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Questione predissesto, l'assessore Cuzzola: "Non avere erogato il Fondo di rotazione è stato un grave errore"

"O al Ministero non sono stati accorti o si è verificato qualcosa di strano”

La questione predissesto continua a essere centrale per il capoluogo irpino. Avellino Today ha intervistato l’assessore alle Finanze del Comune di Avellino, Vincenzo Cuzzola. L’assessore c’ha spiegato la situazione attuale partendo proprio dalle dichiarazioni del sindaco Festa che, in merito alla richiesta di chiarimenti sul predissesto da parte della Corte dei Conti, ha affermato che, questa, sarà l’occasione per spiegare le ragioni del Comune e che, di fatto, a suo dire, non c’è nessun incubo default.  

“L’intervento della Corte dei Conti arriva a seguito di una nota che noi facemmo con una Pec al Ministero e, visto che quest’ultimo non ha erogato il fondo di rotazione e, visto che tutto taceva, abbiamo deciso noi di lanciare una pietra nello stagno. Infatti, ci tengo a sottolineare che, la Corte dei Conti è stata interessata dal Ministero solo dopo la nostra nota. Adesso i dati dovranno essere analizzati e accettati. Noi siamo tranquilli perché la procedura è evidente. La prima delibera, quella del commissario Priolo, è un atto d’indirizzo. Nella parte deliberativa, tra l’altro, riserva ad altre azioni l’avvio del piano di riequilibrio. Noi siamo ottimisti proprio grazie al contenuto della delibera”.  

Quindi, possiamo dire che una eventuale bocciatura, lei, non la prende proprio in considerazione? 

“Io non la prendo proprio in considerazione. Certo, nella vita, può accadere di tutto. Vorrei comunque chiarire un aspetto: la bocciatura non comporta automaticamente il dissesto; come qualcuno ha affermato. Questo perché il comune di Avellino non ha fatto ricorso alla procedura di riequilibrio dopo che la Corte dei Conti aveva intimato il dissesto, perché quella procedura, a volte, non è spontanea; bensì stimolata da Corte dei Conti che, ai sensi di una norma del 2011, diffida l’Ente al dissesto. Ricevuta la suddetta diffida, l’Ente può scegliere di avviare, in alternativa al dissesto, la procedura di riequilibrio. In questo caso, qualora la procedura fosse bocciata, si andrebbe al dissesto. Il Comune di Avellino, però, ha fatto ricorso spontaneamente alla procedura di riequilibrio. Una eventuale bocciatura, pertanto, non significa assolutamente dissesto”.  

"O al Ministero non sono stati accorti o si è verificato qualcosa di strano”

“Io ne sono ancora assolutamente convinto: il non avere erogato il Fondo di rotazione nei termini è stato un grave errore. Noi viviamo dei trasferimenti del Ministero e la norma è chiarissima. L’erogazione avviene ma, se questa non è dovuta, sarà trattenuta dalle rate successive. Quindi, lo ribadisco ancora una volta: o al Ministero non sono stati accorti o si è verificato qualcosa di strano”.  

Che vuol dire qualcosa di strano?  

“A me non piace fare dietrologia e giudico in base agli elementi che conosco. Quando il sindaco Festa e il dirigente Marotta andarono al Ministero la prima volta, chiedendo le motivazioni della mancata erogazione del Fondo, lì caddero tutti dal pero affermando che nessuno lo aveva richiesto. A quel punto, Marotta, disse chiaramente che la richiesta era presente in delibera. Questo, quindi, è un clamoroso errore”.  

Stiamo parlando di 8 milioni di euro. Una somma che, ad Avellino, serve come il pane.  

“Questa è una somma che, se fosse arrivata nei tempi giusti, avrebbe risolto già molti problemi. Il problema principale del Comune di Avellino, come tanti in Italia, è la “tributite”, una difficoltà enorme nella riscossione dei tributi. Dobbiamo lavorare e impegnarci per migliorare l’opera di riscossione”.  

Ovviamente è assolutamente lecito, assessore, che l’avellinese si stia ponendo domande e abbia forti timori per quanto concerne le prossime tasse.  

“Ma certamente, è più che legittimo. Nessuno afferma che la procedura di dissesto sia indolore. Vorrei dire, comunque, che perdere la calma quando si affronta una patologia non risolve niente”.  

Rimanendo in tema di rientri economici, a che punto siamo con la questione relativa alla vendita dell’ex “Asilo Patria e Lavoro”? 

“Io, per quanto riguarda l’Asilo Patria e Lavoro, so che c’è un interesse da parte di un ordine professionale che, in tal senso, si è mosso per rilevarlo. Con la collega Marianna Mazza e poi con il settore Patrimonio, mi sono mosso affinché si analizzi questa eventuale richiesta. Avere dei beni che non si utilizzano e che rischiano di andare in decadimento è sicuramente un rischio da scongiurare, a prescindere dal piano di rientro; anche perché, in questo caso, non stiamo parlando di grosse somme”.  

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