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Le regole per il ponte dell'Immacolata e il Natale in zona gialla o arancione: ecco il possibile scenario

Il livello dei divieti dipenderà dall'andamento dei contagi nelle prossime settimane, ma tra governatori e amministratori locali c'è chi ha già deciso di porre alcune limitazioni

Non manca molto alle vacanze di Natale. E ancora prima gli italiani avranno qualche giorno di ferie per il ponte dell'Immacolata dell'8 dicembre. Quale potrebbe essere la situazione dell'Italia? È presto per tracciare un quadro preciso delle possibili regole e restrizioni per le feste di fine anno. Grazie all'andamento della campagna vaccinale, un nuovo lockdown è scongiurato, o almeno sembra. Rispetto ad altri Paesi, l'Italia continua a reggere meglio l'urto della quarta ondata. Proprio per questo, al momento il governo non sembra considerare limitazioni generalizzate su tutto il territorio, come fatto l'anno scorso in prossimità delle vacanze natalizie.

Il livello dei possibili divieti dipenderà dall'andamento dei contagi Covid nelle prossime settimane e dalla fascia di colore in cui saranno collocate le varie regioni, valutando anche il livello di pressione degli ospedali. Ma tra governatori e amministratori locali c'è chi ha già deciso di porre alcune limitazioni. Preoccupati dall'aumento dei contagi che potrebbe far slittare qualche territorio in zona gialla o arancione prima delle festività natalizie, per salvare il Natale 2021 i governatori hanno chiesto un tavolo di confronto con l'esecutivo per rivedere le regole sulla certificazione verde, accelerare sulle terze dosi e introdurre restrizioni per i non vaccinati.

La ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini ha detto che il governo è pronto ad ascoltare le proposte e disponibile ad organizzare "a breve" (forse lunedì) l'incontro con le regioni. Ma la linea di Palazzo Chigi al momento non cambia: le uniche misure sicure sul tavolo sono l'estensione dell'obbligo della terza dose al personale sanitario e la riduzione della durata del green pass, da 12 a 9 mesi, se non addirittura a 6.

Come sempre, l'attenzione è e sarà sui numeri della curva epidemiologica. L'ultimo monitoraggio Iss-ministero della Salute indica che i nuovi casi di coronavirus sono in aumento: l'incidenza settimanale è a 98 casi per 100mila abitanti (12/11/2021-18/11/2021), contro i 78 per 100mila abitanti della scorsa settimana (05/10/2021-11/11/2021). Ecco perché c'è il timore di nuove restrizioni, dopo mesi di Italia in zona bianca. La situazione non è però la stessa in tutto il Paese. La prossima settimana, guardando ai dati, "non ci dovrebbero essere cambiamenti", ha dichiarato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Tutte le regioni italiane saranno in zona bianca anche da lunedì 22 novembre. In prospettiva futura, però, l'ipotesi di un cambio di colore si fa sempre più vicina per alcune regioni. Il passaggio da zona bianca a zona gialla è automatico quando un territorio raggiunge simultaneamente tre condizioni:

  • l'incidenza dei casi settimanali di coronavirus supera i 50 ogni 100mila abitanti;
  • il tasso di occupazione dei posti letto nei reparti ordinari arriva al 15%;
  • il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva arriva al 10%.

Le tre regioni a rischio zona gialla dal 29 novembre (e il pericolo arancione a Natale)

Sono tre le regioni che rischiano limitazioni già durante il ponte dell'Immacolata: Friuli-Venezia Giulia, provincia autonoma di Bolzano (Alto Adige) e Marche. Se i contagi dei prossimi sette giorni continueranno a crescere al ritmo attuale, queste tre regioni rischiano la zona gialla da lunedì 29 novembre. Il peggioramento dei numeri potrebbe portarle anche in arancione a ridosso del Natale. La zona arancione scatta con un'incidenza di oltre i 150 casi ogni 100mila abitanti e se al contempo la soglia delle terapie intensive oltrepassa il 20%, con i reparti ordinari al 30%.

Il trucco delle regioni sui posti letto per non finire in zona gialla e arancione

Come detto, per ora il governo non prende in considerazione l'ipotesi di regole generalizzate su tutto il territorio italiano, come fatto l'anno scorso in prossimità del Natale. Così assicura il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini: "Il governo sta monitorando in modo rigoroso i numeri e al momento non ci sono nuove restrizioni in vista". Il quadro epidemiologico è però in continua evoluzione e la stessa Gelmini afferma che "se la situazione dovesse peggiorare nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, credo che dovremmo tenere in seria considerazione, come abbiamo sempre fatto, le istanze delle regioni".

Le possibili regole per il Natale 2021

Sarà un Natale ancora in zona bianca, dunque, o l'aumento dei contagi costringerà alcune regioni a una fascia di colore con maggiori limitazioni? L'interrogativo rimane aperto. Fatto sta che per i cenoni delle feste in casa non ci sono limitazioni sia che ci si trovi in zona bianca che in zona gialla. Gli esperti consigliano di indossare la mascherina negli ambienti con molte persone, soprattutto se ci sono soggetti fragili o anziani. In zona gialla torna obbligatorio l'uso delle mascherine, non solo al chiuso ma anche all'aperto, e viene fissato il limite di quattro persone che possono sedersi allo stesso tavolo di bar e ristoranti, fatta eccezione per i conviventi. Si riducono le capienze di stadi (50%) e palestre al chiuso (35%). Al 50% quella di cinema, teatri e sale da concerto. Chiudono le discoteche.

Se la situazione dovesse peggiorare, a dicembre alcune regioni italiane potrebbero colorarsi di nuovo di arancione. In questa fascia non si può uscire dal proprio comune, se non per motivi di lavoro, salute e necessità e con il green pass. Tornerebbe il coprifuoco dalle 22 alle 5 di mattina. Nei bar e ristoranti è consentito solo l'asporto o la consegna a domicilio. Chiuse palestre, piscine, teatri, cinema, impianti sciistici e centri commerciali (nei weekend). Visite ad amici e parenti solo una volta al giorno, al massimo in due con minori di 14 anni. Nessuno spostamento consentito in zona rossa, nemmeno visite ad amici e parenti, se non per motivi di salute, necessità e lavoro. Tutto chiuso eccetto i negozi essenziali e bar (fino alle 18) e ristoranti (fino alle 22), ma solo per asporto e consegna a domicilio.

La prima stretta delle feste a Trieste, Verona e in Sicilia

Con la risalita dei contagi alcuni sindaci pensano di cancellare le feste di piazza per evitare assembramenti. Lo ha già fatto Roberto Dipiazza, primo cittadino di Trieste, annullando la festa di fine anno e i fuochi d'artificio a causa del boom di contagi dopo le manifestazioni dei no green pass. "Inutile crearci ulteriori problemi. Fa veramente male prendere queste decisioni a causa dell'irresponsabilità di poche persone - ha commentato Dipiazza, amareggiato -. È folle quello che dicono e pensano queste persone. Io non ho parole per il male che stanno facendo alla nostra città".

Sugli spostamenti delle feste, il governatore siciliano Nello Musumueci ha appena varato un'ulteriore stretta che resterà in vigore fino al 31 dicembre e prevede l'obbligo di tampone. Dovranno sottoporsi all'esame, nei porti e aeroporti siciliani, anche i viaggiatori che arrivano dalla Germania e dal Regno Unito. Attualmente il controllo è già previsto per chi proviene, o vi abbia transitato nei 14 giorni precedenti, dagli Usa, Malta, Portogallo, Spagna, Francia, Grecia e Paesi Bassi. In Sicilia, così come in Campania, c'è anche l'obbligo di portare la mascherina sempre con sé e di indossarla anche in tutti i luoghi aperti al pubblico particolarmente affollati.

A meno di provvedimenti drastici nelle settimane a venire, le attività commerciali rimarranno sempre aperte, con obbligo di mascherina e la precauzione del distanziamento. Per garantire spese natalizie in sicurezza, alcuni sindaci già ora stanno rafforzando le precauzioni. Il sindaco di Verona ha annunciato l'obbligo della mascherina anche all'aperto e del green pass per accedere ai mercatini di Natale. Osservati speciali anche i mercatini di Natale dell'Alto Adige. "Di giorno in giorno valutiamo la situazione e l'eventuale necessità di limitare il numero di accessi oppure intraprendere altri provvedimenti", ha detto il governatore altoatesino Arno Kompatscher.

Spostamenti, viaggi e corridoi turistici

E i viaggi? In zona bianca ci si sposta liberamente all'interno del Paese: serve il green pass per prendere l'aereo o i treni a lunga percorrenza. Se una regione dovesse passare in zona rossa o arancione, sarà necessario il green pass anche per spostarsi in entrata e in uscita. Chi invece arriva in Italia da un Paese Ue - come pure gli italiani che tornano a casa - deve avere il certificato verde Covid-19, mentre dagli altri Paesi è necessario anche un test molecolare o antigenico negativo nelle 72 ore precedenti (da 48 ore per gli ingressi dal Regno Unito).

Natale in montagna sulla neve? Alcuni impianti sciistici in Italia hanno già riaperto. È obbligatorio presentare il green pass, salvo che per i minori di 12 anni, e indossare la mascherina chirurgica o Ffp2. Il limite della capienza per le cabinovie è fissato all'80%, sulle seggiovie è al 100%. Ma, come detto, c'è preoccupazione per i dati epidemiologici in Alto Adige. La zona arancione prevede la chiusura degli impianti di risalita. Per chi può permetterselo e vorrebbe invece trascorrere un Natale in spiaggia, sono valutabili le opzioni Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana, come pure Sharm El Sheikh e Marsa Alam in Egitto. Tutte destinazioni verso le quali sono aperti, fino a gennaio 2022, "corridoi turistici Covid free" che prevedono un attento screening alla partenza e al rientro.

Nella foto qui sotto, le province dove i casi Covid aumentano di più secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe nella settimana 10-16 novembre 2021.

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