Questa mattina, davanti al Municipio di Mercogliano, il sindaco Vittorio D'Alessio insieme a don Vitaliano Della Sala e alla madre superiore delle suore, hanno illustrato il piano sicurezza predisposto per la due giorni del presepe vivente a Capocastello. Un momento di fede e tradizione, che per la comunità mercoglianese è anche occasione di veglia e preghiera per Roberto Bembo, il ventenne in fin di vita a causa delle coltellate ricevute domenica mattina nel corso di una rissa nel parcheggio di un bar di via Nazionale Torrette di Mercogliano. Restano stazionarie nella loro gravità, intanto, le condizioni di Roberto Bembo, il 20enne ricoverato in rianimazione del “Moscati” di Avellino. I sanitari restano prudenti. La sutura della ferita più grave, quella al collo che ha sfiorato la carotide, ha impedito che la situazione potesse precipitare. Roberto si trova in coma farmacologico ed è costantemente monitorato dai sanitari.  

"Mercogliano prega per Roberto", afferma Don Vitaliano. "Il presepe è contro la violenza ed è un messaggio di pace. Ci siamo chiesti se farlo o meno e abbiamo deciso di farlo e dedicarlo a Roberto. Accanto al velo strappato delle donne iraniane anche la Madonna del presepe vivente non lo porterà per dire no alla violenza. E chiediamo ai nostri giovani che comprendano che con la violenza non si ottiene nulla.Si creano problemi, mentre con il dialogo di costruisce il futuro". 

"Penso che i ragazzi di Capocastello e Mercogliano, che sono i protagonisti di questo presepe vivente, abbiano voluto lanciare un messaggio di pace e di serenità in un momento difficile per la nostra comunità", dichiara il sindaco di Mercogliano Vittorio D'Alessio. "I ragazzi di Mercogliano si uniranno insieme per Roberto Bembo nella speranza, attraverso la fede, che possa uscire da questa situazione difficile in cui versa". 

Capodanno di sangue a Mercogliano

Intorno alle 7,00 del 1 gennaio 2023 – in via Nazionale Torrette di Mercogliano, nei pressi del bar cornetteria h24 – è stato accoltellato Roberto Bembo, un giovane di appena 20 anni. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo (titolare dell’inchiesta è il sostituto procuratore Vincenzo Toscano), sono state affidate alla Questura di Avellino. La sera dello stesso giorno Luca Sciarrillo e Nico Iannuzzi, 28 e 31 anni di Avellino, hanno deciso di costituirsi presso la Questura. La mattina dell’aggressione, invece, era stato fermato e denunciato a piede libero Daniele Sciarrillo, fratello 33enne di Luca. Per il giovane sono scattati, poi, gli arresti domiciliari perché - all’interno della sua abitazione - sono state trovate sostanze stupefacenti. Il suo ruolo nell’aggressione sarebbe più marginale rispetto a quello degli altri.

A colpire alle spalle il 20enne Roberto Bembo, sarebbe stato il 31enne Nico Iannuzzi, figlio di un ex boss del Clan Partenio. Causa scatenante della violenza sarebbe stato un semplice parcheggio fatto male nei pressi di un noto bar di Torrette di Mercogliano. Tra i due gruppi è scoppiata una maxi rissa nella quale i tre indiziati avrebbero avuto la peggio. Successivamente, mentre Bembo tentava di attraversare e raggiungere il bar, è stato colpito alle spalle. Sciarrillo avrebbe colpito il 20enne al volto con un tirapugni. Iannuzzi, dopo averlo raggiunto alle spalle, avrebbe sferrato tre coltellate. Luca Sciarrillo e Nico Iannuzzi sono ristretti nel carcere di Bellizzi Irpino con le accuse di tentato omicidio e lesioni gravissime. Daniele Sciarrillo è ristretto ai domiciliari per detenzione di sostanze stupefacenti e indagato a piede libero in concorso nel tentato omicidio. Tutti e tre sono difesi dall'avvocato Gaetano Aufiero.