Il magistrato Catello Maresca ad Avellino: "Dove non spara, la mafia riesce"
Candidato a sindaco alle ultime amministrative della città di Napoli, l'autorevole magistrato ha presentato il suo ultimo libro al Polo Giovani: "Il problema è creare quegli anticorpi che consentano anche a realtà tendenzialmente sane di evitare o rendere almeno minimo l'impatto negativo della criminalità organizzata"
Ospite del Convitto Nazionale P.Colletta di Avellino, in occasione dell'incontro organizzato al Polo Giovani di Via Morelli e Silvati, il magistrato dott. Catello Maresca ha presentato il suo libro, dal titolo "NCO. Le radici del male", edito da Rogiosi.
"Spesso il rispetto delle regole viene visto addirittura come un'imposizione"
"Qualsiasi iniziativa seria, come quella di oggi, deve ripartire dai giovani" afferma Maresca, candidato a sindaco del centrodestra alle elezioni amministrative di Napoli del 2021. "Bisogna ripartire da loro, con la consapevolezza del concetto di legalità e dell'utilità nel rispetto delle regole, visto spesso addirittura come un'imposizione, come qualcosa di negativo. In realtà, è necessario fin da ragazzi capire quale sia l'importanza delle regole e quanto sia importante delineare un perimetro nell'ambito del quale ognuno può esercitare liberamente i propri diritti e assolvere ai propri doveri. È fondamentale fare ciò con le scuole, con i ragazzi, con l'aiuto anche dei docenti: è una cosa nella quale ho sempre creduto e che faccio ormai da tanti anni".
"Il PNRR è una grandissima occasione, ma anche un pericolo"
Tra i temi trattati, anche le possibili infiltrazioni di componenti mafiose nella gestione dei fondi del PNRR: "Il Presidente del Consiglio Draghi, nel giorno della sua visita a Napoli avvenuta nel mese scorso, ha espressamente indicato quest'aspetto come il rischio più grave e pesante, non soltanto al Meridione, ma anche in tutto il Paese, in un momento storico e in una grandissima occasione, qual è quella offertaci dalla disponibilità di tanti fondi. Allo stesso tempo, ciò rappresenta anche un pericolo: la macchina amministrativa non è sempre pronta ad affrontare fenomeni di questo tipo e la necessità di impiegare questi soldi per scopi ben precisi comporta un abbassamento di quello che è il livello dei controlli e, inevitabilmente, un aumento del rischio di infiltrazioni".
"La mafia, ormai, si è evoluta, così come la società"
Non c'è abbastanza consapevolezza, né attenzione necessaria da parte delle istituzioni sui fenomeni malavitosi: "Bisogna sempre parlarne e nel modo giusto, nelle sedi opportune e farlo non con la prospettiva di chi ha una concezione di panmafiosità, come se la mafia fosse dappertutto e attraversasse tutte le attività di questo Paese, bensì con la consapevolezza che, se ciò non fosse vero, non è vero neanche che non c'è più la mafia come, purtroppo, si tende a dire, oppure che, dove non spara, la mafia non opera. Probabilmente, dove non spara, la mafia riesce. Stiamo parlando di un'entità che, ormai, si è evoluta, così come la società che opera sui mercati internazionali, attraverso gli imprenditori. Lo vediamo periodicamente, attraverso le operazioni delle forze dell'ordine e della Magistratura che, fortunatamente, riescono a intervenire. Il problema è creare quegli anticorpi che consentano anche a realtà tendenzialmente sane di evitare o rendere almeno minimo l'impatto negativo della criminalità organizzata".