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Cosa prevede il ddl Zan e perché fa così discutere

Le dichiarazioni del Sottosegretario all’interno Carlo Sibilia: "Fedez libero di esprimere la sua opinione"

“Un artista sul palco deve potersi esprimere come vuole, punto. Se invece di occuparsi del vitalizio di Formigoni il Senato avesse calendarizzato prima il DDL Zan, non parleremmo nemmeno del giusto caso sollevato da Fedez. Ora si discuta e si voti la legge senza perdere tempo: il Paese non ha bisogno di ulteriori divisioni, toni bellicosi o scontri politici. La cosa più giusta da fare è lasciar esprimere il Parlamento su un testo di legge che peraltro è stato già discusso e votato in una delle due Camere. Questo è il fatto politico sul quale il Paese ha bisogno di una risposta chiara. Siamo una democrazia civile, compiuta e matura. Si discuta il ddl Zan e si voti in un clima sereno. È impensabile nel 2021, dopo una pandemia, dividersi anche su questo”.

È quanto afferma il Sottosegretario all’interno Carlo Sibilia. Il deputato pentastellato è intervenuto sui social in merito alla vicenda che ha visto coinvolto il cantante e marito della influencer Chiara Ferragni in occasione del concerto del Primo Maggio. 

Cosa prevede il ddl Zan e perché fa così discutere

Perché il ddl Zan incontra così tante resistenze? E soprattutto: sono fondate le critiche di chi vede in questa legge un provvedimento inutile se non liberticida? Proviamo a rispondere partendo dal testo del disegno di legge, calendarizzato la settimana scorsa dalla commissione Giustizia del Senato dopo settimane di polemiche, rinvii, rimpalli e ostruzionismo. Il provvedimento era già stato approvato in prima lettura alla Camera il 4 novembre 2020.

Cosa prevede il ddl Zan

La legge, firmata tra gli altri dal parlamentare Pd Alessandro Zan, introduce delle modifiche all'articolo 604 bis del codice penale che disciplina il reato di "Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa". L'articolo 604-bis punisce con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro "chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi"; e con "la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi". Con il ddl Zan rientrebbero tra i motivi di discriminazione anche le idee fondate "sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità".  

Le stesse modifiche sono apportate all'articolo 604-ter del codice penale che definisce le circostanze aggravanti "per i reati punibili con pena diversa da quella dell'ergastolo commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso" oppure "al fine di agevolare l'attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i loro scopi le medesime finalità". In questo caso l'articolo 604-ter specifica che la pena è aumentata "fino alla metà". 

La legge Mancino e la discriminazione contro gli omosessuali

L'articolo 5 del ddl Zan prevede modifiche anche alla legge n. 122 26 aprile 1993, la così detta legge Mancino, che punisce con il carcere l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o di nazionalità e vieta inoltre la formazione di ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo che abbia come scopo l'incitamento alla violenza sempre per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Anche in questo caso il ddl Zan introduce anche le forme discriminazione fondate "sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità". 

Perché la legge Zan non limiterà la libertà di espressione

E veniamo al punto più importante. Per evitare ogni equivoco, la legge approvata dalla Camera specifica all'articolo 4 che "sono fatte salve", cioè non sono punibili, "la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti". In altre parole con il ddl estende il reato di discrimazione anche ai reati di violenza basati sul sesso, sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere, ma non intacca in alcun modo la libertà di espressione com'è stato spesso raccontato. Infine con il ddl verrebbe istituita una giornata Giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, da celebrare il 17 maggio. 

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