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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Vaccini e prenotazioni: il piano del governo Draghi per accelerare le somministrazioni

Il governo Draghi ha chiesto alle Regioni di cambiare il piano di prenotazione dei vaccini per renderlo più efficiente, utilizzando l'esercito, la Protezione Civile e le Poste

Mentre da qui a Pasqua arriveranno quattro milioni e mezzo di dosi, le Regioni continuano a procedere in ordine sparso nel piano di immunizzazioni. E allora l'esecutivo pensa che accentrando tutto a livello nazionale si possano annullare le disparità che vedono alcune categorie vaccinate prima di altre e il siero agli over 80 ancora al palo.

Vaccini e prenotazioni: il piano del governo Draghi per cambiare tutto

Prima di Pasqua arriveranno le dosi di Pfizer, Moderna e AstraZeneca ma gli enti locali non riescono a somministrarle con celerità. Anzi: il sistema digitale di conferma delle prenotazioni potrebbe finire in tilt. Per questo ieri Mario Draghi ha convocato una riunione d'urgenza con il commissario straordinario per l'emergenza coronavirus Francesco Paolo Figliuolo e il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. E, racconta Repubblica, la ministra degli Affari Regionali ha contattato le Regioni per consigliare di utilizzare la piattaforma unica di Poste e di avvalersi della logistica che il governo è pronto a mettere a disposizione da Roma. 

A Palazzo Chigi dicono che il governo è disponibile a inviare squadre di esercito e protezione civile per sostenere la campagna di immunizzazione di massa. Monitorando gli interventi delle regioni e chiedendo loro di correre: Pfizer consegnerà oggi un milione di dosi e 330mila arriveranno da Moderna, 279mila sono quelle attese da AstrraZeneca. Si spera così di continuare a immunizzare over 80, personale scolastico e forze dell'ordine. Si attendono poi altre 3 milioni di dosi. Ma tra le regioni c'è disparità: chi è seguito da Poste non ha particolari problemi, tutti gli altri sì tranne quelle regioni che hanno un sistema di distribuzione funzionante come Lazio, Emilia-Romagna e Veneto. 

Ma le Regioni per ora non hanno chiesto alcun aiuto. Tranne la Calabria, dove è stato inviato personale a supporto mentre il commissario Figliuolo ha chiesto di allungare l'orario di apertura dei centri vaccinali, possibilmente anche con gli orari notturni. 

A pesare restano le disparità regionali nel garantire le categorie più a rischio. La direttiva senza eccezioni è quella di concentrarsi sulle vaccinazioni degli over 80 — per ora hanno ricevuto almeno una dose solo la metà (2.277.000 su 4.500.000) — e degli estremamente vulnerabili con i caregiver e di rafforzare le squadre a domicilio.

Le Regioni in ritardo sulle immunizzazioni

Le Regioni sono comunque in ritardo sulle immunizzazioni. O meglio, alcune regioni lo sono. E creano una disparità territoriale evidente. In Puglia 85mila del personale scolastico hanno ricevuto almeno una dose. Nella regione di Michele Emiliano, racconta ancora Repubblica, ci sono 2140 lavoratori di scuola e università vaccinati. In Liguria sono 161. In Calabira i lavoratori della scuola vaccinati sono 284 su 100mila. Poi ci sono gli over 80. In Molise un sesto ha ricevuto il vaccino. In Toscana la prima dose promessa a tutti i nonni entro il 25 aprile potrebbe alla fine non arrivare, visto che per ora sono il 28% ad aver ricevuto la prima dose. Gli ottantenni a Bolzano sono invece coperti all'87%, in Basilicata al 78%, nel Lazio al 70%. 

In Lombardia invece ci si ferma al 44% mentre la Campania ha 192mila persone vaccinate tra il personale sanitario, mentre 180mila sono i medici e gli altri operatori. Quasi tutte le regioni toccano quota 4mila vaccinati per 100mila abitanti. La fascia dove occorre recuperare terreno considerando che solo il 15% degli over 80 ha finora ottenuto entrambe le dosi necessarie. Perché, come noto, di somministrazioni ne occorrono due, fatta eccezione per il vaccino di J&J che arriverà in Italia ad aprile: una dose sola per assicurare la copertura, senza alcun richiamo. Ed ecco che tra le idee che prendono quota in queste ore c'è quella di riservare i primi stock di Johnson & Johnson proprio ai più anziani, recuperando il terreno finora perduto. E accelerare parallelamente sulle postazioni vaccinali mobili - a bordo un equipe di medici e infermieri: un mezzo ogni 20-40mila persone per raggiungere soprattutto i Comuni più piccoli ed aiutare le Regioni in maggiore difficoltà a snellire le liste d'attesa.

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