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Rifiuti, sindacati: "Sono diventati il terreno di scontro di una politica miope"

"Si condannano i lavoratori che protestano perché non bisogna creare disagi ma i disagi dei lavoratori chi li risolve?"

Sui rifiuti siamo al paradosso. Dopo 13 anni di condivisione politica e strategica su questo delicato settore, dove abbiamo raggiunto risultati importanti per il nostro territorio, dopo che tutti, nessuno escluso, hanno tessuto lodi per quanto fino ad ora realizzato; improvvisamente ci troviamo scaraventati in un baratro i cui risvolti non sono affatto rassicuranti per nessuno, senza che nessuno spieghi dove sta il fallimento.
Sicuramente si sta giocando allo sfascio e i rifiuti sono diventati il terreno di scontro di una politica
miope, irresponsabile e personalistica.
La Provincia, fin dalle battute iniziali ha rallentato il processo di trasferimento all'ATO del servizio e della società appositamente realizzata per effettuare il servizio di spazzamento, raccolta, trasporto e gestione deg'impianti, per scoprire improvvisamente e a tempo scaduto, una vocazione imprenditoriale, che non si concilia affatto con il ruolo istituzionale di un ente non legittimato dal voto popolare e che si avventura a prendere decisioni di delicatezza estrema.
Anche ATO, non ha mai mostrato con determinazione la sua volontà di rilevare l'intero servizio, o
facendo in tempi non sospetti un affidamento temporaneo, ma si è limitato a formalizzare la richiesta, in una prima fase, dei soli impianti, limitandosi ad una mera applicazione delle norme, e oggi abbiamo i giorni contati per correre ai ripari.
Lo stesso Comune di Avellino, con una virata sorprendente e smentendo se stesso, rinuncia e svillisce il ruolo guida di tutta la provincia e avvia un percorso di frantumazione territoriale. Va detto per chiarezza ed amore della verità che la legge regionale sui rifiuti gli da questa possibilità, ma chiediamo perché questa scelta non è stata fatta nella fase di costituzione dell'ATO? Cosa che se fosse avvenuta in quella fase avrebbe avuto senso e linearità, fatta oggi diventa ingiustificabile e viene vista come una mossa propagandistica. Si apre ai privati, con l'illusione di offrire un servizio migliore a costi più basi per i cittadini, dimenticando volutamente un piccolo particolare che si chiama: profitto. Ci sembra più che logico che un privato che effettua un investimento ha diritto ad un tornaconto economico, ma da dove lo ricava? Dai cittadini no, perché è stato loro promesso un considerevole ribasso della bolletta. Allora dai mezzi e dal carburante? Non di certo in quanto sono costi fissi per tutti. Restano solo i lavoratori. Sulle loro spalle e sulle rispettive famiglie si scaricheranno tutte le promesse ei tagli.
Infatti nella gara indetta in tempi da record, leggendo il capitolato si evince che non vi è nessuna previsione di organico, ne tanto meno di qualifiche richieste per effettuare il servizio. Ne consegue che non è prevista nessuna certezza per il personale. La cosa più scandalosa è che le assunzioni non verranno effettuate dalla società mista pubblica/privata: GRANDE srl, ma direttamente dalla società privata.

In questo quadro dequalificante e privo di spessore politico, la società Irpiniambiente, di fronte al blocco degli straordinari proclamato da tutte le OO.SS., crede bene di chiedere scusa alle cittadinanze per i disagi che si possono determinare. Premesso che parliamo di blocco degli straordinari e non dell'orario di lavoro ordinario, a riprova di una palese mancanza di programmazione. Ora ci chiediamo perché Irpiniambiente si preoccupa degli effetti della protesta, invece di provvedere a rimuovere le cause che l'hanno determinata? Perchè non si chiede scusa ai lavoratori, che sono costretti a lavorare con mezzi non adeguati che non vengono lavati e sanificati come si dovrebbe, con spogliatoi in pessime condizioni, con pochissime docce e funzionanti a fasi alterne dove ci sono, con piazzali aventi spazi ridottissimi e rischiosi per operare e alcuni
addirittura privi di asfalto. Questo solo per ricordare alcune delle disfunzione, più macroscopiche, che da tempo stiamo chiedendo invano di risolvere. Ci siamo troppo velocemente dimenticati che nel periodo COVID, questo personale anche senza le dovute protezioni, ha effettuato regolarmente il servizio, per grande senso di responsabilità. Ma qui nessuno ci ha ringraziato.
Tutti ci hanno rassicurato che questo calvario sarebbe finito con l'assegnazione all'ATO, invece
siamo alle porte dell'inferno. Si condannano i lavoratori che protestano perché non bisogna creare disagi ma i disagi dei lavoratori chi li risolve? Alcuni sindaci si stanno organizzando per effettuare delle raccolte
straordinarie, per effetto delle proteste dei lavoratori. Ma che fine ha fatto il diritto basilare di protestare democraticamente? Dove è finita la solidarietà sociale? Questi sono comportamenti anti sindacali, i lavoratori che protestano non vanno sostituiti. Dovremmo garantire un servizio impeccabile a tutti, però se chiediamo garanzie sul nostro presente e sul nostro futuro, tutti scappano e si nascondano. A questa visione di società ed a chi pensa che dovremmo essere proni a chi gioca con il nostro futuro, rispondiamo che non abbasseremo la testa, ma faremo sentire la nostra forza e determinazione.

Morsa (Cgil), Codella (Cisl), Corrado (Uil Trasporti), Marotta (Ugl), Musto (Fiadel) 

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