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Vaccini, terza dose dal 2022

Molto probabilmente il richiamo sarà effettuato con Pfizer o comunque con vaccini basati sulla tecnologia RNA

La struttura commissariale guidata dal commissario Figliuolo continua a ragionare sull'ipotesi della somministrazione della terza dose di vaccino.

Un ragionamento che ruota intorno a vari temi: tempistica, casa farmaceutica e soggetti fragili. L’obiettivo, spiega oggi Repubblica, è coprire con la terza dose i soggetti più fragili, per età (over 60-65) o per motivi di salute. È prevista anche per gli operatori sanitari e per chi svolge lavori essenziali. Il totale è stimato in 20 milioni di persone. Saranno utilizzati vaccini che si basano sulla tecnologia dell’Rna, in particolare Pfizer. Come da programma Ue che ha ordinato per il prossimo anno 900 milioni di dosi Pfizer.

La terza dose con Pfizer da gennaio 2022

C’è ancora qualche incertezza legata ai tempi dell’immunità, ma si presume che duri almeno un anno. L’ipotesi è quella di partire con le terze dosi già a partire da gennaio prossimo, ossia a un anno dai primi vaccini. Per quanto riguarda i luoghi di somministrazione c’è l’intenzione di dismettere i grandi hub una volta raggiunta un’adeguata copertura della popolazione. Le terze dosi quindi sarebbero affidate ai medici e ai pediatri di famiglia. Anche se secondo l’Ema, Agenzia europea per i farmaci, è prematuro decidere ora. "È vero, non sappiamo quanto durerà la protezione dei vaccini. Ma presto o tardi il richiamo andrà fatto. Su questo avrei pochi dubbi", sostiene con il quotidiano Sergio Abrignani, immunologo dell’università di Milano e del Cts, il Comitato tecnico scientifico.

Che il prescelto per la terza dose sia Pfizer-BioNTech è un ragionamento che si basa sul fatto che la Commissione europea ha già detto di non voler confermare per l’anno prossimo i contratti con chi produce quelli a vettore virale come AstraZeneca. Sia per i problemi con le consegne che hanno ritardato i piani vaccinali dei paesi europei soprattutto all'inizio, sia per la questione della trombocitopenia, che però potrebbe essere risolta dalle case farmaceutiche sia per quanto riguarda Vaxzevria che per Johnson & Johnson. C’è invece un accordo per l’acquisto di 900 milioni di dosi di Pfizer, basato sulla tecnologia dell’Rna messaggero che viene considerata molto affidabile per efficacia e sicurezza.

La terza dose potrebbe poi servire a contrastare le varianti che stanno circolando adesso quando calerà l’immunizzazione della popolazione. Per adesso anche quella indiana non sembra in grado di aggirare l'immunità. Altrimenti i vaccini verranno cambiati per renderli validi anche contro le varianti. Il piano partirà da fragili, lavoratori a rischio e anziani. Poi si vedrà. 

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