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Cosa succede a settembre con i vaccini e perché l'obbligo non è più un tabù

Complici le ferie estive ad agosto il numero delle somministrazioni è drasticamente diminuito: le prossime settimane saranno decisive per capire quanti sono davvero scettici e no vax

Le dosi ci sono, la macchina è ben oliata. Il successo - o il fallimento - della campagna vaccinale dipenderà ora solo dagli scettici. Il target è stato fissato dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: "Se entro il 15 settembre non avremo superato la soglia dell'80% di popolazione che ha avviato il percorso di immunizzazione, dovremo valutare la possibilità di una forma di obbligo". Come abbiamo premesso i vaccini non mancano. Basti pensare che entro la fine della settimana verranno consegnate alle regioni ben 5,3 milioni di dosi a mRNA che si sommano a quelle già a disposizione della struttura commissariale. Neanche i vaccinatori sono un problema. La struttura messa in campo da Figliuolo ha dimostrato di poter andare ben oltre le 500mila somministrazioni al giorno. Tenendo in considerazione solo le prime dosi, all'obiettivo indicato da Sileri manca circa il 10% della popolazione, vale a dire 5,9 milioni di persone.

Per centrare il traguardo sarebbe dunque sufficiente sommistrare ogni giorno più di 250mila prime dosi, un obiettivo alla nostra portata dal punto di vista organizzativo. Resta però da capire quanti sono davvero i riluttanti al vaccino e quanti scettici si convinceranno nelle prossime settimane.

Il calo delle vaccinazioni ad agosto

Certo è che l'autunno è ormai alle porte e il trend dell'ultima settimana, complici le ferie estive, non è stato dei migliori: dal 16 al 22 agosto le inoculazioni sono state circa un milione e mezzo, poco più di 200mila al giorno tra prime e seconde dosi.

Più in generale un deciso rallentamento delle somministrazioni è stato osservato fin dai primi giorni di agosto (grafico in basso della Fondazione Gimbe). Le prossime due settimane saranno dunque decisive per capire quanto hanno inciso le vacanze estive sull'andamento della campagna di vaccinazione e quanto nell'andamento delle vaccinazioni peseranno i rifiuti di scettici e no vax.

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Su un fatto concordano quasi tutti: con il 30% di popolazione scoperta (di cui una parte non vaccinabile per motivi di età o di salute) la variante Delta potrebbe ancora fare molto male. E mettere in difficoltà il sistema sanitario, come del resto sta già avvenendo in Sicilia (la regione italiana con meno vaccinati) dove il numero degli ospedalizzati - benché ancora relativamente basso - è comunque in deciso aumento. Tanto che il presidente della Regione Nello Musumeci ha emanato un'ordinanza che impone nuove restrizioni anti-Covid nei 55 comuni con una bassa percentuale di vaccinati, inferiore al 60 per cento, che contestualmente hanno una incidenza di contagi Covid nei sette giorni (13-19 agosto) superiore a 150 casi per 100 mila abitanti. 

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Come convincere scettici e no vax? L'obbligo non è più un tabù

Ma anche il governo e le autorità sanitarie stanno valutando il da farsi. "Credo che sia necessario interrogarsi sull'opportunità di introdurre l'obbligo vaccinale per chi ricopre una funzione pubblica: operatori sanitari, insegnanti, forze dell'ordine e altra categorie" ha fatto sapere ieri Giorgi Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco e membro del Cts. Una presa di posizione che ha trovato una sponda nell'esponente del M5s Angela Ianaro, docente associato di Farmacologia e membro della Commissione Affari sociali di Montecitorio, che si è detta d'accordo "con la posizione di Cts e Aifa sulla vaccinazione obbligatoria per chi ricopre funzioni pubbliche, dai sanitari agli insegnanti".

Sul tema vanno registrate anche le parole del governatore della Liguria Giovanni Toti che non nasconde la preoccupazione. "Se entro la settimana prossima non avremo un sufficiente numero di prenotazioni per il vaccino e i numeri non saranno cambiati, sarà il caso di passare all'obbligo vaccinale per alcune categorie. Non vedo perché un lavoratore vaccinato debba essere costretto a convivere con un non vaccinato, oppure un insegnante vaccinato debba partecipare alle riunioni didattiche con insegnanti e personale non vaccinato, E banalmente perché un cittadino che si è diligentemente vaccinato debba dividere il posto in autobus con un non vaccinato". 

Insomma, il dibattito è aperto. Il presidente del consiglio per ora non si è espresso, ma a giudicare dalle parole di Sileri è evidente che anche nella maggioranza parlare di obbligo non è più un tabù. "Dai dati delle ospedalizzazioni - ha detto il sottosegretario -, si potrebbero andare a toccare solo le fasce d'età che rischiano di più. Qualcuno ha parlato di over 50, ma io andrei a proteggere chi ha più di 40 anni". Dipendenti pubblici o cittadini sopra una certa soglia di età. Per ora l'obbligo è ancora lontano, ma se le vaccinazioni non torneranno a crescere nulla è scontato.

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