Sit-in di protesta dei metalmeccanici di Avellino: transizione energetica, salario adeguato e stabilizzazione dei contratti
Nel quadro generale si collocano, ovviamente, le due vertenze locali principali che riguardano IIA e ASIDEP
Rivendicare i propri diritti e chiedere un futuro migliore per l'industria metalmeccanica nella provincia. Sit-in di protesta davanti alla Prefettura, questa mattina, dei lavoratori metalmeccanici di Avellino che chiedono, innanzitutto, di essere coinvolti attivamente nel processo di transizione digitale, ambientale e industriale che dovrebbe necessariamente caratterizzare anche la produzione e lo sviluppo del settore in Irpinia, ma anche una stabilizzazione dei contratti e un salario adeguato.
I lavoratori irpini, dunque, già alle prese con una situazione economica e sociale difficile, hanno deciso di far sentire la propria voce, insieme a FIM, FIOM, UILM, FISMIC che hanno già formulato una serie di richieste per migliorare la situazione dei lavoratori e dell'industria metalmeccanica della provincia e hanno consegnato il documento programmatico al Prefetto Paola Spena.
"L'Italia rischia di essere il fanalino di coda dell'Europa anche nel settore metalmeccanico"
"C'è preoccupazione per l'intero settore, soprattutto per l'assenza di confronto con il Governo su questioni importanti che riguardano la grande trasformazione della transizione energetica - ha dichiarato Gaetano Altieri, segretario generale UILM -. Si stima che nei prossimi anni potremmo perdere circa 70.000 posti di lavoro e, nonostante le nostre sollecitazioni, il Governo non si siede a un tavolo per affrontare tali questioni. Corriamo il rischio di restare il fanalino di coda dell'Europa: mentre gli altri si stanno attrezzando, investendo ingenti risorse per sostenere il settore, noi rimaniamo indietro".
Ma quella della transizione industriale non è l'unica tematica sulla quale le sigle sindacali insistono. Altieri sottolinea, infatti, la necessità di una riforma fiscale che vada a supportare i salari più deboli e la stabilizzazione dei lavoratori precari. "Da tempo stiamo dicendo - ha sottolineato - che i contratti devono essere a tempo indeterminato, invece sembra che le misure che si stanno prendendo negli ultimi tempi vadano ad allungare il percorso dei lavoratori precari. Dobbiamo tentare di mettere in piedi delle misure per fermare il fenomeno dell'emigrazione da parte dei giovani: sono migliaia quelli che vanno via dalla nostra terra per trasferirsi nel Nord Italia o all'estero. Se si mettessero in piedi politiche atte a produrre sviluppo e occupazione, con meno precarietà e un salario decente, potremmo fermare questa emorragia".
Le vertenze locali: "IIA e ASIDEP le più urgenti"
All'interno del quadro generale nazionale, ovviamente vengono collocate le vertenze locali: "Quelle più urgenti - ha ricordato Altieri - riguardano l'IIA, per la quale c'è un tavolo aperto presso il Ministero, ed è vero che è stato scongiurato il fallimento ma siamo ancora preoccupati rispetto a quelle che sono le misure che vengono messe in atto per rilanciare realmemente la fabbrica; e poi la vertenza ASIDEP: sappiamo che questi lavoratori rischiano il posto di lavoro, perchè la curatela fallimentare ha annunciato che li vuole licenziare e ci aspettiamo che la Prefettura convochi un tavolo con la presenza dei curatori fallimentari e, insieme alla disponibilità del presidente Pisano che si è impegnato a farlo, possiamo trovare una soluzione che intanto eviti il licenziamento e poi, nel medio termine, possa dare una risposta al problema della depurazione in Irpinia".
La situazione dell'IIA rappresenta, secondo Giuseppe Morsa, segretario FIOM CGIL Avellino, il modello negativo in Irpinia: "Il fatto che ci sia la possibilità di produrre e non si è in condizione di trasformare le commesse in produzione. Oggi siamo in piazza, con i lavoratori che sono arrabbiati e indignati, per dare la sveglia alla politica, molto distratta e legata al suo corporativismo. O si sveglia o questa provincia rischia di perdere definitivamente l'industria metalmeccanica. Gli unici ad avere un'idea di sviluppo e di lavoro in questa provincia sono le organizzazioni sindacali e i lavoratori. Ci aspettiamo che la politica ci dia un segnale della sua presenza altrimenti saremo costretti a continuare con la mobilitazione. ASIDEP, anch'essa una metafora del completo fallimento e inadeguatezza della classe dirigente del nostro territorio".
"Depurazione irpina in mano a persone sbagliate e istituzioni assenti"
A ribadire l'assenza della politica, in aprticolare sulla vicenda ASIDEP, è il segretario della FISMIC/CONFSAL, Giuseppe Zaolino: "Protestiamo cavalcando le richieste giuste dei lavoratori perchè, ed è bene che tutti lo sappiano, in questa provincia c'è un'assenza peccaminosa dei livelli istituzionali e della politica. Si chiudono le fabbriche e chi è responsabile si gira dall'altro lato. I metalmeccanici ancora una volta ci mettono la faccia, protestando per salvare il lavoro, per creare lavoro per i giovani e per difendre il lavoro che stiamo perdendo per gravi responsabilità di pochi. E' ora di dire basta. Oggi raccontiamo al Prefetto le nostre preoccupazioni, le nostre proposte per salvare l'occupazione e rilanciare lo sviluppo in questa provincia, partendo dalla depurazione che è in mano a persone sbagliate: stiamo rischiando non solo di perdere posti di lavoro, ma anche un impatto ambientale, e questo è veramente troppo".
"Siamo in un periodo complicato - ha aggiunto Umberto Forgione, segretario FIM CISL, prima dell'incontro con il Prefetto -. Oggi i metalmeccanici protestano proprio per questo: siamo in un periodo di riconversione tecnologica e in questo contesto non è semplice andare avanti. Questo è solo il primo passo per chiedere risposte sul lavoro, perchè come territorio siamo molto indietro rispetto a tutto il sistema nazionale. La riconversione deve essere il progetto per rilanciare l'Italia e noi partiamo dall'Irpinia".