rotate-mobile
Attualità

Presentato il libro “La vendetta del boss. L'omicidio di Giuseppe Salvia”: “Il modello del servitore dello Stato”

Nella giornata di oggi, presso il Circolo della Stampa di Avellino, la Fondazione Fiorentino Sullo ha presentato il libro di Antonio Mattone

Nella giornata di oggi, presso il Circolo della Stampa di Avellino, la Fondazione Fiorentino Sullo ha presentato il libro “La vendetta del boss. L'omicidio di Giuseppe Salvia” (Guida Editori) di Antonio Mattone.

Con l'autore sono intervenuti Domenico Airoma procuratore della Repubblica di Avellino, Emilia Mallardo già vicedirettrice del carcere di Poggioreale e collega di Giuseppe Salvia, Gianfranco Rotondi deputato del Parlamento italiano.

Il libro inchiesta ripercorre la storia di Giuseppe Salvia, il vicedirettore del carcere di Poggioreale ucciso nel 1981 dalla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo perché cercava di contrastare il suo potere all’interno del penitenziario. Il volume contiene anche una descrizione della vita nel carcere di quegli anni, con un collegamento ad alcuni avvenimenti che accaddero in quel periodo, come il rapimento di Ciro Cirillo e le vicende del terrorismo. Nel libro vengono ripercorse le motivazioni e le ipotesi per cui Cutolo decise di ucciderlo, la cronaca del giorno dell’omicidio, le fasi del processo e una conclusione finale sulla figura di Salvia. Tra le testimonianze inedite raccolte, quelle di Raffaele Cutolo e di Mario Incarnato, autore dell’omicidio. Una vicenda dimenticata che a distanza di 40 anni riemerge, facendo venire alla luce omissioni, connivenze e storie di malavita, ma anche la figura di un valoroso e fedele servitore dello Stato che non si piegò davanti all’arroganza del boss di Ottaviano e che rappresenta un esempio di onestà e rettitudine per le giovani generazioni. Per la partecipazione all'incontro è necessario essere muniti di green pass.

“In questo libro si parla del nostro territorio, della camorra, del terremoto”

Ecco quanto dichiarato ai microfoni di Avellino Today dall’autore, Antonio Mattone: “In questo libro ci sono numerosi riferimenti irpini. Giuseppe Salvia aveva tanti collegamenti con l'Irpinia. Avevo sentito parlare di questa straordinaria persona da ragazzo, quando conobbi per la prima volta questa storia tragica. Quindici giorni dopo fu rapito Ciro Cirillo e lo Stato parlò con Cutolo per trovare una soluzione. Questa, purtroppo, è una storia dimenticata dal nostro paese.  In questo libro si parla del nostro territorio, della camorra, del terremoto. È un monito per far sì che quella storia non si ripeta ancora una volta. Alcuni ex terroristi mi raccontavano che nelle carceri la camorra cercava proseliti. Bisogna vigilare affinché i nostri istituti di detenzione possano finalmente essere sicuri. Cutolo ha costruito il suo impero all’interno del carcere”.

“Questo è un libro che ho letto con piacere, anche se con un senso d'indignazione - prosegue Domenico Airoma procuratore della Repubblica di Avellino - Giuseppe Salvia è stato un servitore dello stato che ha svolto il suo lavoro con impegno nella quotidianità. È il modello del servitore dello stato. Il suo sacrificio non è stato inutile, dopo la sua morte tante iniziative sono state portate avanti per condurre il carcere ad una situazione di normalità. Ci sono voluti anni e il sacrificio di tanti agenti di custodia. Bisogna ricordare la verità storica, senza dimenticare neanche la ferita storica dell'accordo stato mafia che fu fatto. Va ricordato perché la verità rende liberi”.

“Salvia ci teneva al recupero ma con l'applicazione della regola”

“Il mio primo lavoro fu al carcere di Poggioreale. Ricordo il 29 settembre del 1977 e il primo collega che conobbi fu proprio Peppino Salvia che mi fece vedere l'Istituto – ricorda Emilia Mallardo, già vicedirettrice del carcere di Poggioreale e collega di Giuseppe Salvia- lavoravamo insieme ed era sempre disponibile. Un uomo di grande ispirazione e umanità. Lui ci teneva al recupero ma con l'applicazione della regola e degli ordini di servizio che venivano emanati dal ministero di Giustizia. Quelli erano gli anni delle BR, della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, ecc. C'era una grande promiscuità nelle carceri e fu un periodo molto difficile e con molti morti. Purtroppo, il carcere è sempre difficile da gestire. Troppo spesso dimentichiamo che occorre redimere le persone. Gli educatori e gli psicologi sono venuti molto tempo dopo”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Presentato il libro “La vendetta del boss. L'omicidio di Giuseppe Salvia”: “Il modello del servitore dello Stato”

AvellinoToday è in caricamento