei suoi abitanti, sia per progettare nuove funzioni e servizi.

Tutti i partecipanti all'incontro hanno concordato sul fatto che il conflitto attorno alla questione delle “casette” debba evolvere generando momenti di studio della questione sotto ogni aspetto tecnico e culturale, azioni di informazione, sensibilizzazione e coinvolgimento della cittadinanza, confronto pubblico sulle possibilità concrete di rigenerazione e riuso degli edifici, così da consentire una decisione finale sulle nuove destinazioni d'uso che sia partecipata e fondata su una riflessione approfondita.

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