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Perché le 160mila reazioni avverse ad AstraZeneca, Pfizer e Moderna ci dicono che i benefici dei vaccini superano i rischi

Le segnalazioni registrate dall'agenzia europea del farmaco (Ema) e i numeri dei presunti morti per il siero in Europa dimostrano che i preparati sono sicuri e i presunti eventi sono rarissimi. Mentre ammalarsi di Covid-19 e morire è estremamente più probabile

"Ivaccini restano l'arma fondamentale per uscire da questi mesi così difficili. Crediamo fortemente nella nostra campagna di vaccinazione e continueremo, con tutte le energie": il ministro della Salute Roberto Speranza, intervistato dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana durante il talk sulla sanità di Res Academy, ieri è tornato a ribadire la fiducia del governo Draghi nei sieri Pfizer-BioNTech, Moderna e Astrazeneca nonostante il deficit di credibilità nei confronti dell'opinione pubblica generato in questi giorni dalle giravolte dell'Aifa sul preparato dell'azienda e dell'università di Oxford: prima le parole spese sulla sicurezza del vaccino dopo le segnalazioni delle morti in seguito alla somministrazione, poi lo stop in seguito all'allarme arrivato dalla Germania. Eppure, anche se questo a prima vista sembra assurdo, le 160mila segnalazioni di reazioni avverse ai vaccini AstraZeneca, Pfizer e Moderna sono la dimostrazione che i benefici superano i rischi. 

Perché le 160mila reazioni avverse ad AstraZeneca, Pfizer e Moderna ci dicono che i benefici dei vaccini superano i rischi

Un piccolo riepilogo della vicenda: l'affaire AstraZeneca scoppia quando il Paul-Ehrilch-Institut di Berlino comunica di aver notato "un accumulo impressionante di una forma speciale di trombosi venosa cerebrale molto rara (trombosi della vena del seno) in connessione con una carenza di piastrine del sangue (trombocitopenia) e sanguinamento in prossimità temporale alle vaccinazioni con il vaccino AstraZeneca". Quanti casi? "Al momento sono stati riportati 7 casi di trombosi venose cerebrali su 1,6 milioni di vaccini somministrati in Germania", dice il ministro della Salute tedesco Spahn in conferenza stampa:  "Si tratta di un rischio molto basso. Ma se dovesse rilevarsi un collegamento con il vaccino, sarebbe superiore alla media", sostiene. A rischio parrebbero le donne tra i 20 e i 50 anni. Una trombosi di questo tipo "significa che l’incidenza annuale è di circa 1 su 100.000", ha spiegato Peter Berlit della Società tedesca di neurologia.

Nella conferenza stampa di ieri la direttrice esecutiva dell'Agenzia Europea del Farmaco (Ema), Emer Cooke, ha spiegato che la conclusione finale sugli effetti del vaccino, per valutare se ci sia una connessione con i decessi avvenuti dopo le somministrazioni, arriverà domani. E se sarà positiva (nel senso che verrà smentito il rapporto di causazione tra il vaccino e i decessi), Italia e Francia sono pronte a dare il via libera immediato alla ripresa delle vaccinazioni: così hanno stabilito, dopo essersi sentiti, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier italiano Mario Draghi. La vicenda della trombosi venosa cerebrale o trombosi del seno cerebrale e della sua correlazione con il vaccino AstraZeneca non è però l'unica in cui il preparato dell'azienda farmaceutica e dell'università di Oxford in collaborazione con la Irbm di Pomezia siede, provvisoriamente e senza alcuna dimostrazione di collegamento, sul banco degli imputati. 

In Italia infatti ci sono stati almeno altri cinque casi di morti temporalmente collegate alla somministrazione del siero. Tra queste il decesso dell'insegnante Annamaria Mantile e del maestro di musica Sandro Tognatti e in tutti i casi sotto accusa c'è il lotto ABV5811 del vaccino AstraZeneca. Nel caso di Mantile l'autopsia ha smentito qualunque causa legata all'iniezione della prima dose. La donna aveva 62 anni e insegnava inglese all'istituto comprensivo Cesare Pavese di Napoli. Il decesso è stato causato "da un infarto intestinale provocato a sua volta dal sequestro, nella parete addominale, di un’ansa del tratto digerente". Lo shock emorragico e l'arresto cardiocircolatorio sono stati fatali. La professoressa aveva accusato uno stato di malessere accompagnato da vomito, conseguenza dell’occlusione intestinale. L’esame autoptico è stato eseguito da un collegio di periti, consulenti tecnici d’ufficio, nominati dalla Procura di Napoli.

Correlazione non è causazione: i morti per il vaccino AstraZeneca in Europa

Per quanto riguarda Tognatti, ieri a Biella si è svolta l'autopsia sul corpo del professore di clarinetto 57enne deceduto domenica a 17 ore dalla prima dose di AstraZeneca: secondo le prime indiscrezioni, riferite dall'agenzia AdnKronos, non sarebbero emerse indicazioni tali da collegare la morte alla vaccinazione, anche se gli inquirenti sul punto sono molto cauti. La procura cosi fa sapere che gli accertamenti sono complessi, richiedono i loro tempi, e non c'è ancora un responso "né ufficiale, né ufficioso". Ed anche il medico legale, Roberto Testi, precisa che "bisogna aspettare l'esito degli esami istologici e degli esami di laboratorio sul sangue. Non c'è nulla di certo". È ancora alle prime fasi delle indagini invece la morte di Michele Quintiero, agente della polizia municipale di Vibonati: la procura di Lagonegro ha disposto il sequestro della salma ma alla Usl risulta che il paziente fosse affetto da patologie pregresse.

Ma su queste cinque morti presuntamente collegate alla somministrazione del vaccino AstraZeneca bisogna anche ragionare. Soppesandole con altri numeri. Quelli del bollettino della Protezione Civile sul coronavirus ieri segnalavano 502 morti, record negativo di vittime: mai così tante dal 26 gennaio scorso, quando 541 persone persero la vita in un giorno. La Stampa ricorda oggi che in Europa da inizio pandemia si è raggiunta quota 900.185 (si tratta di 52 Paesi e Territori, tra cui anche Russia e Turchia) di cui quasi 103.000 in Italia. Con alcune grandi differenze tra paesi: in Gran Bretagna a gennaio si moriva di Covid due volte e mezzo più che da noi. Ora, invece, avviene praticamente il contrario. Nel Regno Unito le autorità non hanno deciso di sospendere la campagna vaccinale nonostante secondo i dati ufficiali siano morte 275 persone alcuni giorni dopo che a loro erano state somministrate le dosi AstraZeneca e altri 227 decessi si siano verificati in seguito al vaccino Pfizer / BioNTech.

Il motivo è semplice: non solo non ci sono prove o connessioni accertate che facciano ipotizzare un nesso di causa ed effetto tra l'inoculazione e la morte, se non quello temporale che può essere del tutto casuale, ma le statistiche evidenziano una mortalità che è uguale a quella della popolazione non vaccinata. In Italia, invece, con i 103mila morti su 60 milioni Covid-19 l'incidenza è dello 0,17%. Se su sei milioni di vaccinati fossero davvero morte cinque persone a causa del vaccino (e come abbiamo visto le autopsie ci dicono che non è così) l'incidenza sarebbe dello 0,0001%. Già questo serve a farci capire con grande chiarezza perché l'Ema dica che i benefici del vaccino superano i rischi. L'agenzia del farmaco è al lavoro per fare chiarezza sui 30 casi tromboembolici registrati su un totale di cinque milioni di vaccinati. L'esame viene condotto "caso per caso", ha sottolineato Cooke. "Si indaga pure su lotti specifici", anche se l'ipotesi appare "improbabile" data la diffusione degli eventi sul territorio, e si valuta se qualcosa sia andato storto nella manifattura. "La questione viene presa molto sul serio", ha garantito la direttrice dell'Ema, per noi "la fiducia degli europei è fondamentale". Negli accertamenti sono stati coinvolti specialisti che si occupano di malattie trombotiche.

Le segnalazioni di reazioni avverse ai vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca all'Ema

Intanto la banca dati dell'Agenzia Europea del Farmaco (Ema) che raccoglie le sospette reazioni avverse ai vaccini dimostra che anche gli altri due sieri autorizzati in Europa, ovvero Pfizer e Moderna - registrano segnalazioni di eventi e decessi dopo la somministrazione delle dosi. Si tratta di casi trasmessi dalle autorità nazionali di regolamentazione dei medicinali e dalle case farmaceutiche: l'agenzia Ansa riporta che dalle tabelle risultano 102.100 segnalazioni di eventi avversi per il vaccino Pfizer, 54.571 per AstraZeneca e 5.939 per Moderna per un totale di 162.610, un dato che scende rispettivamente a 17.056, 3.798 e 1.099 (e a un totale di 21.953) se scegliamo di considerare soltanto le patologie finite all'attenzione dell'opinione pubblica e che hanno portato alla sospensione precauzionale del farmaco anglo-svedese: problemi cardiaci, vascolari, incluse trombosi e emorragie, e del sangue, incluse coagulopatie. In particolare, dai dati emergono 365 segnalazioni di persone decedute dopo un vaccino Pfizer per questo tipo di problemi: cardiaci (276 decessi), vascolari (74) e del sangue/sistema linfatico (15).

Il punto più importante è che si tratta dello 0,00086% sul totale delle 42.407.948 dosi di Pfizer distribuite nell'Ue più Islanda, Liechtenstein e Norvegia (i numeri non tengono conto del dato, non disponibile, delle dosi inoculate e della possibile somministrazione del richiamo). Per AstraZeneca, la banca dati fotografa 85 decessi per le stesse patologie rispetto a un totale di 14.874.397 dosi distribuite (lo 0,00057%). Nel dettaglio, AstraZeneca ha visto segnalati 63 morti per disturbi cardiaci, 11 per problemi vascolari e altrettanti per patologie ematiche. Nel caso di Moderna il totale dei morti per le tre patologie messe in possibile relazione con la somministrazione del vaccino è di 137 su un totale di 3.600.862 milioni di dosi distribuite: 96 decessi per problemi cardiaci, 32 per effetti collaterali vascolari e 9 per problemi del sangue. La percentuale in quest'ultimo caso è dello 0,0038% sul totale delle dosi messe a disposizione.

Il Corriere della Sera oggi scrive che in Gran Bretagna sono state somministrate oltre 11 milioni di dosi di AstraZeneca (su un totale di circa 24 milioni): sono stati segnalati 54 mila casi di sospette reazioni avverse, con 275 casi di decesso seguito alla somministrazione del vaccino. Ma in nessun caso è stata stabilita una correlazione diretta. In particolare, secondo informazioni del Guardian, sono stati segnalati 30 casi di trombosi successivi a una vaccinazione con AstraZeneca: meno del vaccino Pfizer, per il quale si segnalano 38 casi:

"Sui 17 milioni di vaccinazioni effettuate in tutta Europa, AstraZeneca fa sapere che si erano verificate all’8 marzo 22 trombosi e 15 embolie polmonari: come fa notare il Times, è più o meno il numero di persone che viene colpito da un fulmine in un anno in Gran Bretagna".

Secondo l'ex Dg di Aifa, Luca Pani, le parole di Cooke significano che l'agenzia europea "ha già deciso", ovvero è pronta a far tornare in pista AstraZeneca. Un ottimismo che peraltro filtra anche da Palazzo Chigi, intenzionato a riprendere a pieno ritmo la campagna vaccinale in Italia non appena arrivi l'ok giovedì. Intanto però una cosa è chiara: i numeri dicono che i benefici dei vaccini contro il coronavirus superano di gran lunga i rischi e gli eventi che riguardano i decessi sono rarissimi. Il resto è psicosi. 

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